Norma: Chi si rivede! Sei sempre vivo? Allora è vero che il virus è morto, sennò ti chiappava di certo, birbo come sei.
Brunero: con questa roba scherziamoci poco per favore, ci so’ anche troppi a fa’ casino …
Norma: Allora che c’è di nuovo? Ho letto che abbiamo nientepopodimeno che ricevuto l’ambasciatrice dell’Armenia. Figurati, io non mi ricordavo nemmeno dove fosse, l’Armenia, ma poi ho riguardato l’atlante e mi sono ricordata: è lì nel bel mezzo tra Turchia, Iran, Georgia, Russia e Azerbaigian. Un posticino tranquillo… Ora c’é scoppiata un’altra guerra, anzi s’è riaccesa quella vecchia. La cartina è questa
vedi? questo Kabarakh è tra l’Azerbaigian, un pezzo di Armenia del sud e un pezzo di Azerbaigian verso la Turchia. Già la posizione è problematica.
Brunero: non se ne parla molto, sembra una specie di polveriera pronta a scoppiare … ma come si fa a capirci qualcosa?
Norma: è una parola! Quello che è certo è che questa Repubblica del Nagorno Kabarakh ospita oleodotti e gasdotti. L’ Armenia, poi, avrebbe anche una centrale nucleare. Insomma, come al solito, ci sono sempre di mezzo i quattrini.
Brunero: ma non sono di codesto Nagorno i famosi armeni che hanno comprato la Robur dopo che era fallita?
Norma: dice di si. Certo la roba fallita dovrebbe costare anche meno… sarebbero loro i “nuovi investitori” di cui parla Bellandi che ha lasciato i kazachi, i ristoranti e i ricciarelli del Nannini ed è diventato vicepresidente della società di calcio Noah. Ti dirò, il logo che hanno scelto non mi piace, mi sembra, un tantinello “funereo”, non trovi?
Brunero: Boh! Però, questi investitori! Uno è indagato in sede internazionale, questi sono in guerra coi vicini. Ma era proprio necessario mettersi nel mezzo di questa roba? Mettiamo che, ad agosto, quando gli armeni presentarono il progetto del calcio — che riguarda anche la parte immobiliare del Rastrello, lo sai, vero? — la guerra non fosse all’orizzonte … ma, ora che si sa da settembre, che si conoscono le preoccupazioni internazionali e la posizione dell’Italia, proprio ora si doveva fare questa cerimonia con l’ambasciatrice armena?
Norma: anzi, ora s’è saputo dalla Nazione che la squadra, cioè il Noah, precisa in un comunicato che l’incontro De Mossi — Ambasciatrice “si svolge nell’ambito degli sforzi della città italiana di Siena per il riconoscimento ufficiale dell’indipendenza dell’Artsakh” (altro nome del Nagorno) e che anzi, “sugli spalti (in occasione delle partite) saranno presenti degli striscioni con slogan in sostegno della Repubblica del Nagorno Karabakh”.
Brunero: striscioni? ma non sarebbero vietati? il sindaco sarà stato prudente, spero.
Norma: mica tanto, sai… ha detto che “Siena ha un legame culturale con l’ Armenia molto forte, costante nei secoli tanto che nel nostro Costituto la comunità armena è perfino citata (io, però non ho trovato nulla nell’indice dei nomi e dei luoghi, né nel Soggettario del Costituto…e poi ci son tanti modi di citare… era meglio se ce lo diceva in chiaro). Oggi lo è anche nello sport … noi questi legami — ha detto — vogliamo rinsaldarli e portarli avanti ancora”. E sembra che gli azeri si siano piuttosto risentiti ricordando ai consiglieri comunali il loro milione di profughi. Per carità, prendiamo tutto col beneficio di inventario, come si dice, ma, se l’Europa non parteggia per alcuno dei contendenti, lo dobbiamo fare proprio noi a Siena?
Brunero: eh, farebbe parte del gioco… Guelfi e ghibellini, no?
Norma: si, ho capito, ma ora, alla partita contro il Lornano Badesse o contro la Pianese, o contro il Gavorrano Follonica, quando tiri fuori gli striscioni, me lo dici che succede? Madonnina, speriamo bene!
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Associazione Energia Ecologia Economia
Venerdì 30 ottobre 2020, ore 21.15
in remoto sulla piattaforma Google Meet
Il conflitto in Nagorno Karabakh
Introduce E.Mariotti
Energia e geopolitica nel Caucaso — Bernardino Billi
Il punto di vista di un cittadino armeno — Alen Khanbekyan