Un circolo ARCI di una serata d’ottobre, tre persone sedute davanti al gentile “pubblico” intervenuto, una proiezione di immagini alle spalle del/dei relatore/i, un quarto d’ora destinato al “dibattito” (i’ ccurturale di benignana memoria; anni ’80 Roberto Benigni Festival dell’Unità.…) e, poi, tutti a casa. Se ne terrà conto .… se, come, e quando si vorrà.
Lo schema antico dei dirigenti che consultano le masse per verificare quanto avesse ragione il Partito è saltato da un pezzo (non ci sono più i dirigenti di una volta e le masse stanno diventando Comunità di cittadini che vogliono contare qualcosa), ma il rituale verticistico è rimasto invariato (per la verità ci sono anche molti partiti — tutta la destra — che nemmeno consultano; fanno come vogliono e basta).
Fabio Pacciani, che rappresenta il Civismo Politico e ne è candidato sindaco, è e si sente cittadino tra i cittadini, non fa finta di sapere tutto come fanno di solito capi e capetti, sente invece il bisogno di apprendere (e non di consultare) e capovolge il rituale tradizionale: infatti va a chiedere ai (suoi) concittadini, da pari a pari, quali sono i bisogni di quel territorio e… ascolta. Ascolta e registra: a questo serve la proiezione alle sue spalle, a vedere ciò che viene via via individuato e registrato dagli intervenuti, vale a dire la sintesi di ciò che i cittadini di Ravacciano pensano siano le necessità del quartiere. E dopo?
E dopo si fa una nuova riunione nello stesso luogo, già fissata per giovedi 10 novembre, ore 21,00 (o anche due se necessario) e si discute insieme di quali cose sia attuabili (possibili), quali siano impraticabili, quali siano, insomma, le priorità e come farli diventare progetti. E questo processo prosegue nei mesi a venire in venti zone o quartieri (intanto è fissato un incontro per gli abitanti del Centro per mercoledi 9 novembre ore 18,00, sala Palazzo Patrizi, via di Città) . Provare per credere…
Alla fine, nei sabati 11, 18 e 25 marzo 2023 (così ha deciso il Polo Civico Siena) saranno sempre i cittadini a tirare le somme: in queste occasioni i cittadini stessi decideranno di che discutere per arrivare a programmi condivisi, alle cose da fare, ai metodi per realizzarle; lo strumento si chiama open space technology, lo fanno in tanti (anche i partiti) ma in modo verticistico e preconfezionato. Noi lo faremo in modo libero e autonomo, come è diritto delle Comunità libere e attive. Se ne riparlerà. Intanto una cosa è certa:
senza tanti discorsi teorici, questa è concreta ed effettiva partecipazione.
www.fabiopacciani.it 331 471 7381 @fabiopaccianisiena
Dunque finalmente sembra ci sia qualcuno che fa sul serio.
Iniziative stimolanti. Basta chiacchiere. Non ci sono scuse: il momento di darsi da fare è arrivato. Bene!