Il 6 settembre scorso, con una e‑mail inviata a tutte le liste che si presentano alle elezioni regionali richiamandosi in qualche modo al “civismo” (Europa verde progressista civica, Orgoglio Toscana per Giani, Sinistra civica ecologista, Svolta! e Toscana civica per il cambiamento — le prime quattro sostengono il candidato Giani, l’ultima la Ceccardi) sul presupposto che la reale competizione per la presidenza si svolge esclusivamente tra Ceccardi, da una parte, candidata di partiti (Lega FI, FdI) e Giani dall’altra, pure candidato dei partiti PD e IV, ci si interrogava su “quale effettivo ruolo possano avere queste liste “civiche” se non quello di essere supporto e sostegno dei due candidati e, attraverso loro, dei partiti di cui sono espressione” e si chiedeva ad ogni lista di voler chiarire le finalità perseguite .
Ci hanno risposto nell’ordine Svolta!, Europa verde progressista civica, e Sinistra civica ecologista e le risposte sono state pubblicate via via che arrivavano.
A due giorni dalle elezioni non ci hanno preso in considerazione — nonostante i solleciti — né Orgoglio Toscana per Giani, né Toscana civica per il cambiamento che sostiene Ceccardi. Se la seconda potrebbe avere qualche motivo per mantenere il riserbo dato che avevamo messo in evidenza che la candidatura più importante era stata ricoperta da un’assessora senese partita come civica e poi ripudiata dai suoi sostenitori, non conosciamo i motivi di rifiuto da parte di Orgoglio Toscana specie considerando che Giani, in più occasioni, ha sottolineato come questa lista fosse caratterizzata da candidati espressione, come si dice, della società civile.
Se Europa verde progressista civica ha chiaramente ammesso di essere la lista del partito dei Verdi, le altre due, Svolta! e Sinistra civica ecologista ci hanno mandato le loro articolate risposte, cui rinviamo.
Le questioni che abbiamo posto restano aperte e dovranno essere approfondite anche alla luce dei risultati ormai imminenti. Intanto ci premerebbe sottolineare un punto per noi essenziale: è stato autorevolmente sostenuto di recente che, se il fenomeno Civismo può avere un senso in sede locale, nella dimensione regionale e nazionale esso perde necessariamente rilevanza. Ci permettiamo di dissentire: se civismo significa soprattutto partecipazione attiva dei cittadini alla polis e impegno a trovare soluzioni laiche ai problemi con spirito aperto al dialogo e con metodo trasparente, potrebbe divenire sempre più rilevante il ruolo della democrazia monitorante (che noi siamo impegnati a praticare e che non è controllo e denuncia repressiva) che rifiuta la concessione di deleghe in bianco e che vorrebbe coniugare la rappresentanza istituzionale con la presenza e l’attivi-tà di una politica realmente partecipata.
Strano che non abbiano approfittato dell’occasione per conquistare la fiducia degli elettori. Che non avessero nulla a dire??