Era il 23 luglio scorso quando Libera a Siena, Associazioni nomi e numeri contro le mafie, scriveva ai Comuni di Siena, di Poggibonsi e di Colle Val d’Elsa.
A distanza di mesi nessuno ha risposto.
Per questo Libera, in occasione della Giornata Mondiale, ha diffuso oggi la sua lettera, che integralmente riportiamo.
Ai signori Sindaci dei Comuni di Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi e Siena e, p.c. Ai Centri Antiviolenza della provincia di Siena e Alle Associazioni delle Pari Opportunità
La pagina n. 7 del Corriere di Siena di sabato 11 luglio 2020, interamente dedicata a gravissimi episodi di violenza sessuale avvenuti rispettivamente a Siena e nel territorio tra Colle di Val d’Elsa e Poggibonsi, cui sono seguiti processi penali non ancora conclusi con sentenze passate in giudicato, ha destato la preoccupata attenzione delle cittadine, dei cittadini e delle associazioni che seguono particolarmente le vicende legate agli abusi sessuali.
Anche Libera nazionale, per via dell’eco suscitata da un’intervista nello studio di un noto avvocato romano, ha chiesto informazioni ulteriori sulle notizie relative a processi concentrati in una piccola zona del territorio nazionale.
L’allarme sociale provocato da questi episodi richiama alla doverosa rilevazione che – come è ampiamente noto – la Corte di Cassazione ha ripetutamente ritenuto la configurabilità, in capo al Comune nel cui territorio sono avvenuti i fatti di violenza sessuale, del danno morale e materiale conseguito alla lesione immediata e diretta dell’Ente riconoscendo così al Comune la titolarità dello stesso diritto soggettivo consacrato nelle norme poste a tutela della libertà di autodeterminazione della donna e riconoscendo il diritto pieno dei Comuni a costituirsi parte civile nel processo penale.
In particolare è noto che moltissimi Comuni – dopo la decisione della Cassazione del 2008 — si sono costituiti parte civile nei procedimenti penali riconoscendo la validità e la rilevanza delle notazioni giurisprudenziali che hanno messo in rilievo come “gli abusi sessuali ledono non solo la libertà fisica della donna, ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni, avendo lo stesso (territorio) posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario”; i Comuni, da Voi amministrati, infatti, favoriscono e finanziano, per quanto è dato sapere, i Centri Antiviolenza attivi sia a Siena che in Val d’ Elsa.
Del resto il T.U enti locali stabilisce che “il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo” (art. 3 secondo c.) e, pertanto, “qualunque violenza sessuale, consumata o tentata nel territorio comunale, genera una lesione per la collettività, venendo ad essere feriti e compromessi tutti quei valori presidio della pacifica e giuridica convivenza: dignità, pari opportunità, reciproco rispetto”. Ancora: “il fenomeno delle violenze sessuali, provocando paura e smarrimento nella cittadinanza, è in grado di compromettere gli stessi equilibri sociali, poiché incrina la fiducia dei consociati e mina le basi di un’ordinata convivenza”.
A queste considerazioni si deve aggiungere il grave danno all’immagine del territorio amministrato specie quando si tratta di luoghi che vantano di essere costruiti “a misura d’uomo” e che considerano giustamente il turismo come importante risorsa economica. Bene ha fatto dunque il Comune di Firenze a costituirsi parte civile nel procedimento a carico dei carabinieri accusati di violenza nei confronti delle due studentesse americane e bene e doverosamente farebbero, ad avviso di Libera, i Comuni di Colle di Val d’Elsa, di Poggibonsi e di Siena, come tutti gli altri comuni del territorio provinciale, a costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali attuali o che dovessero malauguratamente essere instaurati in futuro.
In questo senso Libera a Siena chiede alle SS.LL di voler considerare l’opportunità di adottare ogni conseguente provvedimento.
Ringraziando per l’attenzione, si porgono i migliori e distinti saluti.
Il Coordinamento Provinciale di Libera Siena, 23 luglio 2020
LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Via Marcora, 18 – 00153 Roma; tel. 06/6977030; libera@libera.it; www.libera.it
Mi sembra di ricordare che il sindaco De Mossi difenda, in qualità di legale, almeno uno di quegli imputati.
Ordunque mi chiedo, sarà opportuna tale difesa ad opera di un “capo della comunità” ovvero un sindaco? Ed ancora, sarà scevra di influenze, visto il duplice ruolo, la valutazione se costituirsi o meno parte civile? Ed infine, non potrebbe questa bivalenza configurarsi come conflitto di interesse?
Le domande precise imporrebbero risposte chiare delle Istituzioni che, al contrario, non arrivano, né chiare né confuse.
Invece sulla pagina facebook di “Non una di meno” (post del 25 .11.2020) https://www.facebook.com/nonunadimenosiena/posts/1015005972354774 si trovano assai interessanti passaggi e se ne raccomanderebbe
attenta lettura.
La Redazione.
Le osservazioni di Francesco Fasano sono opportune e condivisibili. Di fatto è ciò che da subito ha denunciato nonunadimenosiena, scrivendo anche lettere ufficiali all’ordine degli avvocati e all’ANCI. Tutto caduto nel vuoto. Eppure non sono questioni di poco conto. È evidente l’incapacità delle istituzioni di assumersi la necessaria responsabilità sociale