“La Storia non è una maledizione né una prigione, non condanna nessuno e nessun luogo ad un particolare destino. Noi possiamo cambiare i luoghi in cui viviamo, possiamo renderli migliori. La gente di Leopoli c’è riuscita. Possiamo riuscirci anche noi”. Con queste parole Anne Applebaum, giornalista e scrittrice statunitense che vive oggi a Varsavia, chiude un racconto pubblicato in questi giorni anche in Italia.
E’ la storia di una città che ha attraversato recentissime “tragedie, guerre e dittature”, che è sopravvissuta, che ha ripreso a vivere e che oggi sembra rappresentare per tutti un esempio concreto di speranza. Se c’è riuscita Leopoli partendo da guerre e tragedie.… ci possiamo riuscire dappertutto… Si può fare
Ma si fa? E come si fa? Molti in questi mesi rilevano che Siena stia perseverando ed anzi aggravando l’azione di svendita dei suoi beni preziosi, della sua immagine, della sua bellezza, dei suoi beni culturali. Per capirci meglio prendiamo un esempio offertoci da Roberto Bechi su FB che, per carità di patria, non è strettamente cittadino:
PIO BURGER! , scrive Roberto : cosa ne penserebbe Papa Pio II di questo uso del suo pontificio nome ? …ormai stiamo svendendo il nostro passato !
A Pienza, come anche a Siena dove stiamo celebrando la carriera del Palio di Luglio, ormai si vende di tutto e di più, stiamo mercificando tutto e anche per pochi spicci !
Lontani sono gli echi dei nostri avi che nel XIII secolo ci ricordavano che “Niuna cosa, per quanto sia minima, può avere cominciamento o fine, senza queste tre cose: senza sapere, senza potere e senza amore volere.”
.