Il 6 agosto dell’anno scorso pubblicammo un articolo allarmato sui destini imminenti della banca parlando del suo tragico epilogo, ma dal governo cittadino non giunsero echi di sorta. Il 1 settembre si tornò alla carica ricordando che il Ministero era pronto ad uscire dal MPS: e nessuno si mosse anche se alcuni “tecnici” ci svillaneggiarono ben bene con alcuni (per noi) ermetici commenti . Il 3 novembre si dette atto che si stavano moltiplicando gli appelli al sindaco perché trovasse il tempo di occuparsi anche di queste sciocchezzuole, ma, a parte le confuse notizie di inconcludenti gitarelle a Roma tra natale e capodanno, abbiamo dovuto aspettare il 13 di gennaio per avere un dibattito del massimo organo di governo cittadino, richiesto da molto tempo dalle minoranze e poi celebrato (si fa per dire) al Santa Maria della Scala.
In verità Idee in Comune aveva avanzato l’ipotesi dell’apertura di un consiglio comunale aperto e partecipato che promuovesse una grande mobilitazione civica, o, almeno, sentisse il polso e le proposte delle organizzazioni della società civile. Poi abbiamo appreso che la maggioranza non ha voluto nemmeno preparare i lavori in una preventiva conferenza dei capogruppo e che aveva invece predisposto con largo anticipo un documento già definito e poi chiuso a possibili apporti. In queste condizioni la maggioranza ha respinto ogni proposta unitaria delle minoranze e ha deciso di
dare mandato al Sindaco di intraprendere .….. tutte le azioni necessarie sotto il profilo istituzionale e legale
supportare la Fondazione MPS affinché la stessa tuteli, in via giudiziale nei confronti di tutti i soggetti responsabili, i propri diritti e interessi e richieda adeguato indennizzo con le conseguenti positive ricadute economiche, sociali sulla nostra comunità.
Azioni… profilo “legale” .… via giudiziale .… responsabili .… indennizzi, insomma il consiglio, organo del governo cittadino, ha fatto una scelta precisa non parlando di Politica né di Politiche (cioè di scelte di indirizzo) e confidando invece che la Fondazione assuma il compito di procedere sulla via giudiziaria.
Cosa, lo vogliamo dire chiaro, totalmente priva di senso, non tanto in sé ma perché proposta in via prioritaria e, anzi, ridotta al rango di unica via percorribile.
Lo hanno ricordato nei giorni scorsi Pierluigi Piccini e Roberto Barzanti: intanto, sembra chiaro, questo Comune oggi in abiti avvocateschi e legulei approva un documento che chiede alla Fondazione di promuovere una causa contro la Banca, ottima iniziativa a speciale tutela dei risparmiatori e dell’occupazione(!); in secondo luogo è stato fatto notare che la Fondazione ha sempre avallato tutte le scelte della Banca ponendosi, come si diceva una volta, in una posizione di “pari causa turpitudinis” e non sarà per niente facile scindere ora le responsabilità; in particolare è stato ricordato che la Fondazione ebbe a sottoscrivere titoli “fresh” subendo le sanzioni della Consob; inoltre si è sottolineato che i destini della Banca sono arrivati al capolinea e che eventuali cause di risarcimento potrebbero durare anche vent’anni.
Qualcuno parla di possibili transazioni miliardarie ma le premesse sulla storica condivisione delle responsabilità non fanno sperare né sull’importo né, tantomeno, sulla proponibilità. In ogni caso sembra chiaro che, se la Fondazione, dopo attenti studi ed analisi, ci volesse provare, possiamo fare i migliori auguri, ma, di certo, la città non può pensare di riposare quieta su questi pannicelli (molto poco) caldi.
C’erano poi delle ipotesi di lavoro, delle possibilità da approfondire: la banca regionale, la banca di investimento, ma il Comune ha rinunciato ai suoi compiti di indirizzo e di governo e si è rifugiato nella demagogia credulona sventolando il miraggio del ristoro giudiziario assurto a scelta strategica del nostro futuro. I cittadini, grati, ringraziano!
Chi come me, ex dipendente di BMPS, ha partecipato alle Assemblee Ordinarie e Straordinarie della Banca si ricorda sicuramente tal Gabriello Mancini che con la manina alzata (51% delle azioni) approvava l’acquisto di Antonveneta proposto dal duo Mussari-Vigni. Poi a seguire negli anni la Fondazione ha avvallato sempre le scellerate decisioni che hanno provocato la distruzione del capitale della Banca e della Fondazione. Mi sembra strano che a nessuno sia venuto in mente di proporre un’azione legale contro i vertici della Fondazione, a mio parere hanno le stesse colpe di Mussari-Vigni. Per questo mi sembra assurdo che ora la Fondazione chieda i danni alla Banca, ma fare un po’ di fumo serve per alimentare le chiacchiere al bar e far finta di fare qualcosa.
Esatta descrizione della situazione reale e della inadeguatezza a fronteggiarla dell’attuale assetto politico cittadino e regionale. C’è solo da domandarsi come sia stato possibile che si sia caduti così in basso. E se sento ancora discettare Piccini e Barzanti, ambedue sostenitori (se non anche promotori) della privatizzazione della banca, ossia del taglio di quel semi-millenario cordone ombelicale che legava la Città al Monte, taglio che sta all’origine di tutti gli attuali problemi (e non solo bancari!), bene, allora rabbrividisco.
Mi spiace la la vostra tesi è di nuovo completamente sbagliata e lo è non da un punto di vista politico, che si potrebbe anche rispettare, ma lo è per la pervicacia che dimostrate di non voler leggere ed aggiornarvi di cosa accade oggi, non vent’anni fa.
In sintesi: il MEF ha proposto uno stralcio, per accoglierlo e farne un accordo stragiudiziale (chi è avvocato non può non sapere quanto è diverso dalla citazione in giudizio) servono dei passaggi. Errato inoltre confondere le delibere assembleari con la sottoscrizione a fronte di prospetti falsi: c’è giurisprudenza in materia che da facoltà anche agli investitori istituzionali e professionali di rivalersi in questo caso.
Altre soluzioni non ci sono, se non si rimuovono le perdite da contenziosi giudiziari e creditizi la banca ha un valore algebricamente negativo, come ha dimostrato il (definitivo) rifiuto di Unicredit (che guarda invece alla Francia).
Egregio signor Montigiani, noi non abbiamo alcuna “tesi”, ma riferendo dei lavori del consiglio comunale cittadino, abbiamo messo in dubbio la validità della scelta di governo della città come tutela del territorio attraverso l’esclusiva “via giudiziaria” ai risarcimenti. Del resto i suoi dati non ci risultano veritieri, mentre è certo che, almeno per l’aumento di capitale del 2008, la Fondazione è stata sanzionata insieme alla Banca. Oppure è “completamente sbagliato” anche questo?