A parte Norma e Brunero che, qualche giorno fa, hanno provato a dire la loro da semplici cittadini privi di competenze e digiuni di studi, per queste elezioni amministrative non si registrano per ora commenti che si spingano al di là della registrazione di vittorie e sconfitte (qui è successo questo e qui quest’altro…) e che provino invece ad individuare le peculiarità delle circostanze e delle concause che hanno fatto (ri)vincere i governativi a Massa, a Pisa e a Siena.
Ci prova, su Striscia Rossa https://www.strisciarossa.it/dopo-il-voto-quel-che-resta-della-sinistra-in-toscana/ Maurizio Boldrini, giornalista e docente universitario
che, dopo avere accennato a quel “peccato originario” del PD senese (solo senese?) rimasto senza assoluzione che si porta dietro da un decennio, scrive, che, alla fine dei conti
il centro sinistra a Siena ha perso un’occasione d’oro per riconquistare il Comune. Un po’ per la bravura degli altri, ma anche per gli errori commessi, specie nelle due settimane che hanno preceduto il ballottaggio sia dalla candidata sia dalla lista. Invece di attaccare il finto nuovismo, invece di dialogare con quella fetta di società civile che pure non si era completamente mostrata ostile, hanno preferito tirar dritto. E sono andati a sbattere. Si aspetta ora che il Regionale nomini un commissario per il Pd cittadino. Si aspetta l’insediamento della nuova giunta nella quale si esalterà la spartizione dei posti in base al peso della rappresentanze partitiche. Ogni criterio di competenza verrà messo al bando. Il centro destra, che si è presentato come nuovo, mostrerà il suo vero volto. E per il centro sinistra inizierà, si spera, una stagione di sanificazione delle antiche ferite .…
Difficile non essere d’accordo specie tenendo conto del fatto che quella “fetta di società civile” che aveva chiaro il disegno trasformista della destra aveva fornito alle candidate al ballottaggio l’occasione per dimostrare interesse verso le proposte programmatiche del civismo politico e nei confronti dei percorsi partecipativi che si richiedeva di inserire nella concreta azione di governo; di fronte a questa disponibilità, mentre dalla candidata della destra si riceveva una risposta troppo generica per essere minimamente convincente (e che confermava il tentativo trasformista), dalla candidata del PD e circonvicini arrivava una risposta sprezzante e masochista che si limitava a sostenere che tutto il necessario era già contenuto nel programma a suo tempo presentato.
Bisognerebbe chiedere a Boldrini chi, a suo avviso, ha deciso di “tirare diritto” andando “a sbattere” e perché lo ha fatto a costo di vedersi arrivare la “nomina di un commissario da parte del Regionale.…”. Noi un’idea ce l’abbiamo e l’abbiamo scritta in chiaro, nomi e cognomi.
Quanto al “nuovo governo Fabio”, scommetteremmo con chiunque che, superato il ricciarello magico demossiano (a carattere ampiamente trasversale), vedremo presto l’insediamento e il trionfo della torta magica della nonna.…
Magari si sbaglierà di grosso, ma, per aprire la stagione di sanificazione delle antiche ferite, serviranno cure radicali, lunghe ed impietose.