Il tema della partecipazione democratica (con corredo di assessorato dedicato, strumenti di governo, scuola di cittadinanza, …), parola d’ordine del civismo politico, è stata subito abbandonata, appena passate le elezioni, da Siena Sostenibile e da Per Siena insieme all’idea stessa che aveva spinto alla costituzione del Polo Civico.
Tuttavia avremmo In Toscana in piena vigenza due leggi sulla partecipazione, una generale del 2007 (l.r. n. 69/2007) e una di dieci anni dopo (l.r. n. 75/2017) sulla partecipazione in ambito sanitario: della prima, che assegna compiti e opportunità ai Comuni e ad altre istituzioni, non abbiamo mai sentito parlare a Siena (manco ai tempi di Cenni, Ceccuzzi e Valentini); della seconda diremo subito qualcosa.
Della trasparenza, a parte la normativa nazionale del 2013 (peraltro poco conosciuta), si sente parlare spesso. Purtroppo se ne parla soltanto.… . Un esempio?
Come si sa è stato istituito da qualche anno il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) con le finalità che il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali riprende in sintesi
Come si vede bene, il Ministero dopo avere lanciato l’allettante invito “scopri il Runts”, precisa (è la finalità della legge di sei anni fa) che il registro unico serve “per assicurare la piena trasparenza degli Enti del Terzo Settore”. Caspita, viene da dire, interessante: il registro è pubblico e ci posso vedere (è il monitoraggio, bellezza!) in “piena trasparenza” quali sono gli Enti, cosa fanno, come lo fanno e con chi.
Allora, per fare un caso concreto, siccome tra qualche giorno il Comitato di Partecipazione (nota bene di “partecipazione”.…) dell’Azienda ospedaliera de Le Scotte, rinnoverà il proprio coordinatore, un cittadino si mette in testa di chiedere quali siano i candidati (che sono comunque rappresentanti di enti del terzo settore), e di conoscere, appunto in piena trasparenza, che cosa hanno fatto e cosa fanno.
Il Comitato di partecipazione (si chiama così, non ci puoi fare niente.… anche se ci partecipano solo un po’ di rappresentanti di associazioni di volontariato .… anche se tiene molto alla privacy — come da apposito regolamento approvato dal comitato stesso -.… anche se nulla di nulla deve trapelare all’esterno…) de Le Scotte, dunque, a quanto si sussurra eleggerà a breve, come coordinatrice, la signora Dafne Rossi in Geraci, già dipendente di Banca Toscana (qualcuno ha cominciato da poco a chiamarla dottoressa, ma, invero, non risulterebbe).
La Signora è stata per lunga pezza coordinatrice di questo Comitato di Partecipazione dell’Ospedale senese da quando (dovrebbe essere stato il 2013) i comitati erano istituiti con delibera regionale; dopo la legge del 2017 venne eletta coordinatrice e si appresta ora, unica candidata, ad essere nuovamente rieletta.… quattro incarichi consecutivi … . E poi si parla di formazione e di alternanza .…..
Di questo quarto re-incarico la Signora sembrava certa da tempo perché, se, per esempio, si va a guardare lo stesso indirizzo di posta elettronica del Comitato, non ci si trova mica l’ordinaria scritta ufficiale “comitato di partecipazione.….@ .…..it”, ma ci troviamo anche, in buona evidenza, il suo nominativo
che propone, dunque, una sorta di stabile personificazione del soggetto pubblico di cui si è coordinatori pro-tempore non solo di dubbio gusto, ma anche segnale di tendenze di tipo possessivo. In effetti la Signora predilige notoriamente una gestione apparentemente improntata alla cortesia formale, ma di sostanza piuttosto risoluta, se non autoritaria e indisponibile ad accettare forme di pur larvato dissenso. Insomma, per farla breve, Ella rappresenta il prototipo vivente di totale negazione della trasparenza e della partecipazione, convinta che, una volta che abbia “partecipato” Lei, basta e avanza.
Ora la Signora è da sempre componente dei Comitati di partecipazione come rappresentante di un’associazione del terzo settore di nome “Serena”. Le notizie reperibili non sono molte. Non ha un sito web, ma, se la cerchi su Google, vien fuori che ha una pagina Facebook. Eccola
Vi si legge che si tratta di una “onlus” (ma le onlus non ci sono più) e, infatti, l’ultimo post è di sei anni fa quando l’associazione pubblicizzò la collocazione della propria sede operativa situata dentro il complesso ospedaliero e in locali di proprietà dell’Azienda ospedaliera. In effetti, come risulta da documenti in nostro possesso, questi locali, qui raffigurati in ottima posizione
e corredati delle istruzioni per raggiungerli comodamente dentro l’ospedale con apposito parcheggio ,
sono adiacenti all’Asilo aziendale e vennero concessi gratuitamente (compresi luce, telefono e riscaldamento) all’ associazione Serena dall’allora direttore generale Pierluigi Tosi (2012 — 2017), confermati nel periodo della direzione di Valtere Giovannini (2017 — 2021) e ulteriormente ribaditi nell’attuale mandato di direttore generale del prof. Antonio Barretta, per svolgere — almeno prevalentemente, le nobilissime finalità di aiuto e supporto psicologico per le donne operate al seno.
Per quanto ne sappiamo, l’associazione Serena è solo a Siena ed è l’unica associazione di volontariato ad avere a disposizione locali di prestigio e di proprietà pubblica per lo svolgimento della propria attività, che, se non andiamo errati, negli altri ospedali toscani è curata direttamente dalle Aziende, naturalmente con l’apporto insostituibile delle volontarie, ma senza affidamenti all’esterno.
Per il resto l’associazione della Signora, avente sede operativa in locali ospedalieri, dice di avere la propria sede legale in Via Roma 56 (ma il telefono ivi indicato 0577 41699 risulta inesistente presso la TIM)
cioè nel (grande, anzi smisurato) complesso ex S. Niccolò (Ospedale psichiatrico) dove, tuttavia, non siamo riusciti a reperirla. In altra pagina Google, sembra più recente,
è riportata la stessa sede legale in Via Roma 56, questa volta presso le Suore Orsoline (peraltro non reperite in loco), e con un numero telefonico che non risulta attivo.
Vabbé, piccolezze, certo, inesattezze di poco conto.… tanto c’è il RUNTS e li si vede tutto perché il Ministero del Lavoro, lo abbiamo visto, assicura che il registro offre piena trasparenza.
E invece no. Attualmente (la legge è del 2017) se accedi al RUNTS, ottieni solo queste notizie
cioè partita iva, denominazione, provincia e nome del legale rappresentante; niente sugli associati, sulla sede, sui volontari, sui bilanci, sull’attività svolta. Abbiamo domandato al CESVOT e ci hanno confermato che i cittadini — al momento — non possono vedere niente. Dunque, ad oggi, o le associazioni mettono autonomamente a disposizione i propri dati e la propria attività oppure non si può sapere niente; come, all’esterno, non si sa niente dei comitati di partecipazione, così non vi provate a voler mettere il naso negli enti di volontariato.
Quanto all’attività, appunto, come la Signora non è propensa a dare notizia di quella svolta dall’associazione Serena, allo stesso modo (salvo che tutto sia tenuto nascosto da qualche parte) non risulta avere mai osservato, anno dopo anno, questa precisa disposizione regolamentare in base alla quale il coordinatore
- predispone una relazione annuale sui problemi affrontati, sulle risultanze ottenute e sulle iniziative svolte dal Comitato e dalle Associazioni ivi rappresentate, tramite la collaborazione delle medesime: tale relazione, sarà presentata in una riunione dedicata, alla quale saranno invitati il Direttore generale e il Direttore sanitario.….
Che dire? La partecipazione è scomoda, la trasparenza ancor di più. Meglio la privacy anche nella pubblica amministrazione che lascia liberi di coltivare i propri orticelli, meglio se indisturbati per saecula saeculorum e senza rendere conto ad alcuno.
.
…per non parlare dello stesso sito del RUNTS (onomatopeicamente da me ribatezzato GRUNTS!) che non vi posso raccontare di quale lentezze, pastoie e difficoltà crei, quando vi si accede per presentare (questo per le Associazioni lige ai dettami imposti dalle norme) bilanci, modifiche alla compagine associativa e altri ammennicoli vari che, a quanto detto anche da voi, non sembra facciano parte degli interessi della suddetta “Signora”…
…absit iniuria verbis…
Dopo questa analisi così accurata mi aspetterei una risposta da parte della Signora. L’assenza di qualsiasi intervento la troverei abbastanza sospetta. E comunque complimenti per i dati presentati, davvero impressionanti (in senso negativo, ovviamente).
Non solo non c’è stata alcuna risposta, ma, anzi, la Signora, come previsto, è stata l’unica candidata perché tutti hanno paura a sfidarla. In effetti, non si sa da chi pagati, Ella ha fatto molti corsi di formazione sia regionali che europei ed ha maturato conoscenze tecniche che le garantiscono una sicura supremazia ad perdonam sui cittadini volontari “normali”. Insomma tutto il contrario della partecipazione.
Ci torneremo sopra.
La Redazione