Luigi De Mossi, allora candidato, dichiarava perentoriamente il 3 gennaio 2018: “sono civico, ma aperto a tutti”. E ha continuato a ripeterlo anche dopo le elezioni. Anzi a giugno ha lanciato l’idea di un Patto con i cittadini, rimasto per ora senza esiti. Il consiglio comunale vede la presenza di 17 consiglieri eletti dai partiti su 32 complessivi e la Giunta, a quanto si sente dire, ha un solo esponente del civismo, Sportelli, dopo che Appolloni è entrata in rotta di collisione con la lista civica di riferimento. Ora si parla di rimpasto anche per Sportelli e si allarmano non solo i civici che sostengono De Mossi, ma anche quelli formalmente esterni, come Pietraserena.
Probabilmente ha maggiore titolo a dichiararsi civico Manolo Garosi, 38 anni, sindaco di Pienza che dirige un Comune il cui consiglio è composto esclusivamente da eletti in liste civiche.
Anche Giorgio Del Ghingaro, diventato famoso a suo tempo per essere stato autore, come sindaco di Capannori, di una straordinaria performance del suo comune in materia di raccolta differenziata, oggi sindaco di Viareggio, vanta in tema di civismo un risultato di tutto rispetto: il suo consiglio comunale è composto da 19 consiglieri civici divisi tra cinque liste e il gruppo misto, e da 6 consiglieri eletti da partiti, 2 dal PD 3 dalla Lega e 1 dal Movimento 5stelle, tutti all’opposizione.
Poi abbiamo letto sui giornali che Del Ghingaro, domenica scorsa, è andato alla Leopolda ad abbracciare Renzi e a dichiarare che si trovava lì perché Italia Viva (cui aderiscono anche sedicenti “civici” senesi come Mauro Marzucchi) è l’unico partito che non gli fa opposizione a Viareggio; infatti a Viareggio Italia Viva non c’è (per ora).
Pino Di Blasio su La Nazione ci spiega che “i primi cittadini del Centrodestra (Siena, Arezzo e Grosseto ndr) rilanciano l’ipotesi della lista civica” per le prossime regionali in Toscana e, come si sa, domani si vota in Umbria su una scheda dove ci sono 3 liste civiche con tale Ricci, una lista civica di destra e due liste civiche con PD e M5Stelle che appoggiano un candidato effettivamente civico Vincenzo Bianconi, nel senso che, come De Mossi del resto, non è uomo di partito, ma della società civile.
Anche Italia in Comune, il partito fondato da poco da Pizzarotti e da un gruppo numeroso di sindaci, ha nelle proprie finalità dichiarate quella di aggregare il civismo e l’imminenza delle regionali si fa sentire con tutto il suo peso.
Pier Luigi Piccini, che s’intende di partiti e anche di molto altro, ha scritto di recente che non è vero, come afferma De Mossi, che il civismo “ha fatto vincere il centrodestra (anche se si vede più destra che centro; ndr) a Siena” e che tale risicatissimo successo è dovuto soprattutto alla contingenza “particolare dei rapporti politici nazionali”, già oggi ribaltati.
In conclusione, se ci accontentassimo di definire civico tutto ciò che non sia direttamente appartenente ai partiti o tutto ciò che si colleghi ad un esponente purchessia della società civile, non faremmo che alimentare una terrificante confusione, dove sguazzano trasformismo, opacità, opportumismi. Perciò, fin dall’inizio della nostra esperienza, avevamo coniato lo slogan del “civismo non servile” per porci al riparo dai tentativi di strumentalizzazione che sapevamo sarebbero arrivati presto e numerosi.
Ora sappiamo che la dichiarazione di intenti e di volontà, per quanto ferma, è necessaria ma non basta: il civismo, alla fine, si misura dai comportamenti concreti e, cioè, dal rapporto aperto e trasparente con i cittadini, dalla qualità e quantità delle interlocuzioni, delle consultazioni e dei rapporti che intrattiene con una città partecipativa e protagonista e non suddita.
Da questo punto di vista l’attuale amministrazione è forse la peggiore tra quelle, comunque pessime, che l’hanno preceduta e i civici, per essere tali e non meri supporti dei partiti, potrebbero cominciare a tenerne conto.
La distinzione fra civici e non mi pare irrilevante, come potrebbe essere quella fra obesi e no, oppure biondi e non.
È rilevante, invece il programma che un amministratore riesce a portare avanti durante il suo mandato, ma questo non puó essere valutato che a conclusione del mandato stesso.
Comincia ad essere pochissimo rilevante la distinzione fra sinistra e destra, proprio perchè l’ attività svolta da un politico non puó essere valutata che a post