Il programma elettorale di questa amministrazione, insediata due anni fa, aveva un capitolo “SICUREZZA” dove si leggeva, tra l’altro:
Ogni cittadino ha il diritto di sentirsi al sicuro nella propria città. Ognuno di noi deve sentirsi al sicuro quando è a casa, quando lavora, quando passeggia per le strade o sosta nei luoghi pubblici, a tutte le ore del giorno e della notte. .. impegniamoci ad intraprendere un percorso di interventi concreti…
Eccoli gli interventi concreti
…potenziare l’organico della Polizia Municipale per essere presenti sul territorio 24h su 24h .….Istituzione di un ufficio di sicurezza per la raccolta di denunce e segnalazioni.…. con la vigilanza ed il volontariato civico.….. Maggiore attenzione nei quartieri limitrofi al centro con controlli capillari del territorio, posti di blocco, ispezioni sulle auto… promuovere iniziative di conoscenza e collaborazione sulle tematiche della sicurezza, legalità e degrado sociale.….…segnalazioni dei cittadini attraverso l’attivazione di un sevizio di messaggistica, ad esempio con l’applicazione Whatsapp, collegata direttamente alle autorità
competenti.…. Istituzione di un Vigile urbano di quartiere, che possa presidiare il territorio e costituire un punto di riferimento dei
cittadini .
Che cosa è stato fatto? Si farà un concorso ma l’organico dei vigili urbani — per quanto sappiamo — non è cambiato (erano 68 e 68 restano), l’ufficio di sicurezza non risulta, controlli capillari... mah .… servizi di messaggistica, quando mai .… vigile di quartiere, a parte S. Miniato, dove?
In luogo delle azioni di programma si sono dette molte parole. Francesco Michelotti, assessore alla sicurezza, dichiarava nel luglio 2018 di avere preso accordi con il Comando Paracadutisti per “potenziare quella presenza già molto apprezzata dai senesi dai turisti che, da mesi, vede due paracadutisti presidiare Piazza del Campo” (noi non saremmo molto d’accordo per incentivare la presenza dell’esercito, ma l’assessore se ne gloriava). Nell’aprile 2019, dopo un convegno sulle “nuove mafie” diceva: ” credo ci sia ancora da fare per contenere certi comportamenti e fenomeni… il grado di attenzione rimane alto .… pensiamo a misure ad hoc per centro storico e periferie che in certi giorni della settimana sono particolarmente caldi. Possiamo migliorare”. Il 13 ottobre 2019 denunciava uno “spaccio di droga tra i giovanissimi”; “inciviltà” aggiungeva; e poi: abbiamo “innescato una filiera positiva…che porterà ad una migliore illuminazione in alcuni tratti e ad un potenziamento della videosorveglianza”. Alla fine, siamo al 13 luglio 2020, arriva a dire che “assistiamo sempre a più sgradevoli episodi… abuso di alcolici, spaccio e microcriminalità” che “si verificano sempre più spesso. Adesso è necessario stroncare sul nascere questa situazione.…”.
In contemporanea la stampa locale ha diffuso la notizia delle non lievi condanne inflitte dal Tribunale di Siena per spaccio di droga da parte di albanesi e italiani nell’operazione “Silvestre”: uno degli italiani, condannato a quattro anni, era difeso dall’avvocato/assessore Francesco Michelotti. Su facebook il consigliere comunale Valentini ha pubblicato questo post: “ Sgominata banda di spacciatori che imperversava in provincia di Siena. Fra gli avvocati difensori dei condannati anche l’assessore alla sicurezza urbana e alla legalità di Siena. Si sarà informato meglio su come circola la droga in città?”
Sembra più una battuta critica, malevola certo, ma sempre una battuta. Invece la Camera penale di Siena e Montepulciano (associazione di avvocati — ci sia perdonato l’uso della minuscola — penalisti) ha parlato di “ingiustificata invettiva” emessa “in considerazione dell’attività professionale svolta” e ha ribadito la “centralità del ruolo dell’Avvocato e l’inviolabilità del diritto di difesa” stigmatizzando ogni “tentativo di delegittimazione della figura del difensore” e “la preoccupante tendenza dell’opinione pubblica ad immedesimare l’Avvocato con la parte assistita”. Ecco il comunicato integrale:
Intanto la Camera Penale (ma forse anche il Consiglio dell’Ordine degli avvocati) dovrebbe chiarire bene (noi non abbiamo alcuna certezza in proposito) la portata della disposizione dell’art. 24 del vigente Codice Deontologico Forense secondo il quale l’avvocato (qui è scritto veramente con la lettera minuscola) “deve astenersi dal prestare attività professionale quan-do questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assi-stita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale”. Dunque chiediamo e ci chiediamo: l’imputato per spaccio di droga ha interesse ad essere difeso da un amministratore che, in ragione del proprio incarico pubblico, rilancia ed enfatizza e sottolinea e ribadisce il diuturno impegno del Comune nella lotta alla diffusione delle droghe? E, ancora, siamo proprio sicuri che quella difesa in giudizio non interferisca in alcun modo con lo svolgimento dell’incarico pubblico di assessore alla sicurezza?
In ogni caso, anche a prescindere dalle risposte che si possono dare, non sembrano proprio in discussione né il diritto di difesa, né il ruolo dell’avvocato, né sembra — per amore di verità — che alcuno abbia immedesimato il difensore con l’imputato. Diritto di difesa, ruolo dell’avvocato, netta distinzione con l’assistito sono capisaldi imprescindibili del nostro sistema democratico.
Ma nemmeno si può sottovalutare o addirittura sottacere il ruolo dell’amministratore pubblico, né l’interesse generale, anch’esso costituzionalmente garantito alla sicurezza delle comunità. Anzi, a ragionare sul contenuto di alcune pronunce giurisdizionali sembrerebbe non peregrina l’idea che le amministrazioni locali si costituissero parte civile nei processi penali per spaccio di droga proprio allo scopo di sottolineare il loro impegno al contrasto di questa piaga sociale. Così, ad esempio, la Cassazione n. 150/ 2013 ritiene che il Comune abbia titolo a costituirsi parte civile in relazione al danno che la presenza di un’associazione a delinquere ha arrecato all’immagine della città, allo sviluppo turistico e alle attività produttive ad esso collegate. Lo stesso diritto è stato ampiamente riconosciuto dai giudici di legittimità ai Comuni per le violazioni urbanistico-edilizie e per gli abusi sessuali.
Amministrare un territorio non è cosa semplice e non è semplice nemmeno difendere una persona in giudizio per tutte le implicazioni professionali e umane che comporta: di avvocati ne abbiamo tanti (qualcuno dice troppi), ma di assessori alla sicurezza ne abbiamo uno solo. Forse, per il tempo non infinito del mandato amministrativo, l’avvocato/amministratore pro-tempore, se non altro sul piano dell’opportunità, potrebbe lasciare ad altri suoi colleghi (oggi assai numerosi anche dalle nostre parti) il compito di assicurare il sacrosanto diritto di difesa individuale.
Benedetto sia questo straordinario mezzo di monitoraggio civico che avete sviluppato! Un po’ di sana informazione, scevra da condizionamenti, molto ben preparata e solida nelle argomentazioni espresse. Bravi!
p.s: perche’ non pubblicate niente dei vostri articoli/ comunicati sulla carta stampata?
Grazie signor Massimo, contiamo e cerchiamo di fare esattamente quello che dice: monitoraggio attento, argomentato, documentato, capace di informare senza remore, senza pregiudizi e .… senza bandiere.
Quanto alla carta stampata non dubiti che non siamo noi a “non pubblicare niente dei nostri articoli/comunicati”, ma è proprio la carta stampata che non ci pubblica mai niente. E nemmeno ce lo spiega. Tanto che la categoria del nostro blog “dicono di noi” è rimasta irrimediabilmente vuota. Perciò possiamo contare solo su (una parte della) stampa digitale, sulla divulgazione dei cittadini e sul passa parola.…
La Redazione
Concordo su tutto.
Aggiungo che anche il sindaco avvocato penalista, stando a quanto apparso recentemente sulla stampa, durante il mandato, ha difeso presso il tribunale di Siena persone accusate di stupro e sequestro di persona …
Ci risulterebbe che, a tale proposito, siano state avanzate ufficiali richieste nei confronti delle amministrazioni interessate e alle associazioni che si occupano delle pari opportunità e ci ripromettiamo di tornare sull’argomento quando conosceremo le risposte ufficiali delle une e delle altre.
La Redazione
Concordo con tutto e renderei pubblico questo evidente conflitto di interessi ed aggiungo che quando ero eletto nella Circoscrizione 4 negli anni 80,già da allora proposi a similitudine della Città di Padova la figura del Vigile di quartiere che avesse tra i suoi compiti non solo il controllo sul territorio assegnatogli ma anche quello di annotare tutte le anomalie del suo quartiere come gronde rotte, portoni e persiane fatiscenti, sportelli gas e acqua divelti ecc. ma il Cataldo che era l’Assessore in quel periodo si oppose strenuamente adducendo che non voleva una “Siena militarista”. La mia proposta chiaramente non passò e da allora aumentarono i furti negli appartamenti e la microcriminalita’
Forse Cataldo (o altri di quella amministrazione) potrebbe intervenire e allietare il dibattito. Qualcuno li può avvertire?
La Redazione
la vedo difficile