Alla fine — sembra — la Regione ha pensato anche a Siena.
Mentre a Pisa si davano finanziamenti e si realizzava l’Ospedale di Cisanello e a Firenze arrivavano i soldi e si ammodernava Careggi, a Siena il direttore generale di allora (recentemente scomparso) teorizzava audacemente e proponeva concretamente di abbattere le Scotte, che si erge su più piani, per rifare tutto ex novo a pianterreno. Poi, siccome fu preso sul serio solo dall’allora Sindaco Valentini e financo la Santa Maria che dà il nome alle Scotte non sembrò voler patrocinare la bizzarra operazione, la Regione lasciò Siena nelle condizioni in cui si trovava.
Ora abbiamo sentito il “senese” assessore Bezzini parlare con qualche tono trionfale dei 300 milioni che hanno concesso alla fine anche a noi e che ci permetteranno, da qui al 2028 (speriamo), di avere un ospedale più funzionale, più comodo, più moderno, perfino più “risparmioso” di energia e, cosa che non guasta per niente, anche un tantino più bello.
Il D.G. Antonio Barretta ha dunque presentato il progetto con nuove edificazioni, nuova viabilità, nuovi parcheggi, nuovi impianti e nuove facciate, davanti ad un’aula magna ricolma di presenze di operatori, di volontari e di cittadini (per i dettagli del progetto si può accedere al sito Aous e si possono fare domande o porre questioni a comunicazione@ao-siena.toscana.it ).
Al successo delle presenze si è sommata l’attenzione per gli interventi e per le risposte che tecnici e autorità hanno fornito alle numerose domande del pubblico (un po’ generico e ripetitivo quello del presidente Giani che è arrivato tardi, ma che è riuscito comunque a risparmiarci quello del vicepresidente — del Consiglio — Scaramelli, anche lui “senese” che, fiutando le elezioni non lontane, fremeva in prima fila senza poter calcare, almeno per una volta, una poltrona al tavolo della presidenza) .
Tra le domande del pubblico ci è sembrata molto interessante quella di Alberto Paggetti (Amici della bicicletta) incentrata sul tema della mobilità, che ha rilevato come le modifiche al traffico veicolare non potranno arrecare effetti benefici sulla viabilità esterna che riporta tutti i mezzi sul viale Bracci e sul ponte di Malizia (in calce una dichiarazione di Alberto Paggetti). L’assessore all’urbanistica Capitani ha voluto precisare che l’attuale amministrazione — cosa piuttosto ovvia — non è responsabile delle scelte del passato, ha molto criticato che il ponte di Malizia sia a due corsie invece di quattro (ma l’intoppo non sembra riferibile solo al ponte quanto invece alle due rotonde adiacenti che ricevono ciascuna il traffico intenso da tre distinte provenienze) e ha escluso nettamente che si possa anche lontanamente pensare alla tangenziale est, che, con tutta evidenza, dovrebbe essere un’opera di primario interesse regionale di cui gli assessori e i vicepresidenti “senesi” avrebbero dovuto cominciare a farsi carico da un bel po’ di tempo. Tutto è rinviato, ha detto Capitani, al prossimo piano strutturale per il quale si dovrebbe aprire a breve la consultazione popolare; in tal modo l’assessore all’urbanistica sembra avere escluso la validità di partecipazione urbanistica alle pessime iniziative propagandistiche del marzo scorso della passata amministrazione denominate pomposamente “Visioni di città”.
Ancora una volta dovrebbero essere i cittadini e gli operatori interessati alla viabilità (e alla salute) di Viale Toselli, Viale Mazzini, Viale Sclavo, Viale Bracci e Via Lauro De Bosis (praticamente tutti i senesi e non solo) a farsi finalmente sentire.
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Ottimo spunto dell’ing. Paggetti che mette a fuoco un punto debolissimo di molte amministrazioni: l’incapacità di una visione prospettica e d’insieme. Invece di curare le cause, si curano gli effetti.