Eh si, una buona volta lo dovremo pur dire: il PD più prepotente e politicamente più indecente d’Italia è riuscito a riconsegnare 15 mesi fa il Comune alla destra coi bei risultati che vediamo ogni giorno in danno della città e con l’aggravante che, a Siena, non esiste nemmeno una salda opposizione per le comprensibili resistenze che i consiglieri civici oppongono ad un leale rapporto col gruppo consiliare piddino. Un capolavoro, non c’è che dire.
Se n’era accorto nel dopo Schlein lo stesso partito che aveva disposto la nomina a Commissario dell’ on. Sarracino
che, poveretto, non ha fatto in tempo ad arrivare il primo di marzo che Franco Ceccuzzi e tredici ceccuziani di ferro (Giulia Mazzarelli, Simone Vigni, Domenico Gioia, Claudio Parigi, Nicola Malvinni, Massimiliano Bruttini, Marco Borgogni, Germana Lorenzoni, Carolina Persi, Gianlcuca Iachini, Gianni Guazzi, Flavio Pasquinuzzi, Alessandro Lepri, Mauro Balani) ne hanno chiesto la rimozione accusandolo (incredibile pulpito!) di metodi autoritari fingendo perfino di non capire che i commissari per poter svolgere il loro compito debbono necessariamente disporre
di un forte potere in un contesto, o in un territorio, tanto con lo scopo di esercitarvi un controllo duraturo, quanto per fronteggiare una situazione straordinaria, di crisi o di emergenza. E (nel commissariamento) vi è al tempo stesso l’idea che questa volontà superiore si serve di un fedele ed energico esecutore subordinato (il commissario), strettamente vincolato al proprio mandato: è per raggiungere l’obiettivo assegnatogli che il commissario semplifica e accelera le procedure usuali e si sostituisce, in via temporanea o permanente, alle istituzioni ordinarie …
Insomma proprio chi si è distinto in passato per il più rigoroso disprezzo della democrazia interna vorrebbe che il commissario restasse imbelle e impotente di fronte al disastro. E, in qualche modo, ci sono anche riusciti se si considera che sono passati cinque mesi e non si sa più niente…
Il mondo, invece è andato avanti e quello che si voleva fare qui se ci fosse stato un PD “normale” (*), l’hanno fatto a Perugia dove Vittoria Ferdinandi, civica senza partito, è riuscita a battere la destra con una coalizione che ha riconosciuto il ruolo della società civile invece di volersela annettere come una volta faceva il PCI con gli indipendenti
E la Ferdinandi, cosa inaudita, non ha nemmeno dato ai partiti il vicesindaco, la cui carica come si sa, è andata a Marco Pierini, senese, altro esponente della società civile, preziosa risorsa di competenze e di esperienze che non siamo riusciti a trattenere dalle nostre parti
Ora in Umbria hanno capito la lezione e, promettendo di “FARE SCUOLA”, rilanciano la formula in Regione: è del 16 di agosto la notizia che una nuova coalizione denominata “UN PATTO AVANTI” ha scelto Stefania Proietti, laureata in ingegneria meccanica-energetica, sindaca di Assisi e civica
In verità la lezione sembrava che l’avesse capita a Siena anche Enrico Letta che ricercò rapporti con le organizzazioni civiche e con la società civile promettendo mari e monti per farsi eleggere nel 2022 salvo lasciare poi che il partito di cui era segretario nazionale ritornasse ai bei tempi della prepotenza e del comando assoluto.
Ci sarà alla fine speranza anche per Siena? La luce alla fine del tunnel non si vede ancora.
(*) del resto, se il PD senese fosse stato normale, non avrebbe fatto, non da solo beninteso, i casini e i troiai dei tempi delle vacche grasse e non sarebbe caduto così in basso.