Qualche giorno fa il Consiglio comunale ha modificato lo Statuto dell’ASP, Azienda servizi alla persona, un’azienda pubblica importante che gestisce Campansi, Butini Bourke, farmacie comunali, mense scolastiche.… I senesi hanno letto dure critiche e reazioni della minoranza consiliare e una lettera dei dipendenti e hanno saputo che vari consiglieri comunali di maggioranza hanno disertato la riunione (cui non ha partecipato neppure il Sindaco) o non hanno votato.
Ma cosa è successo esattamente?
Già a leggere la premessa della deliberazione c’è da rimanere sconcertati anche in base al comune buon senso: si legge infatti che, siccome la Presidente (Cruciani) si è dimessa insieme a due componenti del Consiglio di Amministrazione a causa — come hanno scritto — di “differenze di visione strategica con l’istituzione Comunale di riferimento” (dunque per motivi che non riguardano affatto la Direttrice Rossi, addetta alla gestione) e che, pertanto,
“si deve ricostituire il CdA e nominare il nuovo Presidente”,
(e non cambiare il Direttore) … ecco che… giocoforza.… per conseguente necessità … occorre
aggiornare lo Statuto sul punto specifico della figura del Direttore al fine di garantire la ripresa.….
e giù la solita tiritera a caso sull’interesse pubblico, ecc. ecc. priva di qualsiasi collegamento al punto concreto.
Ora basta leggere queste righe per capire che: a) la modifica statutaria si fa solo sul Direttore attuale ed è, pertanto, una modifica “ad personam”; b) la motivazione espressa (altra cosa è ciò che sta dietro e che resta nascosto) risiede solo ed esclusivamente nel fatto che si è dimessa la Presidente, accadimento che, di per sé, non può avere niente a che vedere col Direttore. Il salto logico è tanto evidente da far pensare ad un colpo di sole penetrato fin dentro il Palazzo Pubblico.
Poiché le premesse sono ermetiche e capziose per non dire incomprensibili ed astruse, per tentare di capirne di più bisogna allora vedere come sono state cambiate le competenze e le prerogative del Direttore.
Secondo il vecchio Statuto il Direttore, che prima era nominato dal CdA tra persone particolarmente esperte in varie discipline, che poteva essere confermato e che restava in carica fino alla nomina del nuovo consiglio, a seguito della modifica cessa automaticamente dalla carica (effetto retroattivo) anche nel caso, imprevisto ma ora concretamente verificatosi, di dimissioni della Presidente: e qui si conferma esattamente che l’attuale Amministrazione Comunale ha ritenuto di adottare apposita modifica statutaria (per definizione riferibile solo al pubblico interesse) solo ed esclusivamente finalizzata a levarsi di torno l’attuale Direttore della struttura prima di scegliere il nuovo Presidente senza basare tale scelta su esigenze collegabili al pubblico interesse proclamato ma non esplicitato.
Ma la cosa assume carattere addirittura esilarante se si considera che la modifica statutaria pone come requisito per la futura nomina del Direttore quello che il medesimo non possa essere in alcun caso un dirigente della struttura (come è l’attuale Direttrice), ma che, se dipendente, debba essere semplicemente un funzionario (che, una volta nominato, si troverebbe in posizione sovraordinata rispetto ai dirigenti): dunque, non solo l’attuale Amministrazione comunale di Siena non esita a cambiare lo statuto dell’ASP (solo) per far cessare dalle sue funzioni l’attuale Direttore (cosa già di per sé inaudita e aberrante), ma lo cambia anche in modo che a nessun prossimo consiglio di amministrazione possa mai venire in mente di scegliere questa determinata persona per dirigere questa determinata struttura (salvo, ovviamente, provvedere ad una nuova modifica statutaria!)
Il Comune, insomma, scatena tutto il proprio potere istituzionale contro una precisa persona fisica ben conosciuta in città e la cui immagine è pubblica e notoria.
In pratica il massimo consesso della democrazia cittadina è stato chiamato a pronunciarsi — essendosi dimessa la Presidente Cruciani — sulla permanenza o meno della Direttrice Rossi nel proprio incarico. Follia?
La domanda sorge spontanea: non avrà mica combinato qualcosa? Qualche mese fa il sindaco, desiderando cacciare l’assessore Sportelli, gli revocò la delega senza dare alcuna spiegazione: anzi disse testualmente che Sportelli e lui si erano chiariti circa le cause della revoca nel “miglio verde” e aggiunse che quello che si dice nel miglio verde lì deve restare. Nel caso di Bianca Maria Rossi si sfidano tutti i cittadini senesi a rettificare di una sola virgola il nutrito elenco delle concrete realizzazioni che, nel corso del suo incarico (certamente anche per merito del CdA e col concorso di molti collaboratori, ma altrettanto certamente non per suo demerito) l’ASP ha ottenuto, elenco che riprendiamo puntualmente dall’intervento di un consigliere comunale:
.… il risanamento totale dell’Azienda che nasceva con un deficit strutturale di grande dimensione, il totale azzeramento dell’indebitamento bancario, la emancipazione dalla contribuzione della Fondazione MPS ancor prima le ben note vicende che hanno coinvolto detta istituzione, il graduale e progressivo miglioramento dei servizi erogati, il recupero del patrimonio immobiliare, la garanzia della tenuta occupazionale, le buone relazioni sindacali, il rapporto costante con il mondo del Volontariato e con tutte le componenti della Comunità e, ultimo ma non ultimo, l’efficientamento dei servizi trasferiti dal Comune (Mensa e Farmacie). Non da meno , sia l’adozione di una politica improntata alla massima prudenza su tutte le voci di bilancio, ivi compresa la costituzione di fondi prudenzialmente iscritti in bilancio per fronteggiare eventuali rischi, contenziosi, oneri arretrati, oneri per rinnovi contrattuali ecc.
Con questa testimonianza che è diventata poi testimonianza dei dipendenti dell’azienda e riconoscimento comune di una città, la vicenda personale del Direttore dell’ASP Siena, affrontata da questa amministrazione comunale a colpi di statuto e senza un briciolo di legittimità (abbiamo omesso volontariamente l’elenco delle violazioni di legge perpetrate con questa modifica) e/o di trasparenza, cessa di essere questione di interesse di una singola persona, assume i caratteri e l’importanza di una vicenda di rilevanza collettiva e finisce per diventare uno degli (ormai numerosi) emblemi, simboli ed effetti del nostro perdurante Cattivo Governo.
È una delle cose più infami e illegittime che si possono fare contro una persona, una donna dalla quale in tanti dovrebbero andare ad imparare come si gestisce la cosa pubblica, con competenza, passione per la propria funzione, sensibilità umana che chi ha deliberato neanche sa dive sta di casa e con un rigore etico amministrativo che troppi hanno dimenticato o forse.non hannoai avuto. Solidarietà alla dott.ssa Rossi che spero avrà provveduto a fare ricorso al Tar.
Esprimo tutta la mia solidarietà alla Direttrice Dott.ssa Biancamaria Rossi che ha sempre tenuto in grande considerazione le richieste del nostro Comitato Familiari ed ospiti dell’ ASP di Siena, prodigandosi per la loro risoluzione positiva.
Conosco personalmente la dott.Rossi e rimango davvero disgustata dal trattamento che le e’ stato riservato da parte di che avrebbe dovuto sostenerla e farne un proprio vanto.
Noi (un “noi” comprensivo di tutti quelli che si ritengano a torto o ragione — e quindi anche il sottoscritto — di partecipare in qualche maniera alla coscienza civile della comunità o di una parte consistente di essa), tutte le volte che prendiamo atto di un episodio di “mala gestio” in qualsiasi campo, ma soprattutto in quello della pubblica istituzione, non manchiamo mai di esporre alla pubblica critica l’amministratore o gli amministratori e comunque chiunque altro che di quella “mala gestio” si sia reso responsabile. Ma sempre, dico sempre, omettiamo di chiederci quale siano le nostre responsabilità a proposito di quella “mala gestio”, perché evidentemente siamo convinti che non ce ne siano, per cui la colpa è sempre degli altri.
Invece per me una cosa è certa: se noi siamo i “buoni”, ossia se siamo convinti in buona fede di essere dalla parte della ragione, dovremmo domandarci cosa abbiamo sbagliato per non essere stati capaci l’impedire che i “cattivi” arrivassero a quelle poltrone dove la “mala gestio”, in buona o cattiva fede, è così facile perpetrarla.
E la cosa peggiore e birba che possiamo fare è proprio darne la colpa al popolo, perché il popolo siamo anche noi: darci la zappa sui piedi non è la cosa più intelligente da fare.
Ci sarà mai la possibilità di cominciare a parlare dei nostri errori partendo da un gruppo originario che via via si allarghi spontaneamente fino a includere il maggior numero di “volenterosi in buona fede” che sia possibile?
Io aderirei subito.
Mauro Aurigi
In linea generale e in astratto siamo d’accordo. Qui, tuttavia, non ci sono da una parte i buoni e dall’altra i cattivi, c’è un fatto, un fatto preciso, una deliberazione del Comune di Siena presa con tutte le sue regole formali da valutare per le sue caratteristiche intrinseche e per i suoi effetti.
Il resto rischia di diventare un modo per sviare altrove l’attenzione.
Mi scusi sig. o sig.ra “wp_10652913”. A me pareva che che fosse messa sotto accusa “una deliberazione del Comune di Siena presa con tutte le sue regole formali”, per cui avevo replicato col mio commento. Si vede che mi sarò sbagliato. Mi è capitato spesso e sempre più spesso mi capita: deve essere l’età
Mauro Aurigi.
Solidarietà alla direttrice BM Rossi per quanto ha subito da parte di un’amministrazione eterodiretto . Trattamento già visto alle spalle dell’assessore Sportelli, reo di non essere un burattino.
In due anni , con atteggiamenti autoritari, hanno sopito la speranza, malriposta, di un cambiamento in meglio, facendo rimpiangere le gestioni, non senza peccato, di chi li ha preceduti
Questa delibera del Comune mi sembra il risultato di una “politica” orientata al basso che porta all’invadenza nelle aziende solo per avere dei referenti “Yesman” utili a elargire un ricambio di favori. Non conosco la direttrice Rossi ma mi sembra che non Le sia rivolto nessun addebito specifico, anzi viene anche elogiata per l’operato e i dipendenti le hanno dimostrato un bel gesto di attaccamento. Pertanto la modifica statutaria è solo un atto per tagliare una persona scomoda, ed aver stabilito che il prossimo Direttore dell’ASP possa essere un funzionario è l’indicazione di aver già individuato lo “Yesman” di turno. Le conseguenze le vedremo fra qualche anno nella qualità dei servizi erogati e nei bilanci dell’azienda. Quello che possiamo fare è ricordarcelo alle prossime votazioni.