Idee in comune — Comunità monitorante si è occupata della Fondazione Musei senesi il 26 e il 30 settembre 2019 (vedasi) quando la giunta De Mossi, sorretta dai medesimi partiti che oggi sostengono Nicoletta Fabio, decise di uscire, essendo già uscita o volendo uscire da altre collaborazioni col territorio contermine (sindrome dell’USCITISMO, fu definita la tendenza da Sandro Orlandini) per risparmiare la folle cifra di euro 49.100 circa annui.
Oggi, rispondendo ad una interrogazione della consigliera PD Gabriella Piccinni, il sindaco Nicoletta Fabio, confermando quanto sia azzeccata la definizione che ne abbiamo dato di Santa Nicoletta de’ Miracoli, ha annunciato una repentina e radicale marcia indietro.
Abbiamo chiesto alla professoressa Piccinni qualche riga di commento
alla domanda specifica se, dopo che il sindaco De Mossi ne era bruscamente uscito, l’amministrazione intendesse rientrarvi per portare avanti azioni di coprogrammazione e per partecipare — da capoluogo — alla ridefinizione delle competenze e funzioni culturali e di servizio pubblico che i musei dovrebbero avere. Fabio ha risposto in modo molto deciso: che sì, il Comune tornerà all’interno del sistema e che, a conferma di questa volontà, tra la presentazione della mia interrogazione e la sua discussione in consiglio, sono stati già avviati i primi contatti.
Perciò tutto bene, su questo piano e per il momento, anche perché Fabio si è impegnata a discutere con la Commissione Cultura le modalità, la direzione e il senso di questo rientro. E ben venga per il bene della città ogni ricerca di confronto. Vedremo, dunque.
Quello che ha colpito — me che interrogavo ma anche gli osservatori esterni — è il significato politico esplicito che assume questo, tutto sommato semplice, atto. Si tratta infatti di una decisa sconfessione delle scelte autarchiche della giunta De Mossi. Si ricorderà, infatti, che in cinque anni e non solo sul terreno dei musei, l’amministrazione passata ha scavato solchi profondissimi tra il capoluogo e i comuni della provincia, isolando la città e venendo a negare quel legame stretto che storicamente la unisce a quella che chiamiamo la ‘terra di Siena’ proprio perché inserita nel nostro stesso contesto culturale, economico e territoriale.
È normale che l’opposizione si chieda ora quale strada Fabio sceglierà per concretizzare l’intento annunciato in campagna elettorale di riattivare il dialogo con il territorio, in particolare con i comuni contermini, come asse portante della sua azione amministrativa. Cioè se ripristinerà la partecipazione a organismi da cui il sindaco precedente è sconsideratamente uscito (come nel caso della Fondazione Musei Senesi) oppure ricostruirà legami istituzionali o cercherà un altro modo.
Resta però evidentissima, come dato politico, la rapidità con la quale a destra si riescono a cambiare idee e strategie, dal momento che nessuno dimentica che della maggioranza che sostiene Nicoletta Fabio, sedendo addirittura nella sua stessa giunta, fanno parte le medesime forze politiche della precedente, in qualche caso addirittura le stesse persone.
Di avviso totalmente contrario la professoressa Germana Marchese (già candidata non eletta di Riscrivere Siena, lista dell’Associazione Per Siena alias Pierluigi Piccini, presente in consiglio comunale e ora benevolmente astenuta sulle linee programmatiche di Santa Nicoletta) che, sulla propria pagina facebook ha scritto testualmente :
Ritorno alle origini. La stessa maggioranza ci ripensa. Beh, per come sono andate e hanno funzionato le cose per fms (Fondazione Musei Senesi n.d.r.) il “ritorno” preoccupa. Molto. Un passo all’indietro che di per sé non vuole dire nulla.Tra mosse e contromosse, balza agli occhi che De Mossi non aveva fatto molto di più, se ne era liberato, una zavorra che non funzionava, buttata via per alleggerire la nave in tempesta.Ora dopo un lungo galleggiamento, ci si ripensa, il recupero. Ma per andare verso quale porto con quale rotta francamente non si capisce. Avrebbe fatto meglio la sindaca (con delega alla cultura) a costruire un piano d’azione che giustificasse il rientro, rendendolo sostenibile e credibile per gli elettori. Così resta poco più che una contraddittoria dichiarazione d’intenti.
E si attendono, ovviamente, anche i commenti degli organi della Fondazione.
Corsi e ricorsi storici 😄😄😄😄😄