In principio fu per lo più servile.
Nel 1996 per il Comune di Siena votò quasi il 90% e le liste civiche, tutte liste-civetta (di partito) ottennero il 14 per cento. Cinque anni dopo, nel 2001, votò l’86,4% e le liste civiche civetta (di partito) presero il 25%. Nel 2006, a fronte di un’affluenza del 78%, le liste civiche coalizzate fuori dei partiti sul nome di Pier Luigi Piccini, presero il 31%, ma già nel 2011, col voto del 76,65 % degli aventi diritto, tornarono le liste civiche-civetta a supporto delle coalizioni dei partiti.
La città era colpita. Il groviglio armonioso del sistema dei partiti aveva già prodotto il disastro, ma volle comunque imporre la candidatura del suo campione di tatticismo estremo e di potere, Franco Ceccuzzi, decapitato da un’inchiesta giudiziaria con Mussari sul Pastificio Amato (tornato oggi nella direzione del PD grazie al supporto per l’elezione del segretario Valenti, come da sua — di Valenti — dichiarazione).
Intanto un quinto degli elettori s’era dato alla fuga (ora siamo ad un quarto, ma abbiamo raggiunto i tre quinti di astenuti alle suppletive di ottobre).
Nel 2013 le liste civiche di supporto (o servili, cioè al servizio, senza offesa) raggiunsero il 40% e l’affluenza era scesa al 68,31%. In corso di mandato Siena Cambia tentò di affrancarsi dal PD in cui Valentini s’era rifugiato, ma i suoi eletti non vollero differenziarsi; in quel momento sembrò che Fulvio Mancuso fosse molto tentato dall’idea di contribuire alla promozione di un Polo Civico senese, ma, dopo le dimissioni, scelse di capeggiare un piccolo partito e, dopo avere rinunciato alle elezioni del 2018, predica oggi il ritorno alla coalizione del “campo largo progressista” che accoglierebbe benignamente e paternamente la “società civile” come ai tempi degli “indipendenti” del PCI.
Il civismo, dunque, come definizione generica, gode attualmente di una qualche credibilità popolare? E’ sufficiente dire che “siamo civici” per impressionare favorevolmente il cittadino-elettore attento? Il civismo così congegnato può riuscire ad invertire la tendenza, che sembra inarrestabile, verso l’astensionismo? Questo civismo in servizio permanente effettivo pro partiti favorisce la partecipazione e lo sviluppo della democrazia?
Se trovate qualcuno disposto a rispondere a una di queste domande in qualsiasi altro modo che non sia un no secco e duro, segnalatelo. Manderemo la bambolina bifronte: credulità da un lato, malafede dall’altro.
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Oggi si sta tentando una strada completamente diversa: invece di fare da sgabello ai partiti, i cittadini provano a ribaltare il discorso. “Siamo abbastanza forti da metterci insieme e da essere noi, cittadini in proprio delusi dai vostri comportamenti, a prendere l’iniziativa da protagonisti. Noi facciamo il Terzo Polo Civico e, per questa volta, definiamo noi le regole del gioco: metodo di governo, contenuti, programmi, trasparenza partecipazione, democrazia. Voi, se volete, mettete per una volta nel cassetto le bandiere che avete umiliato e chiedete a noi di aderire alla nostra proposta. Per cinque anni vi interrogate sulle vostre responsabilità e, alla fine, se ne riparla”. Se non vi va, vedremo alla fine chi ha fatto un regalo a De Mossi.
In soldoni, molto in soldoni, le cose stanno così.
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E’ tutto? E’ una questione di pura sostituzione? Prima c’erano i partiti, ora, come dicono oggi al Comune, tocca a noi?
Che non sia così e che così non sarà lo si vedrà bene dalle proposte concrete che il Terzo Polo Civico formulerà. Ma si dovrà fare altro: bisognerà guardarsi meglio intorno, sentire altre esperienze non locali, percepire l’aria di rinnovamento che ruota intorno alle parole d’ordine della partecipazione democratica effettiva. Sarà una garanzia per i cittadini elettori, la base per un nuovo patto cogente e condiviso. Fin d’ora vorremmo raccogliere idee e contributi, proposte e strategie. Anticipatamente e sentitamente ringraziando.
Ottima e precisa analisi, ma come fare a riprendersi un pò di credibilità ?
Staccandosi completamente e quindi forse rimanendo soli, da tutti quei personaggi che odorano di partito e non di civismo ? Riusciremo a far capire al Cittadino Senese che noi siamo diversi per davvero e che ciò che ci interessa e ciò per cui combattiamo è solo il desiderio di avere un “Governo dei Cittadini” ?
Non ho una risposta
Ottime riflessioni. Presumo, ma si potrà fare una verifica, che il rinsecchimento elettorale dei partiti nelle elezioni amministrative sia un dato di tantissime realtà cittadine. Siena è particolare, e in peggio, perchè godeva di una potenza economica vocata a supportare ogni ambito della vita cittadina; condizione non presente, quasi unica, in contesti comunali delle dimensioni senesi. Possiamo adesso constatare le macerie del sistema partitocratico senese, maggioranze prevaricanti e minoranze ossequianti dei criteri di compartecipazione di favori e comitati di affare multicolori.
Macerie ingombranti e sempre di ostacolo a una gestione trasparente ed efficiente della cosa pubblica.
Siena in ginocchio e invece un sistema di potere sempre prevaricante e indifferente alle compagini partitiche che vincono le elezioni.
L’attuale amministrazione è stata brava davvero: ci ha spiegato benissimo che
il sindaco cambia di nome e cognome, ma la stanza dei bottoni è frequentata e blindata dai soliti roditori.
Il Polo Civico trova la sua ragione di esistere in questa constatazione ormai chiara alla gran parte dei nostri concittadini.
Il suo progetto è sanificare qualsiasi locale del Palazzo Comunale e sue sedi staccate.
Sul come si realizzerà sarà compito di tanti cittadini, speriamo molti giovani, che vorranno partecipare alla elaborazione del programma politico e al costante controllo civico della sua attuazione.
La nuova Siena nascerà solo dal protagonismo dei cittadini e mai più dalle numenclature dei partiti.