Il 30 marzo Idee in Comune — Comunità Monitorante ha proposto alla Città, con le voci e le facce di Licia, Andrea e Franz, dieci punti di un possibile metodo di governo partecipato. La proposta è sul link https://www.youtube.com/watch?v=oqI76f7NwtU oppure sulla nostra pagina facebook.
I giornali cittadini non ne hanno parlato, ma noi sappiamo dal numero crescente degli accessi a questo blog che la proposta è apparsa interessante. Sappiamo anche che, accanto ai molti consensi, ci sono obiezioni e domande. Vediamo di raggrupparli con un minimo di ordine:
- alcune proposte non sarebbero oggettivamente attuabili
- altre non sarebbero gradite a questo o ad altri sindaci futuri
- molte sarebbero inutili perché si sa che nessun eletto rispetta le promesse preelettorali
- i senesi non sono interessati al monitoraggio civico e alla partecipazione e preferiscono delegare salvo poi lamentarsi di tutto.
Sul punto uno: al momento sono state avanzate perplessità sulla fattibilità/applicabilità dell’assessorato alla partecipazione e del bilancio partecipato, ma tutte e due le proposte, non solo sono adeguatamente sperimentate, ma concretamente e largamente applicate: il bilancio partecipato aiuta anche gli amministratori perché rende i cittadini elettori corresponsabili delle scelte rendendo evidente che non si può chiedere e basta, ma occorre trovare le risorse finanziarie e scegliere; l’assessorato alla partecipazione non vuol dire che un assessore debba dedicarsi solo a questa tematica, fondamentale per ricostituire un rapporto di fiducia con il governo locale; i (numerosissimi) comuni che hanno individuato questa delega, hanno accorpato la partecipazione con le politiche giovanili, con l’innovazione, con l’attuazione del mandato.…
Sul punto due: che un sindaco come l’avv. De Mossi non gradisca controlli (corrispondenza tra promesse elettorali e realizzazioni) o limitazioni del suo straripante potere (regolamento per le nomine, affidamento di consulenze esterne, agenda pubblica degli incontri coi portatori di interesse) non meraviglia. Che controlli e limitazioni non possano essere graditi a candidati futuri che, per avventura intendano presentarsi come “civici convinti” con la riserva mentale di bypassare il controllo dal basso (passata la festa, gabbato lo santo), meraviglia ancor meno. Che siano i cittadini a rinunciare al controllo e alle limitazioni è solo assurdo. Diciamola tutta: il prossimo sindaco del civismo autentico si riconoscerà dalla sua libera e convinta adesione all’auto-limitazione e come tale dovrà essere scelto.
Sul punto 3: per impedire che le promesse elettorali siano ancora impunemente tradite occorre proprio che il prossimo sindaco si presenti con un suo progetto di Metodo di Governo Partecipato e la sottoscrizione formale di tale Metodo rappresenta la garanzia reale che può consentire la raccolta di tutto il civismo autentico e non servile al sostegno attivo per la sua elezione.
Sul punto 4: l’annosa lunga esperienza concreta di promesse di cambiamento non mantenute impone una banalissima conclusione: ogni volta che i cittadini delegano per pigrizia o per convenienza o per paura sono poi irrimediabilmente costretti alla sterile lamentela. Nessun umano ragionevole rilascerebbe mandati in bianco che consentano ad altri di disporre delle proprie sostanze: il controllo non è solo essenza della democrazia formale, è difesa sacrosanta dei beni comuni.
Sono d’ accordissimo su tutti i punti, purtroppo e’ una strada tutta in salita perchè nessun governo ha mai accettato o accetterá di essere controllato dai cittadini. Il controllo invece si rende necessario non solo perchè il cittadino possa guardare se tutto viene fatto alla luce del giorno e con giuste ed oneste scelte, ma anche per avere una base su cui decidere le prossime persone da eleggere.
Se i cittadini volessero, lo potrebbero imporre. Noi lavoriamo per questo. Utopia? No. Richieste concrete e legittime.
Aggiungo che per iniziare sarebbe di aiuto ricreare le Circoscrizioni, chiaramente non come erano prima dove, lo posso dire con cognizione di causa essendo stato eletto nella IV , era inutile riunirsi e parlare con i Cittadini perchè tanto le proposte e le lamentele non venivano mai accolte nè discusse in Consiglio Comunale.
Forse le Circoscrizioni sono state uno strumento inadeguato, troppo basato a sua volta sulla rappresentanza istituzionale e dispersivo. Oggi servirebbero probabilmente altri strumenti più diretti e immediati.
Francesco Burroni, che ringraziamo, ci ha scritto per email queste parole: “purtroppo ora non c’è nemmeno il lamento ma una sorta di rassegnazione o menefreghismo … vediamo di cavare le gambe e, al di là dei futuri sindaco e giunte, cominciamo sin da adesso a sviluppare un minimo di atteggiamento critico. Grazie dell’ attenzione.”
Grazie a Francesco Burroni.
Sul tema della partecipazione dei cittadini voglio citare due esempi recenti: Il Piano Operativo (PO) e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) adottati dal Consiglio Comunale nel 2020 . Nella stesura di questi documenti il processo di partecipazione è obbligatorio per legge (LR n. 46 del 2 agosto 2013) e c’è anche un garante dell’informazione e della partecipazione (Delibera G.C. n.107/2017). Nei documenti del PUMS quali il Quadro conoscitivo, al cap. 13, e nel Rapporto Ambientale di VAS al cap. 7.3, sono registrati solo iniziative pubbliche effettuate nel 2017 dalla giunta Valentini e dopo?