Uno che se ne intendeva, ebbe a scrivere molto tempo fa che, in tempi di rivoluzione, le contraddizioni sono di due specie: esterne ed interne. Applicato all’oggi e anche a noi senesi (qui è in corso la rivoluzione del riscatto della “civiltà senese”), la cosa torna alla perfezione: ci sono le contraddizioni tra i cittadini e il sistema dei partiti (che ha provocato mostri) e ci sono le contraddizioni in seno al popolo, che sono quelle che spezzoni degli stessi cittadini organizzano contro tutti gli altri per motivi perfino futili di visibilità esclusiva e, dunque, per motivi di potere.
Come diversamente si potrebbe definire quanto è successo in questi giorni al capezzale del Monte dei Paschi? Babbo Monte sta male, anzi malissimo e bisognerebbe fare qualcosa. Uno spezzone di civismo che ha finora sorretto la giunta De Mossi convoca un incontro parziale con mezz’ora di preavviso e Idee in comune — Comunità Monitorante propone tre cose:
a) non nascondere al “popolo” la gravità della situazione come hanno fatto finora i partiti inducendo l’opinione pubblica a sperare credulona nel tardivo miracolo
b) chiamare tutti ad una grande mobilitazione cittadina attraverso l’indizione di un Consiglio Comunale permanente, aperto e partecipato da tutta la società civile nelle sue varie articolazioni e capace di raccogliere e rielaborare informazioni, proposte e ipotesi di lavoro mostrando una città che lavora comunque al proprio futuro e non si affida alla delega dei rapporti secretati e,
c) allargare la proposta a tutto il civismo senese, senza esclusioni.
Quello stesso spezzone di civismo che aveva convocato la riunione, si rifiuta di richiedere l’adesione di tutti ed emette un proprio documento che assorbe i punti a) e b). Poi motiva così su Facebook la propria volontà divisiva:
“Sarebbe finalmente l’ora che tutta la Comunità Senese si attivasse e proponesse cose serie e condivise. Soprattutto dando mandato a chi in questi anni ha dimostrato attenzione, impegno e competenze. Ed escludendo chi, in qualche modo, è stato complice o connivente del disastro, e oggi tenterebbe di rimettere le mani nella marmellata”.
Ecco, secondo questa concezione così ecumenica ed inclusiva, tutta la comunità (si sottolinea “tutta”) non deve tanto unirsi e lottare insieme, ma deve “soprattutto” dare mandato.….. a qualcuno. In attesa di conoscere nelle prossime straordinarie puntate chi potrà essere questo “qualcuno” a cui tutta la comunità dovrebbe dare pieno e intoccabile mandato, si vorrebbe sperare che, per fare sì che tutti concorrano, bisognerà lavorare di necessità con tutti coloro che si dichiarino interessati e disponibili.
Condivisibile ma molto difficile. Chi esce allo scoperto e propone un mandato a chi in questi anni ha dimostrato attenzione, impegno e competenze.? E chi esce allo scoperto ed esclude chi è stato complice o connivente del disastro ?
Non scordiamoci che siamo a Siena, la Città degli struzzi dove tutti mettono la testa sottoterra, io non vedo, io non parlo, io non sento.
Vedi Giovanni, sul fatto di uscire allo scoperto, anche con argomenti forti, e non fare gli struzzi, penso che non sia certo stato mai un problema per alcuni (non tanti) gruppi, a partire da Pietraserena e Idee in Comune. Sul fatto del mandato pensiamo fosse chiaro che lo dovesse esercitare quel gruppo di Istituzioni (Sindaci, Regione, Fondazione MPS se non altri) e/o il Consiglio Comunale aperto. Individuando a loro volta una cabina di regia, opportunamente allargata e rappresentativa della Comunità; uno strumento adeguato per fare sintesi con efficienza, cosa che era circolata anche nel gruppo di confronto attivato da Mauro Aurigi su MPS. Chiaramente guardando a gente impegnata attivamente e competente, che non abbia avuto alcun ruolo attivo nei disastri del passato. O ci riaffidiamo ai Mancini-Mussari e corti varie della situazione? Non ritieni opportuna un certo rigore basato sulla Memoria Storica di quanto accaduto a Siena negli ultimi 20–30 anni? Saluti e a presto
D’ accordo sul coinvolgimento di tutti i cittadini nell’affidare a persone impegnate, attente e competenti la gestione cittadina.Sfondate una porta aperta. Non mi sembra però così semplice, anche perché, noi gente comune, non conosciamo tali personaggi. Inoltre, mia riflessione , riescono ad avere gli incarichi, quasi sempre, le persone che perseguono il potere, anche con scarse competenze. Le grandi menti , competenti e talentuose, non perseguono ciò e si lasciano generalmente sorpassare… Come risolvere il problema? E come possiamo noi cittadini intervenire?
Io sono rassegnato, si può combattere contro tutto e tutti ma non contro un’organizzazione criminale radicata nel territorio in tutti gli strati sociali, anche se queste cose sono sotto gli occhi di tutti ricordo che qualcuno si è “buttato” da una finestra e che ci sono negozi in centro che vendono profumini e per fare pari con i costi di gestione ne dovrebbero vendere a ettolitri, sapete meglio di me che la lista potrebbe continuare, mi dispiace ma non vedo la luce in fondo al tunnel.
Il vostro post è pienamente condivisibile, il civismo non servile deve trovare il modo, tra mille difficoltà e tante differenze di storia e sensibilità, di unirsi e sensibilizzare i cittadini senesi per lottare insieme, almeno sui temi cruciali della nostra città. Tant’è che Pietraserena aveva accolto subito anche la richiesta del vostro coordinamento di allargare a tutto il civismo senese, cioè quel mondo che ha nel tempo dimostrato, con i fatti, la vocazione civica orientata agli interessi comuni. Così come abbiamo ritenuto utile sottoscrivere il documento su MPS, il cui testo era pienamente condivisibile (da tutti) e la cui genesi era nata plurale, nonostante non sia emersa (anche se cercata) un’ampia condivisione con il sano civismo politico cittadino.
Sappiamo che il percorso che stiamo immaginando è molto impegnativo, soprattutto per guadagnare una sufficiente fiducia reciproca, messa a dura prova dalle diverse storie passate, dagli errori che ciascuno di noi può compiere e dai tentativi esterni di interdizione, messi in atto con vari mezzucci (insinuazioni, sospetti, distorsione dei fatti, ecc…) da parte di chi teme un progetto di ampio respiro civico.
Dobbiamo però andare avanti nei tempi e nei modi che preferite e che saranno condivisi.
Per quanto riguarda il post su FB riportato nel vostro comunicato, essendo quello postato da Pietraserena, ci dispiace per la sintesi dello stesso che non era, evidentemente, del tutto comprensibile, considerato che si intendeva proprio sottolineare l’importanza del processo inclusivo.
Esplicitiamo perciò cosa intendevamo con la locuzione “dando mandato”. Ci stavamo riferendo a quell’insieme di istituzioni (Sindaci della Provincia, Provincia, Regione, Fondazione MPS ecc.) e al Consiglio Comunale aperto, citati nel documento uscito nella stampa. Ma anche all’idea di una cabina di regia, opportunamente allargata, in quanto strumento operativo necessario per sintesi ed efficienza, cosa che, tra l’altro, era circolata anche nel gruppo di confronto attivato da Mauro Aurigi sempre su MPS, senza scordare il ruolo dell’Associazione Buongoverno.
Confermiamo pertanto il nostro interesse e la nostra disponibilità a lavorare insieme, nei termini sopra indicati.
Infine, per concludere, teniamo a chiarire ulteriormente due aspetti fondamentali che spazzino via insinuazioni e distorsioni dei fatti che ogni tanto vengono riproposte:
1) Pietraserena non è mai stata né di destra né di sinistra. Tra i suoi fondatori e componenti ci sono persone che hanno sensibilità diverse, chi di centro sinistra e chi di centrodestra. Nei quasi 20 anni di attività questa cosa non ha mai rappresentato un ostacolo per il nostro impegno civico attivo.
2) Pietraserena, con grande coraggio e passione civica, non appoggia e non ha mai appoggiato alcun potentato che negli ultimi 20 anni ha esaurito e sfinito la città,. Crediamo nella forza delle idee e dei valori democratici costituzionali.
La condivisione, da parte di Pietraserena, dell’articolo, ci conforta e ci incoraggia a perseguire la strada, certamente difficile, che, già in passato, abbiamo insieme individuato.
Senza entrare in altri particolari della vicenda che restano controversi (in particolare non ci sembra che, in tale frangente, si sia ricercata con sufficiente impegno un’ampia condivisione con l’articolato mondo civico senese), prendiamo volentieri atto dei chiarimenti “interpretativi” del post apparso su Facebook e circa la “collocazione politica generale” di Pietraserena.
Riteniamo anche di poter confermare che Idee in comune — Comunità Monitorante resterà interlocutore attento e disponibile a dare il proprio fattivo contributo al civismo “non servile” precisando che, in ordine al tema relativo alla costituzione di possibili aggregazioni formali e/o alleanze, la nostra associazione ha iniziato il proprio dibattito interno per una compiuta e attenta valutazione.
Al mio senso dell’ordine e delle cose giuste chi si tira indietro è quello che dovrebbe essere incentivato ad andare avanti piuttosto di qualcuno che si erge a professionista. Se poi il professionista dimostra qualcosa bene, ma spesso
delude..scusate le ripetizioni.