Non è una battuta e nemmeno uno scherzo. Da mesi si sente ripetere che Franco Ceccuzzi . l’onorevole segretario della disfatta senese e principale suggeritore della smagliata maggioranza nel partito comunale, è convinto che, nel 2023, il PD, qualsiasi cosa faccia .… perderà. Per questo consiglia di lavorare direttamente per il 2028, quando, superati i sessanta e divenuto egli anziano e saggio, immagina che Siena avrà metabolizzato i disastri avvenuti quando lui teneva le redini del groviglio armonioso e sia pronta a riprenderselo come sindaco dopo la sfortunata parentesi durata 16 anni.
Finora, però si sentiva dire che fosse solo una sua opinione, per quanto autorevole. Invece, se lo domandi a giro, viene fuori che lo pensano quasi tutti e che, anzi, si tratta di un dato in qualche modo oggettivo e considerato pressoché ineluttabile.
Rispetto ai diffusi bisbigli ha parlato molto chiaro Rosy Bindi :
Il Partito non si libera del braccio di ferro tra capicorrente più preoccupati del loro destino che di quello della città.… i Dem sono già rassegnati alla sconfitta .… sembra che non abbiano voglia nemmeno stavolta di vincere, sono ormai rassegnati a un secondo mandato dell’attuale sindaco di centrodestra..
Le analogie coi comportamenti del partito nazionale sono evidenti: anche a Roma avevano già dato per scontato che — stante la continuità dei sondaggi — la destra avrebbe vinto abbondantemente le elezioni politiche e non hanno provato nemmeno a contrastarla continuando invece a suonare la fanfara dell’ “agenda Draghi” e rifiutando di costruire minime alternative in chiave elettorale.
A ben vedere, però, i comportamenti senesi sono ancora più gravi e, se possibile, ancor meno giustificabili: l’amministrazione De Mossi vinse per una manciata di voti e, nel frattempo, ha dimostrato di avere sommato le nefandezze proprie della destra al potere con quelle del “ricciarello magico” senza che il PD si decidesse a svolgere una seria e convinta opposizione; qui il PD vede bene i danni che si sono prodotti eppure mostra passiva rassegnazione.
Qualche mese fa, invece di seguire la strada indicata da Letta che alle suppletive dell’anno passato aveva vinto grazie all’abbandono dei simboli di partito (non solo del suo, si badi bene, ma di tutti i partiti che lo sostenevano) e appellandosi alla società civile, hanno provato a mettere in piedi il solito “campolargo” strettamente partitico ma “aperto” — come hanno detto — a chi volesse aderire (in posizione subordinata). Com’era ovvio, se si esclude il gruppo di Ernesto Campanini già consigliere comunale di Sinistra per Siena e il signor Massimo Vita , non ha aderito nessuno e la scelta ha semmai favorito la forte aggregazione del Polo Civico Siena e la candidatura di Fabio Pacciani .
In effetti queste due adesioni, più che apporti di idee, di programmi e di energie collettive, sono due personali e dichiarate candidature a sindaco. Campanini e Vita si sono autocandidati e reclamano a gran voce l’effettuazione di elezioni primarie; le quali, in tal modo, riducono ogni loro (residua) funzione democratica per trasformarsi in strumenti — leciti, per carità — di mera promozione personale: anche in caso di (scontata) sconfitta, è comunque cresciuta la rispettiva popolarità, il resto … è secondario.
Ma poi, di grazia, se si è già convinti di perdere, ci volete spiegare a cosa servirebbero le primarie?
Registrata la fuga della società civile, scappano anche i partiti: Italia Viva — anche se non sa bene che fare — precisa in questi giorni a Orlando Pacchiani che non ha alcuna intenzione di ritornare ai tavoli col PD; le formazioni minori tacciono e il Movimento 5 Stelle, orbo del “fedele” Migliorino, adirato per il presunto “sgarbo” di Conte che gli ha messo davanti il vicepresidente nazionale Ricciardi nonostante il successo riportato nelle “parlamentarie”, sembra poco interessato, per via delle recenti vicende elettorali che hanno inutilmente tentato di azzerarlo, ad essere ammesso alla corte (per giunta perdente) del PD.
Insomma, se tutto il PD è ormai convinto di perdere le elezioni del 2023, guardando bene si trovano anche serie motivazioni. E allora? Come salvarsi dalla catastrofica destra senese, incapace non solo di apportare cambiamenti, ma perfino di governare? Cosa deve fare l’elettore senese che votava partito democratico? Dovrà andare a votare per chi è già convinto di perdere otto mesi prima delle elezioni?
Noi non lo diciamo perché cerchiamo di fare ragionamenti e non comizi, ma le risposte non dovrebbero essere poi tanto difficili.
”
Analisi perfetta, condivido tutto, il Pd senese abituato ad ottenere tutto e a far poco per la Città si sente scivolare il terreno sotto i piedi, nel 2018 fu preso alla sprovvista, ora non sa che fare, praticamente non fa niente.