Con lo stesso rilievo con cui abbiamo ipotizzato che un assessore comunale avesse ironizzato sulla “stupidità ereditaria” di qualche suo interlocutore intendiamo dare atto dell’errore che abbiamo commesso; oggi abbiamo avuto conferma che fare monitoraggio civico è difficile e che è sempre possibile sbagliare.
Ecco i fatti.
Con un articolo intitolato “Ogni tanto nella storia ritorna Pasquino”, pubblicato qualche ora fa oggi 28 novembre 2021 abbiamo scritto che “un assessore (ci si riferiva per la precisione al dott. Paolo Benini) si permette .… di uscire dal bon ton .… magari cancellando i suoi altezzosi strali per tardiva resipiscenza o dopo una rapida consultazione col capo dell’amministrazione che, a quanto risulta, è anche suo difensore in giudizio. Ecco l’ultima perla segnalata e pervenuta in copia dopo la notizia che un bambino della Duprè aveva sbagliato scuolabus .….….….…..” e abbiamo pubblicato il suo post su facebook privo di data così come lo avevamo ricevuto da un “amico” comune e che di nuovo riportiamo
L’assessore, sempre su facebook, ha inequivocabilmente dimostrato che tale post incentrato sulla “stupidità ereditaria” (Lombroso?) è stato da lui pubblicato il 12 novembre e, dunque, ben 10 giorni prima del fatto (riportato nel Corriere di Siena) accaduto a quel bambino della scuola Duprè che lunedì 22 novembre era salito su uno scuolabus sbagliato, per fortuna senza conseguenze.
Ne deriva con chiarezza che, prendendo per buono l’accostamento che la nostra “fonte” ci mostrava tra il post e il fatto avvenuto 10 giorni dopo, abbiamo commesso un grave errore e ne abbiamo tratto considerazioni prive di fondamento.
Resta il fatto che il giorno 12 novembre l’assessore dott. Benini, allorché ha pubblicato quel post, si riferiva ad una stupidità ereditaria ben precisa (come si deduce dall’affermazione finale “anche oggi ne ho ampia dimostrazione”) che ha tuttavia ritenuto di non attribuire a persona/e determinata/e.
Faremo naturalmente tesoro di tale errore che ci ha procurato, inutile nasconderlo, uno spiacevole e non lieve imbarazzo.