A seguito della concessione da parte dell’attuale Giunta comunale della Loggia dei Nove, per un aperitivo, e del Cortile del Podestà, per una cena, alla multinazionale Sequirus (azienda nata da una costola dell’australiana Csl che aveva acquistato da Novartis la divisione dei vaccini al momento della cessione degli stabilimenti di Rosia e Siena a Gsk) in relazione all’inaugurazione di una sede, non laboratoriale, nel territorio senese comune di Monteriggioni, che tanta indignazione ha generato nei cittadini che si sono espressi sui social, leggiamo le spiegazioni pervenute dall’Amministrazione comunale.
Viene fatto riferimento al regolamento comunale in materia di concessione degli spazi del Palazzo Comunale a soggetti esterni, adottato nel 2003 dall’ Amministrazione Cenni e rivisto da quella Valentini nel 2018, e a possibili positive ricadute occupazionali (ad oggi 31 dipendenti pressoché tutti ex Novartis ed ex Sclavo, fonte Corriere di Siena).
Tutto questo non giustifica, secondo noi, l’uso improprio di certi luoghi-simbolo della Città.
Anche volendo non approfondire le questioni relative alla regolarità dell’atto con cui la Giunta in data 11 luglio 2019 ha deliberato la concessione degli spazi in questione ( Deliberazione 278/2019 reperibile nell’archivio del Comune), quali per esempio la carenza di motivazione sia per la concessione degli spazi al soggetto richiedente sia per la riduzione dei costi (dai 3500 euro previsti dal Regolamento ai 2000 euro deliberati), nonché il mancato preavviso dei richiesti 20 giorni dall’art. 2 del regolamento (la deliberazione evidenzia come i tempi tra la domanda del richiedente, pervenuta al Comune il 4 luglio e la data dell’evento 18 luglio, non siano rispettati) preme ricordare che gli enti pubblici hanno il dovere, per rispetto della legge e perché non trattano i beni privati di casa loro, di motivare, nei propri atti amministrativi, in maniera precisa e puntuale le scelte adottate, oltre a rispettare tutte le altre previsioni normative e regolamentari. Preme soprattutto far riflettere sulla eccessiva disinvoltura di certe iniziative, giustificate come necessarie per rendere il territorio attrattivo agli investitori.
Dopo la crisi di MPS, che ha inevitabilmente coinvolto anche la Fondazione, appare chiaro a tutti che occorre ripensare a un nuovo modello di sviluppo, che sappia attrarre risorse (anche private) sul territorio. Tuttavia siamo sicuri che certe iniziative siano davvero il mezzo per raggiungere simili finalità? La “scarrozzata” di Ferrari e Lamborghini (marchi prestigiosi, sia chiaro!) in Piazza del Campo avrà effettive ricadute sull’attrattività di Siena? E, soprattutto, queste ricadute così genericamente evocate dall’Amministrazione sono in qualche modo “misurabili” ed inserite in un quadro progettuale strutturato, al fine di rendere chiaro il vantaggio pubblico che se ne trae? Per convincere certi investitori non sarebbe forse meglio lavorare ad un progetto analitico, completo e coerente con le caratteristiche del nostro territorio, oltre allo snellimento di certe procedure autorizzative, a defiscalizzazioni mirate, a sinergie tra i principali soggetti pubblici e articolazioni sociali della Città, partenariati con realtà avanzate, tramite chiare e trasparenti procedure in cui ruoli, metodi di gestione e risultati raggiunti possano essere verificati attraverso un costante monitoraggio?
Per ora niente di tutto questo pare palesarsi all’orizzonte. Scarso, se non scarsissimo, il dibattito sull’idea di Città che questa Amministrazione persegue. Se infatti i Cittadini dovessero giudicare da quanto visto fino ad adesso, si potrebbe parlare di una promozione della Città un po’ “sgangherata”, con iniziative isolate e di respiro limitato, poco o nulla collegate con la storia, la tradizione e la cultura della Città. Né – a dirla tutta- la presenza di diverse realtà accademiche, un’Università ben posizionata, con merito, nelle graduatorie nazionali e internazionali, l’altra Università in costante crescita così come la Rinaldo Franci, appaiono essere assets della Città adeguatamente valorizzati.
Seppur dunque d’accordo sull’esigenza di “mettere in vetrina” la Città non solo a scopi turistici ma anche per attrarre investimenti capaci di produrre lavoro e nuove opportunità di sviluppo e, possibilmente, di nuove eccellenze, ciò che è stato fatto fino ad ora appare ancora non solo disarticolato, ma anche poco in linea con le effettive potenzialità della Città, che non può limitarsi a “contorno” di iniziative private per brand famosi.
Serve guardare con maggiore prospettiva, non cercando soluzioni dentro un cilindro, ma confrontandosi con i Cittadini in maniera più aperta, alla ricerca di un’idea condivisa’ di Città per traghettare Siena alle sfide del futuro.
Ombretta Sanelli e Massimiliano Angelini
Concordo pienamente!