Dimenticare non è utile.
In un post Facebook dove si invitava a guardare avanti, non sempre al passato, alle vicende MPS, Mauro Aurigi tiene a precisare quanto segue:
“Guardiamo avanti c’è il burrone? No, non sai dove andare se non sai da dove vieni e soprattutto se non ti sei accorto che nel burrone ci siamo già cascati più di 20 anni fa. Ma non scrivo per te (immagino che tu sia un ragazzino imberbe oppure un vecchio affetto da alzheimer, per cui sarebbe una inutile perdita di tempo il risponderti) ma scrivo per chi ti possa avere letto qui su Facebook e anche per Massimiliano Angelini * che dice che l’opposizione alla gestione del Monte ci fu, sì, ma negli interventi all’assemblea dei soci del Monte e quindi quando il Monte era, dal 1995, già Spa.
L’opposizione invece ci fu, e fortissima, ben da prima, negli anni ’94-’95, contro la privatizzazione della Banca. Sembra che ancora non si sia capito che il problema non stava nella cattiva gestione della banca Spa, ma nell’averla voluta privatizzare. Insomma la cattiva gestione successiva fu solo la logica conseguenza della privatizzazione.
I Senesi erano contrari alla privatizzazione. Perfino le Contrade, sulla scia degli interventi (decine e decine di manifesti, conferenze, comunicati stampa) dell’Associazione per la difesa del Monte, affissero un pubblico manifesto contro la privatizzazione. L’Associazione tramite una scheda distribuita insieme ai quotidiani dai chioschi dei giornali, raccolse ben 4500 firme dei cittadini (Luigi Vigni e Pierpaolo Fiorenzani sono ancora vivi per confermarlo). E a privatizzazione ormai fatta (l’allora presidente del Monte Grottanelli de’ Santi scelse bene il giorno della privatizzazione: il 14 agosto 1995 con i Senesi distratti dal Palio!!!), l’Associazione fece ricorso al TAR (la banca era demanio comunale e non statale per cui lo Stato non avrebbe avuto il diritto di confiscarla ai Cittadini). Ben 11 anni dopo(!!!), il Tar ci rispose chiedendoci se eravamo ancora interessati ad avere una sentenza! .
Anche il sindaco Piccini era inizialmente decisamente contrario alla privatizzazione: aveva buon naso e percepiva bene l’umore della Città, ma poi il suo naso diventò più ricettivo e capì che se avesse insistito il partito gliel’avrebbe fatta pagare. Così cambiò prudentemente idea (ma il partito gliela fece pagare lo stesso). Il “tradimento” di Piccini fu quello che fece traboccare il vaso: Massimo Dalema e i suoi feudatari senesi ebbero finalmente la mano libera per privatizzare la banca e egemonizzare sia la Fondazione che la Banca Spa.
Non mi piace citarmi, ma su Amazon si può trovare un mio e.book sulla questione: “Monte dei Paschi di Siena: un amore durato mezzo millennio e finito in tragedia”, risalente ai tempi in cui il mio rapporto con l’editore Casaleggio (padre) erano ancora buoni”.
Mauro Aurigi
*Massimiliano Angelini, nella conversazione, aveva ricordato come – contrariamente a quello che la vulgata vuol raccontare – Senesi che si sono opposti al Sistema ci sono stati (vedi gli interventi nelle Assemblee MPS degli anni 2000), ed adesso è stato pubblicato anche un libro che lo testimonia: “MPS: cronaca di un disastro annunciato. Il silenzio di molti, le voci di vochi, gli errori di qualcuno“. Mauro Aurigi dice – invece – che il danno per Banca MPS è databile ancor prima, alla sua costituzione in Spa (1995), che in tanti a Siena avevano osteggiato, per poi piegarsi alle distorte logiche partitiche.