Sono passati pochi giorni e l’8 luglio Pietra Serena ha scritto in un comunicato di “sperare” che il Patto per Siena appena sussurrato dal sindaco “non sia stata una semplice chiacchiera estiva, ma un tentativo di vera apertura alla cittadinanza per un impegno civico fuori dalle strategie politiche e strumentalizzazioni partitiche”. Non è mancato chi ha fatto subito notare che, al di là delle percentuali dei votanti, gli attuali rapporti di forza nel consiglio comunale (13 consiglieri di partito tra leghisti, fratelli d’Italia e forzisti e una forte differenziazione tra alcuni civici in posizione critica e preoccupata e uno stormo di eletti nella gran parte delle liste civiche schieratissimi e devoti) non consentono facili illusioni di aperture democratiche.
Pietra Serena, tuttavia, ribadisce “che una città viva e pronta per le sfide del futuro deve fondarsi su un “patto” tra amministratori e amministrati, incardinato su solide basi di confronto e partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche per lo sviluppo della città” e, pertanto, si dichiara disponibile “ad iniziare da subito un percorso di dibattito e condivisione (ben codificato e strutturato!) su proposte, idee e progetti”.
E pone una serie di condizioni (“spirito civico genuino … completo rinnovamento di metodi e di persone.. fare tesoro dei gravi errori commessi in passato e della memoria storica degli avvenimenti cittadini degli ultimi 20 anni...) mantenendo saldo il ricordo dei “disastri causati dal passato sistema di potere autoreferenziale, clientelare e schivo alle logiche di trasparenza e condivisione sulle scelte per la città” .
Sembra mancare però l’individuazione degli interlocutori: Pietra Serena non dice per il momento con chi intende intraprendere “da subito” questo percorso di dibattito e di condivisione.
Con chiunque, immagino, consideri il ‘patto civico’ un tema su cui cobfrontarsi