Leggiamo le norme — avendo tempo — e non solo i social e le traduzioni dei media.

A chi fa la gita di famiglia fuori por­ta, a chi dice che il Gov­er­no vuole las­cia­re in mutande le par­tite iva, a chi bercia per­ché  vuole subito nuove elezioni, a chi va in chiesa a pre­gare in com­pag­nia, a chi dice che le auto­cer­ti­fi­cazioni non ser­vono, a chi va anco­ra a gio­care a boc­ce e si bec­ca subito il covid, a chi sostiene con­tro ogni evi­den­za che la democrazia ha tem­pi deci­sion­ali lunghi e lunghissi­mi, a chi è sicuro che la nos­tra buro­crazia è geneti­ca­mente imbelle,  a chi parte dal­l’idea che tut­to si risolverebbe se ci fos­se un uomo solo al coman­do (Putin? Trump? Kim? Erdo­gan?), a chi vor­rebbe chi­ud­ere tut­to quan­to, a chi vor­rebbe riaprire tut­to e subito per­ché non ci pos­si­amo per­me­t­tere di attentare alla (sua) ric­chez­za per l’in­sen­sa­ta prete­sa di restare sani, a chi denun­cia che non si pen­sa ai carcerati, a chi scrive che il gov­er­no vuole lib­er­are i carcerati, a chi si sente improvvisa­mente affet­to da esuber­ante buon­is­mo e a chi, al con­trario, vor­rebbe spac­care tutto

SI DEDICA

la let­tura, per quan­to approssi­ma­ti­va e fugace,  di questo decre­tuc­cio com­pos­to da 127 arti­coli (e 60 paginette) pub­bli­ca­to ieri sul­la Gazzetta Uffi­ciale e subito in vig­ore (così, per un po’ si tro­va anche qual­cosa da fare) invece di affi­dar­si solo alle (spes­so inter­es­sate) sin­te­si giornalistiche.

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg