Talvolta fingono, ma, il più delle volte, non ci fanno proprio caso. Abituati alla vecchia politica, quella basata (solo) sui rapporti di forza e sulla gestione spregiudicata e bruta (se non brutale) del consenso e del potere, diventano meno sensibili alle idee.
Così non si accorgono che non siamo un piccolo gruppo diretto da qualcuno che utilizza gli aderenti per personalizzare e per emergere, ma siamo, invece, una comunità di persone monitoranti, cioè attive, critiche, che tendono al bene comune e non al consenso purchessia. Inoltre, richiamandoci sempre ai principi costituzionali, vorremmo sollecitare i partiti a svolgere meglio il ruolo cui sono chiamati.
Comunque, dopo tre anni di lavoro, leggono (melius, sono stati costretti a leggere) il nostro Blog (plurale e collettivo), ne riconoscono i meriti, ma, alla fine, vogliono sapere esattamente chi siamo. Se li prendi sul serio e li rimandi prima all’apposita voce del Blog medesimo ove sono indicati coordinatori e direttivo e cominci poi a fare l’elenco degli aderenti .… tizia, caia, sempronio, tutta gente non compromessa con la pessima politica degli ultimi decenni senesi, ti fanno un sorrisino e ti dicono: “Interessante.…ma non avete i voti”.
E’ vero, noi i voti non li abbiamo e, francamente, nemmeno vogliamo averli e ci vergogneremmo pure se li avessimo: noi i voti non li possediamo e nemmeno li vorremmo possedere perché non abbiamo obblighi di fedeltà e rifuggiamo decisamente dal concetto di appartenenza. Noi vorremmo produrre idee, metodi di governo partecipati, proposte democratiche e contenuti utili a tutti.
Ma, poi, siamo così sicuri che i voti si posseggano come se fossero calzini o mutande comprate al mercato?
E’ vero, i partiti (e anche il consigliere Marzucchi) si sono sempre comportati cosi: loro pensano di avere i voti di chi è stato via via beneficiato con il posto di lavoro, con la casa popolare, con la licenza e con la concessione velocizzata. Anche Mussari la pensava così: ben prima di essere nominato presidente della Fondazione (primo gradino dell’irresistibile ascesa) ricordava a tutti, con sicumera, che l’unica cosa che contasse veramente era “avere i voti” (poi s’è visto com’è andata a finire).
In ogni caso abbiamo capito il concetto. Ora, però andiamo anche a vedere quanti voti abbiano davvero, facendo due conti su quanti voti avevano una volta e quanti voti pensano di avere concretamente oggi.
Prendiamo, ad esempio il PD e predecessori, ma la situazione riguarda tutti i partiti. Il Partito democratico della sinistra prese, nel 1993, 13.449 voti, che diventarono 12.256 nel 2001; nel 2006 i Democratici di Sinistra, ottennero 9.589 voti, mentre, nel 2013, il Partito Democratico raccolse 6.483 voti, che son diventati 4.543 nel 2018 (il tutto a parità di iscritti nelle liste elettorali e con una caduta continua del numero dei votanti che, a Siena città, erano 37.000 ca nel 1993 per arrivare a 22.000 nel 2018 e a 18.565 alle recentissime suppletive).
Il consigliere comunale Marzucchi (lo teniamo d’occhio perché, a nostro avviso, è fenomeno paradigmatico) aveva (in proprio) 2.200 voti circa nel 2006 al termine del suo mandato di vicesindaco e ne ha avuti (sempre in proprio) 1.222 nel 2018 (perdere 1000 voti su 2200 non è male, dai…).
Ma, torniamo all’oggi: alle suppletive del 3 e 4 ottobre, ne abbiamo già parlato, non sappiamo quanti voti ha preso nel Comune di Siena il PD perché Letta ha vinto a capo di una coalizione assai ampia cercando i voti — come ha spiegato ripetutamente — nella società civile e anche nello schieramento avverso e giungendo così a raggranellarne (si parla sempre dei votanti del comune di Siena) 8.541.
Letta, pensiamo, ha fatto così (e ha vinto) perché sa benissimo che, oramai, i voti non si hanno una volta per tutte e che poi si può “stare sereni” a raccogliere i frutti. Non vale a Siena e non vale in altro luogo: i voti bisogna meritarseli ogni volta.
Conclusione (provvisoria): di certo il PD non ha i voti per vincere nel 2023 e, dopo quanto è avvenuto in questo secolo, è pure bene che non li abbia; i tempi della rendita sicura sono passati da un pezzo. Per tutti. E noi, se ne avremo voglia, li andremo a cercare tra gli elettori e, particolarmente, tra chi oggi si astiene.
Giustissima analisi e noi andremo ad allearci con le Liste Civiche che condivideranno le nostre Idee. Difficile ma non impossibile. Andremo a cercare non chi ragiona come la vecchia politica ha fatto per anni ma solo chi ha idee nuove, idee da sviluppare insieme ai Cittadini.
Io credo che l’unico soggetto politico che possa sposare con sincerità un ragionamento del genere é Potere al Popolo.
Questo può dirlo solo chi rappresenta Potere al popolo 🙂.
In generale le liste civiche raccolgono persone provenienti da esperienze politiche pregresse eterogenee e persone che prima non si sono mai impegnate attivamente nella politica cittadina.
In entrambi i casi, l’importante è che condividano i propositi di Idee in Comune