Le elezioni del 14/28 maggio scorso hanno consegnato alla città un nuovo Sindaco, una nuova Giunta municipale e un nuovo Consiglio, che, al momento, si è riunito cinque volte, da ultimo il 1 settembre scorso.
Mentre si capì subito come sarebbe stato il Consiglio comunale dell’era De Mossi, ridotto a registrare l’isolamento tracotante di quella maggioranza e la chiusura integrale verso tutto ciò che non le fosse congeniale (quel Consiglio passerà alla storia per decisioni nefaste come, per esempio, i Consigli di Area, il Piano operativo della proliferazione commerciale, lo Statuto ad personam dell’ASP, l’uscita dalla Fondazione Musei Senesi .…) sul nuovo consiglio, in attesa di poter fare qualche considerazione più approfondita, si possono esprimere le prime impressioni ricevute dai comportamenti, dal ruolo e dalle tendenze dei vari Gruppi consiliari che consentono di capire qualcosa di più sui reali mutamenti che interessano il quadro delle forze politiche cittadine.
Con una premessa: un numero assai rilevante di forze politiche senesi ha fatto in modo — compiendo madornali errori propri o a questi sapientemente indotte — di non essere presenti in consiglio comunale. Vedasi Movimento 5stelle, Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Indipendenti e Progressisti, ma anche le tre Liste che appoggiavano Pacciani (In Campo, Civici in comune, SI’ Patto dei cittadini) che Pierluigi Piccini ha convinto a presentarsi separatamente adombrando una maggiore “raccolta” di voti e impedendo, pena la sua immediata uscita dalla coalizione, la presentazione di una lista personale di Fabio Pacciani. E’ così che, anche per via del meccanismo tecnico che inserisce Pacciani dentro la lista Per Siena, almeno 3.300 elettori — fatti i conti colla calcolatrice — pari a circa il 15%, sono rimasti privi di rappresentanza.
Ma torniamo invece ai rappresentanti eletti.
Castagnini e Marzucchi (eletto nella lista Montomoli): si deve sospendere ogni valutazione per … mancanza di elementi, ma ci aspettiamo — pur sperando di essere smentiti — qualche conato di autonomia formale e un’adesione di fatto alla maggioranza.
Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia (con UDC, Nuovo PSI, Noi moderati), Movimento civico senese e Sena Civitas; tanta e tale sembra l’assoluta omogeneità di posizioni e di linea politica che non è possibile fare distinzioni. La ferrea maggioranza ha ripudiato le posizioni oltranziste dei predecessori, afferma di rifiutare l’isolamento della città dal suo contesto territoriale e di voler ricercare il dialogo… eppure, vuoi con il piglio sbrigativo alla Maggiorelli (capogruppo FdI) o con il taglio “maschio” e risoluto di De Angelis (FdI), Lorenza Bondi (FI), Peluso (Lega), vuoi con la falsa affabilità tutta democristiana di Falorni o con la delicatezza formale di Bossini (MCS), si mostra inflessibile e dura — come per tradizione storica — verso la minoranza.
I compiti dell’opposizione democratica sembrano assunti in via esclusiva dagli eletti del PD e della lista Ferretti, in buona sostanza da sei piddini (rappresentanti di circa un quarto dell’elettorato, impensabile prima della vittoria della Schein) che hanno presentato qualche azzeccata interrogazione e qualche mozione (PNRR e Sanità) considerate dalla destra al pari di vili attacchi di lesa Maestà e rigettate con orrore.
E il Polo civico Siena? Dopo che Piccini ne ha formalmente dichiarato l’immediata e materiale “scomparsa” (la coalizione veniva evidentemente considerata utile e rilevante solo per il caso di vittoria e tutta l’enfasi riposta nel “progetto politico” del civismo democratico e partecipato come teorizzato nei convegni e nel Programma elettorale, uno specchietto per le allodole che ha dato pessimi risultati), sono rimaste due liste civiche, una sicuramente vecchia e consolidata, Per Siena, e una, tutta nuova ma anche falsa, Siena Sostenibile.
Siena Sostenibile: pensa di avere il monopolio della sostenibilità ambientale (come hanno provato a fare per lungo tempo i Verdi con i risultati che abbiamo visto) e presenta qualche interrogazione (che non consente discussione, ma fornisce visibilità)
che si avvicina al tema; di mozioni, che son fatte per discutere, non se ne parla: troppo pericolose; la maggioranza le schiaccia con disinvolto disgusto. In verità si comporta come una corrente esterna al PD con intenti di potere. Nemmeno si prova a fare la minoranza, avendo da far crescere il prezzo a carico del Partito democratico per qualche futura mira elettorale. Ha aderito al “civismo politico” come si chiama un taxi (o un calesse?) per (poco) celate finalità.
Per Siena: si è ristrutturata ed ha ora una Presidente, figura sconosciuta fino a questo momento nell’ormai storica associazione che di tutto necessitava fuorché di un secondo leader. In ogni caso, se vuoi sapere qualcosa di Per Siena o della Lista, devi leggere il Blog di Pierluigi Piccini (decine e decine di esternazioni mensili), suo organo ufficiale. In consiglio è attivo il consigliere Vanni Griccioli. E’ un gruppo di minoranza? Mah! E’ un gruppo di maggioranza? Boh! Griccioli ha detto in consiglio che loro sono “proattivi”: se, nel linguaggio aziendale, sarebbe proattivo chi si ingegna a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti, in politica codesto “proattivo” ricorda tanto l’aspirazione a pratiche consociative; per chiarezza indichiamo per storico consociativismo una forma di associazione di fatto fra partiti o correnti politiche contrapposti riferibile ad accordi di divisione del potere tra maggioranza e opposizione. Comunque, nemmeno a Piccini, che la stampa dà in pole position per il Santa Maria della Scala, piacciono le mozioni che presenta il Pd; lui dice che riguardano questioni nazionali, ma non è vero: PNRR e Sanità sono anche problemi, serissimi, del territorio. Ecco, nel consiglio del 1 settembre, su una mozione del PD, Griccioli, per evitare imbarazzi, ha presentato un ordine del giorno, ma l’ha ritirato prima che l’assemblea lo votasse.
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Abbiamo dunque una ferrea maggioranza che sembra apparentemente navigare in acque tranquille e vento in poppa? Beh, insomma, mica tanto.…
Enrico Tucci, per esempio, ha insistito molto in campagna elettorale nel sottolineare che, votando a destra, Siena si sarebbe assicurata cospicue attenzioni anche finanziarie di Roma: molti ci saranno pure cascati, ma oggi, a parte il potere contrattuale dell’on.le Michelotti, purtroppo per tutti, vediamo che i soldi non ci sono e figuriamoci se, coi casini che scoppiano dappertutto, ne potranno arrivare proprio a noi. Semmai si parla di vendere un po’ di MPS.
E poi, sempre per esempio, mentre sappiamo che sul tavolo del Sindaco ci sono un mucchio di problemi grossi e veri, non si capisce perché non si siano risolti subito quelli di minor peso e di nullo costo. Uno è certamente il mancato rinnovo del Presidente e del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca degli Intronati. Scaduti tali organi con la fine del mandato De Mossi, entrati in prorogatio per 45 giorni, a loro volta scaduti a luglio … sembra che il mancato rinnovo sia ascrivibile, da un lato, alla perentoria richiesta di Raffaele Ascheri di avere una congrua indennità di carica per un ufficio sinora prestato a titolo gratuito, e, dall’altro, al fatto che lo stesso Presidente scaduto Ascheri intende presentare (forse si dovrebbe parlare di self-introduction) in data 27 settembre e addirittura alla presenza del sindaco Nicoletta Fabio il suo proprio libro intitolato “Giacomo Leopardi. Una biografia (non autorizzata)”. Ed. Cantagalli.
Oddio, in verità l’edizione .… non c’è ancora. Ci sarà, sembra a novembre. Per ora è ignota anche la copertina, ma, intanto, è indicato il prezzo: euro 25,00.
Un Presidente di una Biblioteca pubblica che presenta (o promuove?) un suo libro che deve ancora uscire nelle librerie … Si può fare? Mah! L’ Eretico di Siena .… lo fa.