Il 1 settembre 2020, riprendendo un nostro articolo del 6 di agosto, intitolato “La tragica sintesi dell’epilogo di Babbo Monte” (vedi) e a fronte del conclamato fallimento tecnico della banca, ci ponevamo una precisa domanda:
“i senesi, intesi come tutti e ciascuno, possono fare qualcosa? Se ci sono a giro idee, anche disperate, sarà il momento di metterle umilmente in campo”.
Allora ricevemmo note di biasimo tra l’annoiato e il divertito da qualche esperto (molto) locale. Poi scoppiò, defragrante e clamorosa, l’avvocatesca “via giudiziaria” alla riscossa della banca, assunta e fatta propria dal poco lungimirante Consiglio Comunale di Siena e rimase interdetta ogni progettazione alternativa alla fusione con Unicredit. Dalla Regione Toscana, invece, arrivò l’ipotesi del ridimensionamento al ribasso nella “banca regionale” che avrebbe messo nel tritacarne l’attuale assetto strutturale del Monte.
Un piccolo gruppo di volenterosi, autodenominatosi “i senesissimi” provò per qualche settimana a lanciare qualche appello rimasto isolato e generico.
Infine, preceduta da qualche rumors, Milano Finanza riferì il 12 febbraio 2021 il riemergere del
… piano del Movimento 5stelle per fare di MPS ed Mediocredito centrale con Popolare di Bari il perno di una Banca pubblica per gli investimenti.… destinato a finire sulla scrivania del premier incaricato Mario Draghi.… “La crisi economica innescata dalla pandemia — dicevano i pentastellati - ci deve far cogliere l’opportunità di pensare a nuovi e innovativi strumenti di sostegno al tessuto economico-produttivo. Come Movimento 5 Stelle da tempo, e a maggior ragione adesso dopo le difficoltà innescate dal Covid, riteniamo fondamentale ragionare sulla costituzione di una Bpi (Banca pubblica per gli investimenti), riconosciuta dall’Unione europea come Banca nazionale di promozione, abilitata ad agire nel mercato finanziario e a supportare il sistema privato..… Si tratta di creare anche in Italia — riferiva Milano Finanza — un soggetto che superi i limiti di ruolo della Cassa depositi e prestiti, che sia in grado di trasmettere direttamente gli stimoli economici al mondo delle piccole e medie imprese e che sia collaterale e propulsivo rispetto al Recovery Fund”.
L’articolo informava che lo studio del progetto era già in campo e che il Movimento 5 Stelle lo avrebbe presentato quanto prima al presidente Draghi.
Il 20 febbraio 2021 il canale #SocialReporter
organizzava un incontro con Luca Fiorito, senese professore a Palermo e Pierluigi Piccini (v. Youtube). I due smontavano in perfetta concordia l’ipotesi della banca regionale, stigmatizzavano la linea di perfetta continuità tra le responsabilità che avevano portato all’acquisto di Antonveneta e quelle del management successivo tutte collegate col perverso principio della “creazione di consenso circolare” così rodato e anche ben tollerato dalle nostre parti, rilevavano l’atteggiamento di subalternità di chi si recava a Roma “col cappello in mano” a pietire qualche aiutino purchessia, facevano appello ad una nuova “fantasia creativa istituzionale” tanto improbabile quanto più alta è, anche da noi, l’incapacità di generare classe dirigente e di beneficiare del lavoro di “rappresentanti generali del territorio” supportati dall’impegno popolare e, alla fine, riconoscevano congiuntamente nell’ipotesi della Banca pubblica di investimento l’unica via ragionevole e realistica per tentare di rimediare al disastro.
Incredibilmente la cosa rimaneva lì sospesa nonostante che, sull’ipotesi, — come si apprendeva — si fossero pronunciati anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Nè i senesissimi, né altri si pronunciavano, forse anche per l’imbarazzante disagio dei senesi persino a pronunciare le parole “movimento5stelle” dopo la loro disintegrazione locale non seguita, ancor oggi, dalla necessaria elaborazione del lutto.
Poi, proprio ieri 9 marzo 2021, si conosceva l’interrogazione del senatore Elio Lannutti e altri, la quale, dopo avere insistito per la doverosa azione di responsabilità nel confronti Di Fabrizio Viola e di Alessandro Profumo e avere richiesto la “rimozione precauzionale” di Profumo dalle cariche ricoperte in “Leonardo”, chiede al neo Ministro dell’Economia e delle finanze
se si intenda proseguire nella cessione-regalo di MPS alla UniCredit dell’ex ministro Padoan, oppure onorare la promessa di istituire una banca pubblica di investimenti, mettendo in campo il rilevante patrimonio di ramificazione territoriale ed il necessario fattore dimensionale, diventando così un’importante BPI (banca pubblica italiana), congiuntamente al Mediocredito centrale e alla sua partecipata Banca
popolare di Bari.
Il fatto che si parli di “onorare una promessa” preoccupa sinceramente un po’, ma siamo anche curiosi, molto curiosi, di vedere se il Comune, la Provincia e la Città continueranno a mantenere il loro pietoso silenzio.
Per quanto sia nelle mie corde non posso fare altro che sperare su questa linea della bpi. Però si può promuoverla nei discorsi anche tra la gente.
Concreta in cosa?
E’ una baggianata che evoca (travisate9 situazioni straniere che da noi equivalgono alle già esistenti CDDPP (che ha già Poste e l’Antistrust si è già pronunciata contro tale sovrapposizione), AmCo (che ha preso gli NPL sovrapprezzo e quindi graìva anch’essa sui contribuenti), Sace o il MCC (che ha preso la Pop. Bari).
Inutile far leva su chi non conosce, per MPS la situazione è vincolata: o si trova capitale privato con il settimo aumento (il MEF non potrà sottoscriverlo, essendo a ripiano di perdite pregresse) o lo si farà come il sesto: convertendo le obbligazioni. Fine, non c’è nient’altro da sproloquiare.
“Baggianata.….sproloquiare.….”! ? Ipsa dixit.
La signora parla senza avere conoscenza nel dettaglio della proposta, farebbe bene ad analizzare come funziona la CDDPP il Italia e su quali valori lavora. All’estero le BPI sono affiancate dalle rispettive CDDPP. Comunque sono disponibile a confrontarmi con la signora quando vuole in quella sede le potrei dimostrare la proposta tecnica nel dettaglio che ovviamente in questa sede non posso fare. Faccio altresì presente che l’ipotesi che abbiamo avanzato non è frutto di un lavoro personale ma di tecnici non soltanto nazionali e tale lavoro è stato sottoposto a validazione e ha retto la prova. Poi nessuno ha voglia di convincere nessuno nel rispetto delle opinioni andiamo avanti
Sono …“non d’accordo” ma d’accordissimo sulle proposte circa il Mps