“La corruzione vive di scarsità di controlli, mentre la corretta digitalizzazione permette di potenziarli, poiché non solo aumenta la trasparenza, ma .….. riduce il potere del singolo sugli atti, a favore di un controllo totale e a monte. La lotta per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è anche una lotta per l’uguaglianza e per la democrazia, a favore di un potere distribuito”.
Questa la sintesi estrema con cui l’autore, Paolo Coppola, ha voluto descrivere il suo libro presentato un paio di giorni fa al Circolo ARCI Due Ponti per iniziativa di qualche coraggioso innovatore della stagnante politica senese:
Paolo Coppola, oggi vicesegretario regionale del PD friulano, non è un funzionario di partito, non ha ancora cinquant’anni, è stato assessore al Comune di Udine e successivamente deputato dal 2013 al 2018. Dal 2016 al 2018 è stato presidente della Commissione parlamentare di inchiesta “sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche Amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie e della comunicazione”. E’ professore associato di Informatica all’Università di Udine e, dal 2021, consulente tecnico della Presidenza del Consiglio per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. E’ convinto (come noi) che i ritardi gravissimi e gli sprechi esorbitanti della digitalizzazione della pubblica amministrazione siano dovuti alla “cattiva politica”.
Le relazioni (Chiara Mocenni e Luigi Dallai) all’incontro e le parole dell’autore hanno sollecitato interventi e domande. Nella sua replica finale Coppola ha sottolineato due punti che, per parte nostra, ripetiamo da anni:
- l’unico modo per imporre agli eletti e ai “rappresentanti del popolo” di lavorare per il bene comune è quello di assoggettarli ad un rigoroso controllo di GARANZIA e la “buona” digitalizzazione consente un serio monitoraggio “a monte”
- proprio chi detiene il maggiore potere (un sindaco, per esempio) deve avere il CORAGGIO di aprire maggiormente alla trasparenza e alla partecipazione attraverso una cessione di parte del proprio potere istituzionale a favore dei cittadini.
Questi per noi i conseguenti COROLLARI:
- il PD non è uguale dappertutto: accanto a quello (come il nostro, in cui, peraltro, vediamo importanti anche se minoritari spunti di innovazione) perso nella melma della gestione del potere fine a se stessa e responsabile, non da solo certo, di inaudite nefandezze (per non parlare di opache collusioni affaristiche) c’è anche il PD maturato nell’opposizione e più disponibile alla ricerca dei meccanismi di una possibile rinascita; ci vorrà del tempo, probabilmente molto, e toccherà agli elettori pretendere, “a monte”, il più “rigoroso controllo”
- questa valutazione del PD vale anche per gli altri partiti corresponsabili e collusi nel “groviglio armonioso” senese e questa è la ragione principale dell’improponibilità del cd “campo largo progressista” artificioso tentativo di autoassoluzione destinato ad ulteriori sconfitte elettorali
- in attesa che i partiti facciano i conti con le proprie responsabilità serve la partecipazione attiva e l’affermazione piena di un civismo politico liberato dalle strumentalizzazioni dei partiti e dalle liste “civetta”
- oltre ai requisiti che il Terzo Polo Civico ha individuato per la scelta della/del candidata/o sindaca/o non ci stancheremo di ricordare che un buon sindaco (meglio sindaca), anche se non dotato/a in partenza del CORAGGIO di cui sopra, deve essere disponibile in partenza (o costretta all’occorrenza!) a cedere parte consistente del potere (che la legge prevede in nome della governabilità) a favore dei cittadini quale condizione essenziale per poter progettare il futuro e governare con la loro diretta partecipazione.
Parlare di questo ci sembra un buon modo ulteriore per celebrare concretamente e degnamente la Festa della Liberazione.
Una corretta e buona digitalizzazione è essenziale per ridare potere al popolo e per renderlo consapevole e indispensabile delle scelte politiche. Il cittadino negli anni si è allontanato dalla politica perché conscio che una volta passate le elezioni non poteva più incidere con nessuno strumento al buon governo della Città
Cosa indispensabile e necessaria per corrette valutazioni da parte dei cittadini anche meno informati. Ma potremo solo sperarlo?
Mi dispiaciuto molto di non aver potuto esserci. Si è affrontato il tema del Difensore Civico Digitale ? Era uno degli aspetti più interessanti della Riforma Madia della P.A. , approvata nel 2015 e poi sparito dalle cronache; tanto meno portato come bandiera dalla politica del cosiddetto fronte riformista. Eppure potrebbe rivestire un ruolo importante nel rilancio dell transizione al digitale nella PA e conseguentemente della lotta alla corruzione.
E’ stata posta la questione su come portarlo alla piena funzionalità? Sarebbe un’arma formidabile nelle mani dei cittadini ‑e anche delle imprese- che vogliono vedere difesi i propri diritti all’uso del digitale nei rapporti con la PA. E la PA stessa potrebbe conoscere/ascoltare le istanze provenienti dalla società civile. Un passaggio obbligato per innestare quel ciclo virtuoso che da anni si attende per vedere finalmente rilanciati la PA italiana e il percorso verso la sua digitalizzazione. Si è discusso del ruolo dell’attuale Difensore Civico per realizzare un unico- e rafforzato- organo di controllo dell’operato della P.A.? Si potrebbe studiare, in un gruppo di lavoro delegato del TPC , la modalità di inserirlo come elemento concreto del nostro programma, partendo dalla lettura comune del testo di Paolo Coppola.
Credo che sia importante creare consapevolezza sulle potenzialità e sui limiti dell’utilizzo delle tecnologie digitali, che spesso alimentano la dicotomia tra la vita virtuale e la vita fisica delle persone. Va chiarito che la digitalizzazione è uno strumento e non un fine. La politica e la società devono concordare sul fatto che l’obiettivo da perseguire sia il benessere comune e definire coerentemente il processo che intendono mettere in atto per questo scopo. La digitalizzazione, poi, fornisce strumenti straordinari per facilitare e accelerare il percorso.
Non ci sembra di avere messo in dubbio che la digitalizzazione debba essere uno strumento e non il fine. Peraltro, come risposto al signor Zunino, ci interessava mettere in evidenza altri aspetti che riguardano il ruolo primario dei cittadini nel governo locale e la pessima gestione offerta finora dai partiti.
La Redazione.
Per favore, un commento sulla sparizione dei deputati 5 stelle (quelli della trasparenza e della democrazia diretta) in Commissione al momento di votare a favore della possibilità di sottoscrivere tramite SPID e PEC le liste elettorali. E un parere sulla precedente sollevazione di perplessità ed obiezioni alla possibilità di sottoscrivere i referendum abrogativi tramite SPID. Digitalizzazione e democrazia, sono in tema, no ?
Lei pone un tema che non abbiamo studiato (quali siano le ragioni pro e contro l’uso dello SPID in materia elettorale) e che non tocca gli aspetti che si volevano sottolineare: controllo democratico, cessione del potere a favore dei cittadini, scelta dei candidati e loro ruolo, diversificazione dai metodi di cartello elettorale tipicamente partitici.
Tema certamente interessante che, al momento, non potendoci occupare di tutto, ci sembra procrastinabile.
La Radazione