Ombretta Sanelli, anche lei co-fondatrice di Idee in comune e cittadina attiva, ha commentato l’intervento dettagliato e documentato di Francesco Fasano definendolo una “analisi molto interessante, chiara e istruttiva. Tutti i cittadini senesi - a suo parere — dovrebbero poterla leggere per comprendere lo stato delle cose e per svolgere l’indispensabile esercizio del loro ruolo di cittadini attivi. Senza conoscenza, senza informazione e senza una successiva elaborazione le opinioni di ciascuno di noi sono zoppe, con fondamenta fragili, ma poi, inevitabilmente, è sulla base delle nostre opinioni che esprimiamo il nostro giudizio politico”.
Ed ha aggiunto:
Quattro gli aspetti che voglio riprendere:
1) il rispetto delle leggi. In una repubblica democratica è imprescindibile. Le norme non sono burocrazia ma argine ai privilegi dei pochi rispetto ai diritti di tutti. Argine alla deriva, corruttiva e mafiosa, di chi si vende e di chi compra consenso.
2) Il consumo di suolo e la sostenibilità, compresa quella di carattere sociale. Mi auguro che la stragrande maggioranza dei cittadini sia consapevole dell’assoluta rilevanza di questi aspetti per la salvaguardia ambientale, correlata alla sopravvivenza del pianeta Terra, alla pace sociale e alla dignità dell’essere umano. Non ci scordiamo però che questo Consiglio comunale, per sole motivazioni faziose (mi auguro!), ha rigettato la proposta di Siena Plastic Free con argomentazioni imbarazzanti. Tant’è che anche le Contrade, con le loro Società, hanno superato la posizione del Comune, bandendo, tutte insieme, l’uso della plastica.
3) La Città Intelligente — Smart City. È un tema che è stato di primo piano sulla scena politica cittadina nelle elezioni comunali del 2013 per merito di Enrico Tucci, che all’epoca ho sostenuto con convinzione. Ora che Tucci è in maggioranza spero, per tutti noi Senesi, che abbia la forza di spingere sui valori e sulle idee di Città che ha fortemente sostenuto in passato da candidato a sindaco.
4) Le ipotesi, concrete, per realizzare la Grande Siena. Negli interventi precedenti sull’assetto urbanistico cittadino (da Barzanti, a Piccini, ai Mazzini) nessuno aveva indicato le modalità organizzative a cui stesse pensando per concretizzare le soluzioni proposte. Invece in questo articolo trovo finalmente indicate due strade con i relativi strumenti (Piano Strutturale Intercomunale).
Infine vorrei riportare parte di una ricostruzione della storia urbanistica della nostra Città:
“Ranuccio Bianchi Bandinelli e Mario Bracci avevano lanciato l’allarme fin dal 1953, facendo presenti i pericoli dell’espansione dell’edilizia, dovuta a una speculazione che non aveva alcun rispetto per la città, e che non considerava in alcun modo il problema del traffico urbano.
A seguito del loro intervento e del tentativo di edificare la valle delle fonti di Follonica, nel 1956 fu affidato l’incarico di redigere il piano regolatore comunale a Luigi Piccinato, urbanista noto a livello internazionale, insieme Piero Bottoni di Milano e Aldo Luchini di Siena.”
Furono così vietate nuove edificazioni nel centro storico e, dopo, realizzata la chiusura al traffico dello stesso: due idee geniali di Città che avevano riportato Siena all’avanguardia nel progettare in senso comunitario e di salvaguardia.
Poi, l’incapacità politica di arginare lo spopolamento del centro storico, la bruttezza delle edificazioni della periferia Nord, lo stravolgimento del Piano Secchi, a causa dell’accoglimento “poco razionale” delle relative osservazioni pervenute e dell’eccessivo indirizzo verso centri commerciali esterni alla cinta muraria, gli ecomostri della giunta Cenni (stravolgimento progetto della stazione, cementificazione selvaggia di colonna San Marco, progetto, fortunatamente abortito, della Cittadella dello sport a Isola d’arbia, folle idea mussariana di un aeroporto internazionale ad Ampugnano, cementificazioni varie contenute, o concesse, nello strumento urbanistico approvato all’ultimo minuto del suo secondo mandato ..)
Per immaginare e realizzare grandi soluzioni comunitarie ci vogliono grandi menti, aperte all’ascolto e non interessate a miseri interessi particolari, capaci di fare sintesi politica nell’interesse dell’intera cittadinanza, al cui servizio hanno deciso di operare. Solo quando
avremo creato questa congiuntura Siena potrà sperare di riprendere un cammino, interrotto da troppo tempo, ripensando alla sua essenza socio-culturale, incastonata nel mondo contemporaneo: in una parola una visione di Città.
Per quanto mi riguarda di azioni e scritti e sollecitazioni relativi al tema riassunto nella formula Grande Siena ne ho fatti o avanzati o ripresi in decine di occasioni e non ho ritenuto opportuno riassumerli in una breve nota sul PO. Il fatto è che si è poco informati sulle vicende che hanno interessato Siena nel periodo in cui l’urbanistica esisteva, fino almeno all’elaborazione del piano Secchi. Da sindaco presentai in consiglio comunale un Piano intercomunale nel 1973… Ma non voglio aprire un discorso che sarebbe lungo e ho fatto altrove: si va svolgendo in questi giorni un dibattito su “Corriere Fiorentino” che mi pare di un certo interesse intessuto di contenuti. Talvolta prevalgono formule e procedure del “politicamente corretto” che non individuano con chiarezza progetti da fare o concludere e spazi su cui intervenire.