Nella pianificazione urbanistica cittadina è necessario inserire un virtuoso recupero di alcuni volumi abbandonati sia nelle aree centrali che in quelle periferiche. Qui ci concentriamo su un complesso che oseremmo annoverare nell’archeologia industriale, l’ex Molino Muratori a Taverne d’Arbia, nel comune di Siena.
Il complesso, completamente decadente, copre circa 17.000 mq. A breve distanza esiste un secondo complesso, l’ex Fornace Arbia, nel territorio del Comune di Asciano. Oltre 41.000 mq, anch’esso abbandonato, un altro volume da recuperare, simile al precedente.
La distanza tra i due complessi è di circa 500 m, costituiti in gran parte da aree verdi e dalle zone di protezione idraulica del Fiume Arbia, destinate comunque a verde, ricadente in parte anche nel terzo comune interessato quello di Castelnuovo Berardenga. La distribuzione dei tre territori comunali è riportata in Tavola 1, che rappresenta le aree da recuperare.
L’intera zona è stata considerata come la “porta” per il parco fluviale del Fiume Arbia, progetto sul quale sono in corso numerosi interventi di studio e di valorizzazione.
La zona risulta molto ben servita dalle vie di comunicazione, come si può vedere in Tavola 2: infatti sul lato nord scorre la superstrada Siena-Bettolle (in celeste) ed il relativo svincolo (cerchio celeste) mentre, equidistante dalle due aree si trova la ferrovia Siena-Chiusi (arancio) con relativa stazione, dalla quale si può raggiungere quella di Siena in 9 minuti. La via ferrata e quella gommata hanno potenzialità perfette per una mobilità eccellente, seppur sarebbe auspicabile il raddoppio dei binari ed un aumento dei collegamenti ferroviari, in linea con la già più volte proposta “metropolitana leggera”. Ci piace infine pensare che la mobilità ciclabile, adesso ferma alla fine di Viale Europa, possa veder concluso l’ultimo tratto e condurre nell’area in esame.
In questo momento storico in cui l’edilizia scolastica risulta una nota dolente a livello nazionale, poter guardare ad un’area con queste potenzialità per creare, da zero, un complesso dedicato alla formazione, in grado di accogliere, per dimensioni e potenzialità di rapida mobilità, un numero straordinario di giovani, è una carta da valutare attentamente: con un totale di circa 60.000 mq coperti, potrebbero essere inserite scuole anche di vario ordine, potenzialmente integrabili con l’università (per avere un raffronto, il complesso chimico-biologico di San Miniato copre circa 25.000 mq), e potrebbero essere arricchite con volumi di servizi agli studenti, dalla mensa alla foresteria, dalle aree di studio alle zone ricreative (peraltro in qualche modo espandibili anche nelle zone verdi che separano i due complessi).
Immaginare infine una zona filtro tra i due complessi, nell’area verde, attraversata da un percorso ciclopedonale protetto di collegamento tra le due aree, strutturata anche in opportunità per le pratiche sportive anche all’aria aperta (c’è già un campo di calcio) fornisce il completamento ad un insediamento con grandi potenzialità.
Se Siena vuol giocare la sua carta “cultura e sapere”, scelta doverosa, all’interno della nuova pianificazione strategica devono essere inserite soluzioni radicali per l’offerta di servizi rinnovati e questo sembra un caso esemplare per dimostrare quanto l’autarchia territoriale sia priva di senso e quanto sia invece indispensabile un dialogo e una stretta collaborazione tra comuni limitrofi.
(a cura di Francesco Fasano)
Complimenti Francesco percorro quella strada frequentemente, già 10 anni fa chiesi di poter usare la parte degli uffici del Muratori per attività ludiche per i ragazzi disabili e mi fu risposto di no. Questa tua proposta mi piace molto perché vedere queste strutture fatiscenti e che invece potrebbero essere messe a disposizioe dei Cittadini è vergognoso !
Vorrei aggiungere alcune considerazioni alla mia riflessione sul recupero dei volumi, sicuramente da approfondire e migliorare.
La scuola ed in particolare il patrimonio immobiliare di cui beneficia ha mostrato i suoi limiti soprattutto in corrispondenza del covid19. Mancano gli spazi è un mantra molto sentito.
Penso ad alcune scuole della città come ad esempio il liceo Galilei, con un’ala completamente chiusa da anni per problemi di verifica statica (verrà demolito e ricostruito?), al liceo classico (senza palestra, i suoi studenti attraversano la città per utilizzarne un’altra), il Monna Agnese e l’Istituto d’Arte (in centro storico e periodicamente in affanno con gli spazi e credo che una analisi approfondita vada effettuata.
Penso anche alla necessità di ammodernamento generale ed adeguamento alle nuove organizzazioni scolastiche. Ad esempio cablaggi e collegamenti, laboratori, strutture per la didattica a distanza o per moderne forme di docenza legate a nuove logiche. Certamente senza dimenticare la scansione su settimana corta, avviata ad esempio al Bandini, che comporta un rientro settimanale con la difficoltà dell’assenza di una mensa.
Uno sguardo all’accademia è indispensabile e non solo all’Università di Siena ma anche alla Università per Stranieri di Siena, realtà più piccola ma in fortissima espansione; fondamentale riflettere sul se e come riorganizzare gli spazi, più moderni, liberando volumi nei centri storici per altre destinazioni. Credo anche che UniSi debba definitivamente pensare ad un corso di laurea che (finalmente) studi, archivi, valorizzi, formi, diffonda, ricerchi ed approfondisca i veri tesori della Toscana Meridionale: stile di vita, agricoltura, cibo, vino.
Per fare cultura ci vogliono infrastrutture, ecco la logica che deve accompagnarci in interventi di questo tipo. Ed ecco sul tema una interessante lettura. https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/per-fare-cultura-ci-vogliono-infrastrutture-/133671.html?fbclid=IwAR1i1SJRZsSB5OEJWbDVIAT-f24gelpErATf6BbpM2taJyhTqHKoaO_1CMI
In effetti Fasano ha fatto bene ad aggiungere queste considerazioni perché ci sono autorevoli esponenti cittadini che hanno fatto rilevare (ma perché non presentano i loro commenti?) che l’Università avrebbe spazi in eccesso. Questo Blog è nato come strumento di approfondimento, di elaborazione, di informazione sull’attività di monitoraggio di Idee in comune e, in ultima analisi per produrre dibattito che sembra invece compresso e negletto anche sulle proposte concrete.
La Redazione.
Ritengo questa proposta molto positiva in quanto riesce ad unire il recupero di volumi dismessi con un riutilizzo che porti ad un decentramento dei servizi su Siena, e un conseguente alleggerimento del traffico sulla citta’. Ad integrazione vorrei segnalare che la zona e’ interessata dal progetto di un ponte ciclo-pedonale a fianco dell’attuale ponte sul fiume Arbia, realizzato in collaborazione dai Comuni di Siena e Arbia. Tale ponte permetterebbe un aumento degli spostamenti locali a piedi e in bicicletta tra Taverne d’Arbia, Arbia e Siena, ma anche lo sviluppo del Cammino della Via Lauretana e della Ciclovia dei Due Mari, Grosseto-Siena-Arezzo-Fano.