Dunque il Comune di Siena avrebbe deliberato: al Santa Maria della Scala si farà un Punto di soccorso cioè un “servizio al quale ci si può rivolgere per la soluzione di un disturbo improvviso e di lieve entità” (assessore Appolloni). Non un’ “infermeria”, intendiamoci, come ce ne sono al Louvre o al Prado o all’Ermitage, non un servizio interno per i visitatori, insomma, ma un vero “Punto di Soccorso” per tutti.
Anche se qualcuno la vede di buon occhio, ai più è sembrata un’ipotesi bislacca. Altri osserva che “sarebbe interessante e stimolante riflettere su come riportare in quei locali una memoria così forte come quella della cura, che servirebbe a far comprendere meglio anche il significato dei capolavori d’arte che vi si possono ammirare”. Immagine colta e suggestiva, forse venata di nostalgia. A proposito di memoria, tuttavia, i meno giovani ricordano bene quel puzzo di etere e di vari medicamenti che sembrava sedimentato nei secoli, quel lezzo stantìo morbifero che li impauriva da piccini appena varcavano la soglia.…
Ma davvero ha senso mischiare il patrimonio artistico con i “disturbi improvvisi”, magari semplici cacarelle estive? Se vuoi un immodium o hai battuto un ginocchio sulle scale del Duomo, non puoi andare dai Liverani ai Quattro Cantoni ? Non siamo a Parigi, la farmacia la trovi a pochi passi. Anche in Via del Porrione la Misericordia fa ambulatorio, senza ingolfare per forza il policlinico (pure l’infermeria dei Musei Vaticani è appaltata alle Misericordie). In Viale Mazzini può dare una mano la Pubblica Assistenza. Poi se la cosa s’ingrossa, in qualche minuto ti portano al Pronto Soccorso.
Ma, alla fine, a chi e perché è venuta in mente una simile iniziativa del Comune senza previa consultazione e/o concertazione con le aziende sanitarie, con la Società della Salute, con il mondo del volontariato in sanità? Com’è possibile che sia stata messa lì una spesa rilevante senza riferirsi ad una qualunque programmazione di carattere socio-sanitario da parte degli enti/aziende del Servizio Sanitario Regionale?
Comunque la rigiri la vicenda appare priva di senso. A meno che… A meno che ci sia un’altra motivazione, inespressa e strettamente politica e di parte: così non manca chi ha acutamente osservato che questa “cosa”, a guardare bene alcuni degli intenti dichiarati, come “promozione e prevenzione della salute …partecipazione dei cittadini informati”, pare volersi sovrapporre alla Società della Salute Senese, invisa al Comune, ai Comitati di partecipazione e a progetti di informazione partiti dal basso — come, per esempio, il Progetto Salute in Contrada delle Commissioni Solidarietà.
Ma, anche in tale scenario, perché cercare a forza una scombinata visibilità? non sarebbe stato meglio cercare di superare le oggettive carenze, in sinergia con le aziende ed enti sanitari di riferimento del territorio senese quali la mancanza di Case della Salute, essenziali per garantire la continuità delle cure dopo quelle ospedaliere?
Altro che, disinfettanti, cerotti e pomate tra un’opera d’arte e l’altra!
Vorrei capire meglio:
1)il ” trattamento di primo soccorso ” sarebbe economicamente a carico del SSN o del COMUNE ?
2)Perché non lavorare invece per istituire un ” casa della salute” come ” ovunque” fuorché a siena?
3)Perché non voler collaborare con SdS ( che funziona) anziché volerne uscire?
4) Mi sfugge quale sia il “bene comune” da perseguire per i cittadini in questa circostanza …sicuramente x mia ignoranza
Belle domande!
A giudicare dalla passata esperienza non risponderà nessuno. Questa amministrazione non risponde; non rispondono gli assessori, non risponde il sindaco. Per principio, si immagina. Non risponde nemmeno il presidente della Provincia. Una sola volta ha risposto, su facebook e non su questo blog, l’ass. Benini, ma, alle successive richieste, anche lui tace. Ora che Colonnino è tornato di moda, forse si potrebbe chiedere a lui.
Chiunque governi, per poter dichiarare di essere democraticamente collegato alla volontà popolare, dovrebbe rigorosamente e esclusivamente attenersi al proprio programma diffuso prima della sua elezione e a nient’altro. In caso di interventi che esulassero da quel programma (per esempio: cosa è andato a fare il sindaco De Mossi in Cina?) dovrebbe prima consultarsi con la società civile e le sue organizzazioni, (referendum popolare?) e quindi provvedere . Ovviamente ci possono essere situazioni di urgente emergenza necessariamente da affrontare subito con la “propria” diligenza del buon padre di famiglia, ma comunque i provvedimenti così adottati dovrebbero sempre essere sottoposti in qualche maniera a successiva ratifica popolare.
Così dovrebbe funzionare l’integrazione tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta che sarebbe la più avanzata forma di democrazia che possiamo oggi ipotizzare. Non è cosa secondaria perché — e questo ce lo dimentichiamo troppo spesso ‑dai livelli di democrazia applicati dipendono direttamente i livelli di floridezza morale e materiale di una comunità. E ciò è riscontrabile in ogni società del passato e del presente.
Purtroppo chiunque in Italia vada al potere si ritiene sempre, non un’espressione della volontà popolare, ma una sorta di “Uomo della Provvidenza”. Tanto per spiegarmi meglio: se quando nel 1995 si trattò di privatizzare il Monte si fosse ricorsi al referendum popolare (la richiesta di farne uno fu bocciata tre volte) certamente la larga maggioranza dei cittadini avrebbe votato per il NO. Forse ciò avrebbe potuto — contro la volontà di D’Alema, Amato, Piccini, Berlusconi e compagnia varia — consentire il mantenimento della sua forma pubblica, strettamente legata al territorio , e il Monte sarebbe arrivato alla crisi dei “subprime” in perfette condizioni economiche e finanziarie , come è successo in tutte le altre crisi globali del passato, mentre le altre banche private fallivano in massa. Certamente sarebbe così diventata una delle maggiori banche europee, forse la maggiore (la più solida d’Europa lo era già da tempo).
Oggi Siena sarebbe un’altra cosa.
Ma purtroppo la conclusione è sempre quella: IN ITALIA IL FASCISMO NON E’ NATO CON MUSSOLINI NE’ E’ MORTO CON LUI.