La notizia è arrivata improvvisa dal Corriere di Siena: la Corte dei Conti ha condannato al rimborso di 100.000 euro per danno erariale la giunta Bezzini e il funzionario che, nel 2012, aveva proposto l’affidamento dell’incarico della “comunicazione” ad un’azienda esterna nonostante che la Provincia avesse personale addetto in pianta organica.
Idee in Comune è stata chiamata a pronunciarsi su facebook da Roberto Vulpo che pone questa domanda: “trattasi di caso isolato (è venuto fuori perché smascherato con forza e contro tutti e tutto) o questi atteggiamenti rappresentavano (e quindi rappresentano ancora, haimè) la prassi? Chissà cosa ne pensa su questa faccenda (aggiungerei vergognosa) la Comunità Monitorante di Idee In Comune Siena?”
Così, a caldo, abbiamo risposto cercando di approfondire un aspetto di metodo: “una risposta immediata — abbiamo detto — potrebbe essere piuttosto semplice: come avviene quasi sempre nel nostro Paese, storicamente specializzato nell’arte poco nobile di utilizzare gli strumenti giuridici a disposizione per finalità diverse se non opposte a quelle previste dal legislatore, anche le “esternalizzazioni” (outsourcing) introdotte agli inizi degli anni 2000 per realizzare “economie di spesa e il miglioramento dell’efficienza gestionale” (ottimizzando l’impiego delle risorse economiche e umane, rendendo più rapida l’erogazione di servizi ed informazioni e costituendo, in ultima analisi, valida occasione di ammodernamento e una più efficace risposta alla domanda di servizi dei cittadini), sono state concepite come sistema per liberarsi dei vincoli di legge posti a tutela del pubblico interesse (così, nel caso della condanna della giunta provinciale del 2012, l’esternalizzazione del servizio della comunicazione in presenza di dipendenti specificamente assunti per quella funzione, dà esattamente il senso dell’arroganza assunta dai partiti nell’epoca della Siena da bere in assenza di controllo democratico: invece di ottimizzare le risorse economiche ed umane si duplicano i servizi, si demansionano gli addetti, si sprecano risorse; poi si tratterebbe anche di valutare a vantaggio di chi…). Ovvio che il compito istituzionale del controllo spetterebbe alle minoranze, ma su questo punto abbiamo visto che, purtroppo, ogni minoranza — salvo meritevoli quanto inascoltate eccezioni — tende a laissez faire concentrandosi semmai nella ricerca del consenso con la riserva, una volta ottenuta l’alternanza, di fare esattamente le stesse cose. Come, in effetti, sembra stia puntualmente avvenendo...
Questa sarebbe — tuttavia — una risposta non solo generica, ma anche inappropriata. Se i meccanismi maggioranza-minoranza non funzionano come dovrebbero, occorre sviluppare la funzione di “monitoraggio civico” diffusa, affidata ai cittadini attivi e alle loro aggregazioni. Invero è anche quello che sta accadendo: proprio oggi sullo stesso giornale che dà la notizia della sentenza della Corte dei conti, si legge di un intervento di una lista civica di maggioranza — e si sottolinea di maggioranza — che riceve una singolare risposta dell’assessore alla pubblica istruzione che nega di voler esternalizzare i servizi della scuola materna, ma di volerli invece “appaltare” (come se, per legge, l’appalto non fosse che uno degli strumenti possibili per l’esternalizzazione accanto al contratto tipico come il global service, fino a tutte le aggregazioni di tipo associativo, come società di capitali, aziende, associazioni in partecipazione, consorzi, joint venture…) E’ un compito difficile quello che si va chiedendo ai cittadini, ma è un compito possibile. E va svolto con rigore cominciando con l’ esercitare una costante pressione per ottenere TRASPARENZA (come previsto da specifiche norme di legge) e per insistere per l’adozione di strumenti che favoriscano il controllo democratico a partire dalla sottoscrizione di codici etici di comportamento come la Carta di Avviso pubblico, tanto disprezzata da questa amministrazione comunale. Idee in Comune proseguirà nella strada intrapresa e cercherà di dare una risposta seria alla serissima domanda di Roberto Vulpo. Altrimenti ci dovremo rassegnare ad aspettare sette anni (quanti ne sono trascorsi tra i fatti e questa sentenza della Corte dei Conti) per verificare se, per avventura, si siano fatte esternalizzazioni che hanno prodotto danni in luogo dei benefici per cui sarebbero nate.”
Dobbiamo confermare in pieno questa risposta, con una doverosa precisazione: nel caso concreto — come ricorda un post di Francesco Giusti del 20 agosto — fu esattamente una forza politica di minoranza, la Lega Nord, che aveva allora un consigliere in Provincia, a presentare un esposto formale a sua firma redatto con la consulenza dell’avv. Luigi De Mossi, oggi sindaco di Siena. Ci piacerebbe che l’uno e l’altro ricordassero che le battaglie per la legalità e la trasparenza non sono solo strumenti di lotta politica contingente, ma sono i fondamenti della vita democratica di ogni comunità.