Antonio Vigilante, che insegna Filosofia a Siena, Liceo delle Scienze Umane, ha scritto per gli Stati Generali, giornale on line, un pezzo dal titolo piuttosto netto“LA SIENA SPENTA E UN PO’ CAFONA DEL SINDACO DE MOSSI”. Tratta di Cacio e Pere chiuso da un “vero e proprio bullismo istituzionale del Comune di Siena”.
Egli ricorda che “i ragazzi di Siena si divertono nelle contrade.. che fanno spesso musica da discoteca ad altissimo volume fino a notte fonda” mentre “gli universitari provano a divertirsi ..in via Pantaneto”; i residenti sopportano le contrade, ma osteggiano ogni “locale non contradaiolo… che crea il minimo disagio”.
Si domanda, poi, quanti voti porti un Comitato di residenti e ricorda che De Mossi è riuscito a presentarsi come “difensore” (avvocato) delle contrade e, “quindi, della senesità più autentica“che non disdegnerebbe “un certo astio” verso altri luoghi e forme di divertimento.
“Un’impresa giovane - conclude - che faceva cultura nel rispetto del regolamento comunale distrutta scientemente da un’amministrazione comunale. Difficile trovare casi simili in Italia”.
E si arriva così al tema della cultura a Siena, sul quale si esprimono interessanti considerazioni che non ci sentiamo di bruciare con un breve riassuntino. Forse il prof. Vigilante potrebbe intervenire direttamente con utili specificazioni?
Intanto la contrapposizione tra divertimenti contradaioli e universitari sembra già una provocazione non di poco conto.