“Brunero, sei contento?” Glielo strilla appena sbucata dalla corsia Latte e latticini e si voltano tutti. Lei ride sotto la mascherina come avesse vinto alla lotteria. Lui non si scompone. “Allora sei contento o no?”.
S’appoggia al carrello. “Oh Norma, so’ contento sì. Son contento perché si scopre che una cosa sono i sondaggi e un’altra la realtà, ma sono anche preoccupato”.
“Per l’astensione che aumenta?” Brunero arraffa la solita confezione di biscotti con la cioccolata: “Più che altro mi preoccupo perché non si capisce se la gente non va a votare perché è imbestialita — e non sarebbe nemmeno un male — o perché non gliene frega più niente. E poi i giovani… io ho paura che siano proprio i giovani che non vogliono più votare, te che dici?”
“Senti, stamani alla radio, c’era uno che diceva che i giovani sono interessati ai movimenti (hai visto quanti erano sul clima?) e non ai partiti e io, non solo li capisco, ma sono anche d’accordo; l’esperienza l’abbiamo fatta di persona. Il partito promette il bene, ti chiede l’adesione, ti chiede pure i soldi, poi fa quello che gli pare, si divide in pezzettini, pensa più che altro a comandare e fa anche dimolti troiai. Lo mandano avanti in pochi e di nascosto, pensano parecchio al guadagno e agli affari, lasciano fare a faccendieri e massoni. Ci sarà mai un rimedio?”.
Brunero diventa rosso: “Maremma cane, si sarà detto mille volte. Dipende da noi, tutti. Noi siamo la politica.… “. Norma resta lì, interdetta… “sì, ma come si fa? è sempre il solito discorso.…” .
Brunero tira fuori un appunto: “mi sono annotato le dichiarazioni di Enrico Letta, ci trovo roba nuova” e comincia a leggere: “non mi monto la testa”.…“sulla coalizione che qui abbiamo sperimentato senza simboli di partito bisognerà fare un discorso allargato”… “il PD vince quando va “oltre” se stesso”.… “è stata la più bella campagna elettorale della mia vita, tutta sul territorio, tutta a parlare con le persone”. “Ecco, con le persone, con noi, insomma”.
“Anche di questo sono preoccupato: non possiamo aspettare che faccia da solo, che cambi il partito, che studi i programmi, che scelga bene; lo dobbiamo aiutare noi che siamo e resteremo “oltre”, gli dobbiamo stare con il fiato sul collo, senza sconti… ha fatto promesse, ora si dovrà controllare tutto. Ci sono cittadini singoli, associazioni, gruppi civici che non mollano. O almeno, si spera!”
Potrei essere Brunero, tanto condivido le sue considerazioni 🙂
Letta mi piace perché mi “ sembra “ che abbia la mia stessa idea di politica che per me è qualcosa al di sopra degli interessi individuali, in politica si persegue quelli di tutti e soprattutto si ignorano i risentimenti personali: è la testa che ragiona , non la pancia ! Speriamo di non sbagliarmi ⁉️
I giovani giustamente si sono schifati della politica, delle vane promesse, dei battibecchi idioti sui social ed in tv. Purtroppo hanno toccato con mano che tanto non cambia niente i problemi rimangono senza soluzione da decenni, il lavoro, la sanità, lo studio, l’ aiuto ai progetti innovativi, l’ interfacciarsi con il pubblico ecc. tutto uguale da decenni e non vedono la luce in fondo al tunnel. Secondo me solo le liste civiche che sono presenti sul territorio possono dare un po’ di speranza ai giovani ma dobbiamo lavorarci e parecchio. E a lavorarci dovremmo essere noi delle vecchie generazioni, schifati anche noi ma con la speranza di ritornare al periodo in cui tutto funzionava meglio.
Prima considerazione: i giovani NON possono schifarsi della politica troppo presto… è troppo comodo! Devono prima impegnarsi e parecchio per arrivare a disilludersi…
Seconda considerazione: prima delle elezioni nessun simbolo PD a giro e nemmeno nella scheda elettorale. A risultano raggiunto si ritirano fori le bandiere. O che si fa il giuoco delle tre carte (c’è ..non cè… dov’è)?
Se il PD locale, dopo avere osteggiato l’abbandono del simbolo, intende riappropriarsi in toto della vittoria a scapito della coalizione e di quanto sta “oltre” la coalizione, l’eletto, che è segretario nazionale di questo partito, chiarisca bene la questione!
Ma il problema sta proprio lì, nella speranza che finalmente sia arrivato nel Partito quello che da sempre s’aspettava: il leader (termine che è la traduzione letterale dall’inglese di duce e Fϋhrer), ossia quello “buono”, quello onesto e impegnato al sacrificio personale per la salvezza della nazione e del suo popolo. Peccato che nella nostra Costituzione (la più bella del mondo!) non vi sia traccia né del leader né della leadership, né del partito. Ma non voglio ripetermi: volendo potete veder qui:
https://www.ilcittadinoonline.it/lettere/aurigi-la-costituzione-populista/
Mauro Aurigi
Leader, al contrario di duce e di fuhrer, vuol dire anche chi primeggia in una corsa, il cavallo che “tira” la volata, ecc. La costituzione, e molti ne sono lieti, parla di presidenti e non di presidenzialismo.