La NAZIONE riprende una conferenza stampa del responsabile cittadino del PD Roncucci e la confronta con la valutazione espressa nel suo Blog da Pierluigi Piccini. Il titolo è già significativo
Ora, a parte che Piccini non è un “motore” e a parte il fatto che, identificando il Terzo Polo civico con Piccini, si finisce per sminuirne la portata e l’immagine di grande e articolata coalizione civica (che è ciò che incute davvero rispetto), il titolo coglie esattamente il punto: la proposta del PD è quella dell’ennesimo “cartello elettorale” che è propriamente una “unione di più partiti che si presentano alle elezioni in una sola lista o raggruppamento, per evitare una dispersione di voti”. E si è detto tutto.
Piccini poi ha chiarito benissimo il limite della proposta del PD che “ripropone un passato.…. nel quale tutte le vacche di notte sono grigie, con dei ripescaggi come Marzucchi, per la gioia di qualche quarantenne” che si affanna a coprire il ruolo del “giovane” ormai piuttosto maturo.
Il Terzo Polo, dunque, “non si lascerà inglobare in un cartello elettorale: .….tutto già visto ma in una dimensione inedita nella vaghezza dei due cartelli elettorali in competizione prevalentemente sui bacini dei voti, sui nomi che potrebbero portare altri voti e sulle relative promesse elettorali…”. il tutto .……“senza uno straccio di programma, di obiettivi, come se il richiamo ai vecchi elementi identitari fosse sufficiente, mentre tutto è in discussione e in sommovimento”. Applausi.
E si giunge al punto essenziale: cosa fa il Terzo Polo civico per evitare a sua volta di essere un mero “cartello elettorale”, una sommatoria di liste senza un obiettivo comune? Piccini la spiega così:
noi del Terzo Polo Civico abbiamo preso una strada più faticosa: … stiamo lì a discutere su un manifesto di principi, sul patto di governo con i cittadini, sui criteri per selezionare il candidato sindaco e la squadra di governo, sui temi che dovrebbero presiedere al programma, e a come organizzare una partecipazione degli elettori, nonché un recupero degli assenteisti del voto, liste elettorali effettivamente innovative.……
e a noi sembra, se la vogliamo dire con altre parole, che si stia “faticosamente” cercando, in estrema sintesi, di trovare un modo nuovo di fare politica cittadina e di governare il bene comune con i cittadini e con gli elettori, votanti e assenteisti, non per consultarli — l’attuale amministrazione, beninteso, non arriva neppure a questo — ma per renderli effettivi protagonisti attivi: che sarebbe poi l’essenza della partecipazione.
Se dovessimo riuscire in questo, i rischi di “cartello elettorale” sarebbero davvero dissolti e la “strada sperimentata nelle suppletive di ottobre”, che la NAZIONE sintetizza come “spirito convinto di coalizione e nessun simbolo Pd o di altri partiti sulla scheda”, potrebbe diventare agevole, priva di insidie e, soprattutto vincente al primo turno senza correre il solito rischio dell’apertura del classico mercato delle vacche che, con le leggi vigenti, si ripropone ordinariamente al ballottaggio.
Non fa una piega ! Aggiungerei solo di stare attenti al “civismo di facciata” giusto per prendere voti per poi abbandonare il cittadino come è ora.
Ci siamo. Avrei evitato di dare ulteriori risalto a parole già riportate dalla stampa. Grazie del contributo!
Bravi come sempre . Vanno eliminati dal TPC persone che si sono già riciclate a sufficienza e che hanno dato , o meglio preso, abbastanza a/da questa città
Come abbiamo detto molte volte, le persone che sono già state protagoniste in passato della vita politica senese, pure non compromesse col “sistema Siena” di carattere partitocratico (tutti i partiti, più o meno) e, anzi, duri oppositori di quel sistema, non dovrebbero candidarsi ma mettersi a disposizione della comunità per trasmettere la propria esperienza, competenza, capacità critica e progettuale al fine di contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente proveniente dalla società civile oggi chiamata alla responsabile funzione di supplenza dei partiti responsabili della grave crisi della città.
La Redazione
Io credo che, come ho detto tempo fa, il Piccini, persona intelligente, dimostri che lui poco ha a che fare con il civismo. Lui, può prendere parte in una coalizione ma deve rinunciare alla sua candidatura. Penso che un patto serio di coalizione debba essere fondato su regole chiare Per esempio: come si sceglie il candidato o la candidata a sindaco, come si compongono le liste e come la squadra di governo o come si affidano le nomine nelle partecipate. Si deve costituire un comitato di garanzia con persone di alto spessore che rinunciano a candidature o incarichi per cinque anni e questi garanti devono essere scelti da tutti gli aderenti al patto. Ci vuole un patto di lealtà reciproca e per questo si deve giocare a carte scoperte. “Liberi Solidali Progressisti” da me lanciata, può essere un luogo utile. In merito al mio ruolo, ribadisco che sono disponibile a candidarmi per qualsiasi ruolo ma solo se ce ne saranno le condizioni.
D’accordo sulle conclusioni dell’articolo , ma se nonostante tutto si arriva al ballottaggio .…. che succederà ?
Non siamo indovini. Possiamo solo esprimere opinioni sulle scelte da effettuare.
La Redazione
Stimo una persona intelligente e capace come Piccini, ce ne fossero…ma confutare chenon c’è solo Piccini tra i movimenti civici citando Piccini è una contraddizione in termini…però vedo movimenti interessanti e con idee nuove, anche se vorrei vedere poi i fatti…
Grazie del contributo. Una richiesta di precisazione: se devo far presente che il signor Roberto è, putacaso, un ex sindaco, come posso fare a dirlo senza citare, appunto Roberto e citare, in suo luogo Alessandro o Giuseppe?
La Redazione (incuriosita)
Il “fenomeno” Piccini mi deve essere spiegato. Io non riesco a capire come lui, che fu tra i maggiori responsabili della privatizzazione del Monte (privatizzazione che è l’unica causa della costante e crescente crisi in cui la Città è precipitata dal 1995 ad oggi, crisi di cui non si vede ancora il fondo), sia tutt’ora attore sulla scena cittadina. E riesco ancor meno a capire come ancora oggi ci siano Senesi disposti ad ascoltarlo e, peggio ancora, a votarlo. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
La domanda andrebbe posta agli elettori. Nel 2018 Pierluigi Piccini era candidato sindaco e fu scelto da 5.617 senesi (pari al 21,27% del totale). Evidentemente l’ex sindaco gode, rispetto agli altri candidati, di un consistente seguito personale. Tra l’altro è da considerare che la sua lista civica Per Siena ha una strutturazione articolata e multiforme e che, per il 2023, Piccini ha pubblicamente dichiarato che non sarà candidato sindaco perché la sua finalità è quella di contribuire alla formazione di altre persone della società civile da offrire al governo della città. La dichiarazione è nobile ed è stata espressa non senza una qualche solennità.
La Redazione.