Sulla base del dibattito che abbiamo pubblicato nella fase precedente l’adozione del Piano Operativo e dopo un paziente esame degli elaborati condotto da un gruppo di cittadini volontari che hanno aderito alla scelta del monitoraggio attivo, Idee in comune ha ritenuto di dover presentare una formale “osservazione” dal punto di vista degli interessi e dei beni comuni che coinvolge il Piano urbanistico nel suo complesso rilevando una lunga serie di pesanti criticità.
Il testo dell’osservazione – che qui pubblichiamo integralmente — non può essere di facile lettura perché deve usare necessariamente — per essere considerata almeno “ricevibile” da parte dei professionisti incaricati e del governo cittadino — un linguaggio appropriato alla materia: mentre abbracciamo l’impostazione civica sotto ogni profilo, rifuggiamo risolutamente dalla facile demagogia che rifiuta la complessità.
Poche parole, dunque, per presentare e motivare l’Osservazione.
Di certo questo Piano Operativo nasce nel peggiore dei modi: è uno strumento di programmazione urbanistica che dovrebbe trasformare in applicazioni concrete le previsioni strategiche contenute nel Piano Strutturale datato 2007, ovvero che poggia su analisi e considerazioni dalle quali ci separa un’epoca di cambiamenti forti, perfino tragici per la nostra città, crisi globali, trasformazioni profonde nel modo di vivere, nella mobilità, nelle comunicazioni, nel lavoro, metamorfosi progressive nelle relazioni sociali e, alla fine, anche da una pandemia tuttora in corso.
Avremmo bisogno di risposte forti e di media-lunga concezione, di una visione e di un progetto articolato e preciso, in grado di traghettarci proficuamente verso il futuro; invece questo strumento urbanistico apporta una serie di scelte al ribasso, intrise di pericoloso lassismo, espedienti ammiccanti più consoni alla gestione del consenso che alla tutela ed allo sviluppo sostenibile, azzardate fughe verso facili soluzioni consumistiche senza ritorno. Il tutto privo di alcuna base analitica reale, senza considerazioni sullo stato attuale o sugli obiettivi concreti d’insieme, insomma senza tracce di visione complessiva.
La città, demograficamente stazionaria, con una progressiva migrazione verso le periferie, un centro spogliato, trasformato in una (non si sa quanto efficace ed organica) nuvola di microrecettività ed in una ipertrofica area gastronomica, con enormi – e spesso pregiati – volumi abbandonati, ha bisogno di essere integrata in progetti complessivi, di ravvivare la propria attrattività, di mettere sul tavolo le proprie carte migliori. E ne ha bisogno tanto più adesso che la pandemia ci ha sbattuto in faccia quanto il solo turismo, per lo più veloce, massivo, e di transito, possa essere fragile ed effimero.
Serve, dunque, applicare tutte le migliori energie ad una nuova Pianificazione Strutturale, che parta da un centro urbano allargato – almeno come visione! – ai Comuni confinanti, che sappia sfruttare la condizione accresciuta per potenziare comunicazioni, trasporti, reti ed investire sulle migliori opportunità locali sulle quali non c’è nulla da inventare. Guai abbandonarsi alla diabolica tentazione (peraltro pure illegittima) di saltare a piè pari questa fase, avvilendo il ruolo di un nuovo Piano Strutturale tramite un Piano Operativo che ne sostituisce e impoverisce il ruolo di progettazione strategica senza un briciolo di partecipazione da parte della città.
E’ anche sulla base di queste considerazioni che l’Osservazione, come potrà vedere chi avrà la pazienza di compierne la lettura, richiede in prima istanza al Comune la revoca integrale del Piano e l’avvio di un nuovo percorso partecipato.
Al Signor SINDACO del COMUNE DI SIENA
OGGETTO: osservazione al piano operativo adottato con D.C.C. n°58 del 19/05/2020
IDEE IN COMUNE, libera associazione di cittadini senesi costituitisi in Comunità Monitorante, in relazione alla propria specifica finalità statutaria di monitoraggio civico ed a seguito di alcuni approfondimenti da parte di apposito Gruppo di Lavoro incaricato , intende presentare la seguente OSSERVAZIONE al P.O. recentemente adottato dall’Amministrazione Comunale.
Premesso
che a seguito della consultazione degli elaborati tecnici costituenti il citato P.O. sono emerse le seguenti criticità:
• il combinato disposto del P.O. e del P.S. si configura come una rinuncia esplicita ad una programmazione urbanistica sovracomunale, nonostante la bontà e la ragionevolezza riconosciute alla piattaforma SMAS, con il conseguente rischio di una programmazione poco efficace, soprattutto con riferimento ad alcuni temi tipici di area vasta come viabilità e turismo
• l’integrazione fra P.O. e PUMS sembra debole in particolare per quanto riguarda i cosiddetti parcheggi scambiatori; inoltre l’esigenza dei posti bus non sembra sufficientemente soddisfatta (si dichiara la disponibilità di 90 posti bus fra ex Sita e Fagiolone a fronte di una richiesta potenziale di 350, ma non si capisce come sarà soddisfatta la richiesta potenziale)
• si rileva la debolezza dell’art. 120 delle NTA (con riferimento alla “Riforestazione Urbana”) che invece rappresenta un tema centrale – se trattato concretamente — per il controllo del clima locale, soprattutto nelle aree densamente costruite
• nonostante il P.O. richieda — meritoriamente – requisiti migliorativi per quanto concerne le prestazioni energetiche degli edifici rispetto alla normativa nazionale e regionale, manca un approccio più coraggioso che preveda, per le nuove edificazioni, prestazioni energetiche equivalenti al cosiddetto NZEB (Near Zero Energy Building)
• non si capisce se esista, e se si, quale sia la strategia prevista dal P.O. per arginare l’abbandono dei residenti dal centro storico cittadino
• in tema di edilizia residenziale, preso atto della sostanziale stabilità del quadro anagrafico (54.000 residenti) non si comprende quale sia la logica che conduce a prevedere 35.000 mq di nuova edificazione. Anche se corrispondono solo a circa 700 persone (si tratta quindi di un aumento contenuto +1.3%), è comunque un’ipotesi di crescita poco realistica nel quadro attuale soprattutto in assenza di un’accurata focalizzazione su particolari tipologie di utenza e quindi specifiche tipologie edilizie (ad es. ville padronali, immobili piccoli in affitto, case per giovani, anziani ecc.) poco presenti od addirittura assenti sul mercato)
• sempre in tema di edilizia residenziale, si nota una disposizione atipica dei lotti soggetti a nuova edificazione, con specifico riferimento a quelli dislocati in aree lontane dal centro e spesso incistate nel territorio rurale che andrebbe invece salvaguardato (Istieto, Coroncina, Vico Alto, Malizia, Viale Bracci ….) con conseguente consumo di suolo “pregiato” e con appesantimento del quadro infrastrutturale preesistente per l’aumento della mobilità da e per il centro, senza apparenti vantaggi concreti per la comunità; è disatteso il concetto di densificazione che pure sembrerebbe oramai generalmente acquisito
• in tema di edilizia a destinazione commerciale si nota un forte sovradimensionamento delle previsioni di Piano, soprattutto rispetto ad alcune dorsali, (Massetana Romana, Coroncina) che non appare giustificato rispetto all’attuale quadro economico e sociale
• non compare una adeguata analisi/quantificazione del patrimonio edilizio esistente sottoutilizzato o inutilizzato, sia del patrimonio immobiliare centrale che periferico
• per quanto concerne le aree rurali, il progetto di piano sembra sbilanciato a favore del cambio di destinazione d’uso in residenziale piuttosto che a promuovere l’uso e il mantenimento dell’attività rurale vera e propria
• vanno riconsiderate alcune scelte puntuali particolarmente discutibili oppure da approfondire ed ampliare:
- Art. 65 punto 48 – Santa Maria della Scala > articolato di piano piuttosto riduttivo rispetto alle potenzialità dell’edificio- Art. 65 punto 53 – Fortezza Medicea > articolato di piano piuttosto riduttivo rispetto alle potenzialità dell’edificio
- Art. 65 punto 61 – Fabbricato Conolly > articolato di piano piuttosto riduttivo rispetto alle potenzialità dell’edificio
- come per i punti precedenti si sottolinea l’apparente scarso interesse riservato ad aree ed edifici come l’ex Centro Elettronico del MPS, l’area degli ex Macelli e soprattutto l’area di piazza della Posta/Stadio
- il parcheggio previsto subito dentro Porta Romana è fortemente impattante sia per l’ambiente storico sia per il traffico cittadino, oltre che per le necessarie modifiche alle strutture architettoniche che lo circoscrivono: questo intervento risulterà sicuramente più pesante rispetto a piccole modifiche (aperture di nuove finestre, adeguamento di solai etc.) che però sono vietate anche nell’edilizia storica non monumentale
- è stata ritagliata un’area per un nuovo capannone commerciale all’inizio di Strada Massetana Romana al confine tra la zona del parco del Buon Governo e l’espansione dell’area commerciale all’interno del parco. Questo nonostante che molti edifici di questo tipo nella stessa strada, a Cerchiaia, viale Europa e Renaccio siano sottoutilizzati. In questo caso è stato premiato chi ha usato l’area agricola per una serra (legittimo per funzione agricola) per poi abbandonarla e lasciata in stato di degrado
infine un’importante criticità generalizzata è dovuta al fatto che la normativa appare spesso in contrasto con le leggi sovraordinate, sfuggendo alle future e probabili innovazioni dei testi nazionali, cosicché anche se lo Stato o la Regione modificassero il regime dei titoli e degli interventi, questo non avrebbe alcuna incidenza sul regolamento del comune di Siena.
Considerato
• che in virtù di quanto precede sembra mancare una strategia complessiva per la VALORIZZAZIONE dell’ingentissimo patrimonio edilizio esistente, in alcuni casi anche di grande valore storico artistico, con particolare riferimento ai molti contenitori ancora vuoti o sottoutilizzati sia nel centro che al di fuori del centro
• che, più in generale, il Piano Strutturale e il Piano Operativo adottati dal Comune di Siena risultano strumenti complessi di burocrazia senza PROGETTO, senza una visione di città, con una debole sostanza urbanistica, tanto da far ragionevolmente temere per il fallimento degli obiettivi dichiarati di piano, primo fra tutti quello di essere baricentro fondamentale su cui far ruotare la ripresa della città
• che nella dislocazione delle (comunque poche) aree di nuova edificazione, è evidente in alcuni casi la debolezza delle motivazioni tecnico urbanistiche; si tratta di operazioni che hanno pochissime interazioni con il pubblico interesse, ma che, al contrario, sono destinate a ingenerare maggiori flussi di traffico su assi viari già sovraffollati
• che nell’attuale situazione di crisi conclamata e perdurante sarebbe stato plausibile, tranne per pochi e selezionati casi, delineare un piano a consumo di suolo zero concentrando l’attenzione sul riuso delle enormi volumetrie esistenti. Eventuali nuovi volumi, nel caso di esaurimento delle potenzialità edilizie esistenti avrebbero potuto essere tranquillamente rimandati ai prossimi anni previo monitoraggio delle effettive realizzazioni
• che è fortemente auspicabile un approfondito lavoro di elaborazione sulla vocazione del centro storico e sulla sua valorizzazione, in relazione ai flussi demografici e dei relativi effetti sui volumi esistenti lasciati vuoti, fenomeno che riguarda anche qualche struttura non centrale
considerato inoltre
• che l’attuale quadro adottato deriva da un percorso partecipativo già riconosciuto, nella sostanza, carente e lacunoso, in quanto formalmente compiuto a cavallo di due amministrazioni e su contenuti sostanziali mutati, anche radicalmente, nel tempo
• che lo sconvolgimento globale apportato dal Covid19 ha colpito e cambiato non solo le nostre vite ma nello specifico ha inibito fortemente sia la condivisione sia la discussione sul nuovo P.O. e sul nuovo P.S., influendo negativamente con ogni probabilità perfino sulla stesura materiale degli stessi strumenti urbanistici
• che l’attuale Piano Strutturale su cui il Piano Operativo dovrebbe poggiare risulta riferito ad un periodo storico-economico completamente diverso dall’attuale e pertanto, anche a causa del Covid19, stanno emergendo temi e problematiche, anche di natura urbanistica, che necessitano assolutamente di un approfondimento specifico in sede di pianificazione: si pensi ad esempio al tema dello smart working e di come tale processo possa influire potentemente sia sul dimensionamento del piano, sia sulla identificazione delle funzioni strategiche sia — perfino — sulla natura delle singole tipologie edilizie
tutto quanto sopra premesso e considerato, Idee In Comune — Comunità Monitorante
chiede
all’Amministrazione Comunale di fare propri, nell’interesse esclusivo della Città, le motivazioni e le ragioni che precedono e di voler conseguentemente
REVOCARE
l’adozione degli strumenti urbanistici di cui all’oggetto al fine di verificare, approfondire, integrare e sciogliere i nodi che sono prepotentemente emersi anche al di là della volontà e delle responsabilità dell’Amministrazione stessa e degli estensori del P.O.
***
In seconda e subordinata istanza, laddove non si ritenesse possibile, per qualsivoglia motivo, procedere alla REVOCA del P.O., IDEE IN COMUNE – COMUNITA’ MONITORANTE
chiede
all’Amministrazione Comunale
* di voler comunque recepire le motivazioni e le ragioni sopra esposte e di procedere conseguentemente ad UNO STRALCIO SISTEMATICO DELLE PREVISIONI DI PIANO riconducendo il nuovo strumento urbanistico alle sole operazioni necessarie alla corretta gestione del patrimonio edilizio esistente.
* di voler avviare, immediatamente, un nuovo, profondo ed efficace percorso di gestazione partecipata (come del resto espressamente previsto dalla vigente normativa regionale, finora disattesa) di un PIANO STRUTTURALE e del conseguente PIANO OPERATIVO che stabilisca le nuove linee di sviluppo economico, sociale ed urbano della città, la valorizzazione del centro storico, il rilancio degli assi principali cittadini, la riqualificazione delle enormi volumetrie esistenti in condizioni di non utilizzo o sottoutilizzo, consentendo di delineare una pianificazione che possa davvero essere il cardine della ripresa della nostra città.
Siena 30/07/2020
Spero davvero che questa esposizione chiara ed esauriente sia presa in considerazione da chi di dovere. Sono assolutamente contraria a qualsiasi ampliamento edilizio e favorevole ad un intelligente e doveroso utilizzo del patrimonio edilizio esistente