Il nostro è probabilmente l’unico sindaco al mondo che si è trovato lì “occasionalmente”. Lui o un altro non avrebbe fatto differenza. Infatti non è stato lui a lavorare per convincere tutti i partiti di destra a prenderlo come proprio “campione” per la lizza incombente, proprio lui che vanta il nonno partigiano. Lui passava per caso e non aveva lavorato per dividere il civismo locale promettendo trasparenza e rigore subito dimenticati e osteggiati.
La città, dice, non vuole “ragionamenti calati dall’alto”: forse si riferisce a Socci e Fusaro, come si sa venuti in auge “dal basso” (che più in basso di così — francamente — non è facile andare).
Insiste che ci vuole il civismo …e confessa arditamente “anche appoggiato da partiti”.. Parla evidentemente di quel sedicente civismo che lo sorregge ora, prono e servile esattamente a lui e ai partiti, incapace perfino di difendere il civico Sportelli.
Con MPS non ha avuto rapporti facili — precisa — perché ha avuto “cause con MPS”: sono finite? le ha vinte tutte? le ha perse? forse impaciate? Bene, finalmente potrà occuparsene. Questa incredibile e permanente commistione tra incarico pubblico e professione privata mostra solo un’incredibile groviglio di conflitti di interesse che rivendica e sottolinea imperterrito ad ogni piè sospinto.
“Le nomine non dipendono da me”, dice. Alla Piazza delle idee del 2018 aveva garantito l’adozione di metodi nuovi, ma ha subito contraddetto tutte le promesse elettorali e il suo stesso programma.
“E’ difficile coniugare l’interesse pubblico con la buona gestione”. Qui si tocca il fondo! Ci rendiamo veramente conto di quello che il sindaco sta dicendo? Per lui buona gestione e interesse pubblico non sono conciliabili.… Non ci sono parole per descrivere lo sconcerto.
“Non è più un’eresia ragionare di una città murata diversa…”: oddio, Avvocato, che vuol dire? cosa vuol fare di Siena, cosa vuol fare della città murata? Non le piace come è ora? quali trasformazioni urbanistiche intende apportare? Lei non solo ci preoccupa, lei, francamente, ci terrorizza.
Lei vuole un patto Siena — Regione: bene. Su cosa? infrastrutture e sanità.
E spiega: per la sanità vorrebbe una “ASL unica per la Toscana”, vale a dire il massimo dell’accentramento, perché, dice, che “i sindaci e il civismo sono portatori di esigenze trascurate”. Ottimo, diamo tutto in mano ad un (solo) manager in Regione che, come ha spiegato sopra, non potrà, anche volendo, “coniugare l’interesse pubblico con la buona gestione” …. e siamo a posto.
Sulle infrastrutture poi, arriva a dire una cosa veramente originale: se la Siena Firenze non è sicura, afferma, “torno a sollecitare la Ferrovia” per andare a Firenze in 50 minuti; ovvio che, se la strada fosse invece “sicura”, la ferrovia si potrebbe anche abbandonare (nonostante che ci siano corse che impiegano 69 minuti).
Alla fine esagera e se la prende coi mandarini e coi boiardi. Il mandarino, che si sappia, è un personaggio potente e influente, un alto funzionario che intende conservare e far valere a ogni costo i privilegi più esclusivi della sua carica, mentre il boiardo è un alto dirigente di un ente o di un’azienda: li conosciamo ormai da decenni , signor sindaco, e li troviamo ogni giorno ad operare volenterosi e soprattutto disinteressati al suo servizio.
1 thought on “Boiardi, mandarini e pensiero unico.”