Finalmente siamo riusciti a completare il quadro della vicenda che, con molti condizionali, abbiamo sollevato lo scorso 17 aprile, che troviamo tuttora oscura e che intendiamo, non volendo passare per fessacchiotti, riportare a futura memoria. Questi i punti essenziali ricavabili dalla ricostruzione del Presidente Ascheri nel suo “L’Eretico di Siena”.
La prof. Nicoletta Fabio, laureata e insegnante di scuola media superiore, già Priore della Contrada Sovrana dell’Istrice e Rettore del Magistrato, Consigliere di amministrazione della Biblioteca comunale degli Intronati, una volta accettata la candidatura di FdI, della Lega e di FI. in sostituzione del massone, visto che Castagnini si era dimesso dalla presidenza di SIGERICO spa, da persona colta ed accorta qual’è, si sarebbe posta il problema di verificare se, per avventura, non si trovasse anche lei in una condizione di ineleggibilità per essere componente dell’organo di gestione della Biblioteca, prestigiosa Istituzione del Comune di Siena fondata alla metà del 1700.
Verificata la circostanza e considerato che avrebbe risolto tale condizione di ineleggibilità solo dimettendosi dal Consiglio di amministrazione della Biblioteca prima del 14 aprile (30° giorno precedente la data delle elezioni) ha pensato (erroneamente) di dimettersi con una lettera al Sindaco De Mossi anziché a Raffaele Ascheri, Presidente dell’organo di cui è componente.
Pertanto il 10 di marzo, di mattina, avrebbe fatto pervenire al Sindaco la sua irrevocabile decisione. Ovviamente la lettera sarà stata protocollata e poi passata al sindaco, il quale, però, invece di trasmettere tale lettera di dimissioni alla Biblioteca per competenza, avrebbe immediatamente (ma erroneamente) informato il Presidente Ascheri per le vie brevi; che la comunicazione sia avvenuta verbalmente sembra doversi ricavare da una serie di circostanze: l’immediatezza, l’assenza di ogni riferimento alla lettera negli atti reperibili all’Albo Pretorio comunale e altro di cui appresso.
Ascheri, dunque, già blogger fustigatore di abusi di potere, ma anche di scorrette procedure, avendo già convocato il 3 marzo un consiglio di amministrazione per il pomeriggio di quel medesimo giorno, invece di convocare un nuovo Cda in altra data entro 10 giorni per la presa d’atto, ovviamente con apposita delibera come fatto in altre tre identiche occasioni precedenti e seguendo la procedura imposta dall’art. 8 del Regolamento della Biblioteca, avrebbe colto al balzo l’occasione e, anche se non erano previste sue comunicazioni all’odg, ha (erroneamente… e tre!) comunicato a voce che Nicoletta Fabio aveva inviato al sindaco le sue dimissioni; Ascheri non ha letto la lettera della Fabio né vi ha fatto cenno alcuno. Nessun componente del Consiglio è intervenuto, a quanto sembra, nemmeno per ringraziare la Fabio per l’opera prestata, come si fa di norma con chiunque e, a questo punto, il Consiglio (ancora erroneamente) non si è pronunciato con una “presa d’atto” né con delibera, né a voce; insomma, per quanto sappiamo, ha proprio taciuto senza fare, come si dice, né ai né bai.
E si arriva così alla successiva riunione del Cda del 4 aprile alla quale, trascorse tre settimane piene dalle dimissioni e come se niente fosse, viene (ancora una volta erroneamente) invitata anche la professoressa Fabio (come si deduce dal fatto che, a verbale, viene riportata come “assente”), la quale, essendosi dimessa il 10 marzo, ovviamente non poteva far parte dell’organo collegiale di gestione della biblioteca.
Questo “errore”, ci sia consentito, ha qualcosa di pittoresco.… E’ vero che i burocrati sono spesso distratti, lo sappiamo, ma che in biblioteca — ambiente ristretto a pochissime persone — non abbiano fatto caso che la Fabio si era dimessa e, come ci dice Ascheri ora, “non faceva più parte del consiglio” è cosa francamente impossibile prima ancora che inverosimile. E che lo stesso Ascheri abbia firmato una convocazione per la riunione del 4 aprile che comprendeva anche la Fabio (che lui sapeva candidata e dimissionaria) a noi sembra francamente una cosa … fuori dal mondo…
Questi i dati incredibili e fantastici che cozzano vistosamente con la nota iscrizione che si può ammirare nelle sale della biblioteca
in cui si legge quel nemini credere comprensibile anche per chi, s’immagina, non si intende di latinorum. E si legge anche quel studere che fa pensare subito al regolamento che dispone sulle procedure evidentemente non solo non studiato, ma neppure letto, né, sembra, in alcun modo annusato.
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Ecco, ci abbiamo pensato e ripensato.… e siamo arrivati a questa conclusione: non amiamo passare da fessacchiotti e non riusciamo a credere che le cose siano andate davvero così.
C’è un modo per convincerci? Ci sarebbe. Siccome l’ordinamento italiano prevede — ormai da dieci anni — l’obbligo di trasparenza della pubblica amministrazione, il presidente Ascheri ci invita negli suoi uffici e, alla presenza sua e/o di suoi delegati, ci fa sbirciare nei documenti digitali ivi archiviati. Noi si guarda, ci si convince e siamo contenti.
Il Presidente non ci invita? A noi resterà per sempre il dubbio perché, come non possiamo neppure pensare che la professoressa Fabio non abbia mai letto le regole di funzionamento dell’organo di cui fa parte, così siamo assolutamente certi che, vuoi il personale della biblioteca, vuoi il presidente Ascheri, non sono affatto degli sprovveduti.