Norma: buongiorno Brunero, hai visto che palio? Bello e terribile, no?
Brunero: sta’ zitta, sta’ zitta…: una mossa bona annullata e poi quaranta minuti di scontri per darne una peggio e far partire primo proprio quello che avevano ripescato dopo anni e anni solo per fermare ad ogni costo l’avversaria.
Norma: E così, in poche ore, accanto agli entusiasti che si avventurano a giurare che questo palio non sarebbe stato apparecchiato come sempre, sono ripartiti i lamenti sui cambiamenti avvenuti nella Festa, anni 70, anni 90 … i cavalli troppo veloci … . E poi (ri)dagli coi fantini: qualcuno si ostina a considerarli meri accessori, ma si vede bene che, con la massa di soldi che, come dicon tutti, si sparpagliano senza controlli, sono diventati i veri protagonisti e le contrade contano poco; si alleano, si organizzano, scelgono i leader cui restano fedeli finché il boss ripartisce i ricchi proventi con equità, poi si ribellano al capo e lo detronizzano finché ne arriva un altro e via di seguito, per cicli continui … Sono professionisti è vero, ma sono gli unici professionisti al mondo, escludendo le mafie, che gestiscono soldi senza riscontro alcuno …
Brunero: … eh, poi c’è la lamentela sulla televisione che ci fa tutti consumatori e che ha distrutto il Palio che era mito e poesia riducendolo a spettacolo planetario. Un coacervo di interessi che è ormai impossibile gestire… Ma la cosa, sai, interessa a poche persone: ai più, di essere consumatori, non gliene frega niente.
Norma: … tanto che, per esempio, Paolo Neri, già capitano e priore, che di cavalli ne capisce, ha cominciato a parlare di ritorno alle origini, ricordando che, mentre il palio attuale alla tonda è roba seicentesca, nel medioevo si faceva il palio alla lunga…
Brunero: è vero, le prime notizie sono del dodicesimo secolo e il primo documento è del 1239; il bello è che, per lo più, i cavalli andavano scossi da porta Romana fino al Duomo…
Norma: ma lo sai che me lo son sognato? Davvero.
Brunero: cioè?
Norma: ecco, ho visto tutta la piazza piena, coi palchi zeppi e i colori, e le chiarine. Dall’entrone sono usciti diciassette barberi, tutti colle gualdrappe delle contrade, ma senza fantini e senza briglie. Li hanno mandati su verso i canapi e li hanno messi dentro come piaceva a loro …
Brunero: chissà che casino!
Norma: macché! tutti tranquillissimi, qualcuno si fermava, qualcuno girava in qua e là ma nessuno andava a battere apposta su un altro per dargli noia, e nessuno scalciava, né forzava il canape.
Brunero: sicché niente estrazione per l’ordine della mossa…
Norma: e nemmeno estrazione delle contrade tra quelle che non hanno corso l’anno prima; e poi niente mossiere perché il comandante dei vigili si metteva dietro ai canapi, bendato e con le cuffie come all’Eredità per non sentire suggerimenti; al suo via, scelto a piacimento tra uno e tre minuti, scoppiavano tre mortaretti di seguito e un vigile urbano buttava giù il canape al primo tonfo.
Brunero: … niente rincorsa… niente partiti al canape … nessuna attesa snervante, nessuna sofferenza pei barberi. Non sarai mica un’animalista anche te? E poi?
Norma: hanno riempito la pista in diciassette, tutti al galoppo, sembrava si divertissero, la piazza impazzita; nessuno è cascato, non sono mica coglioni …
Brunero: e chi ha vinto?
Norma: boh. Non lo so, mi sono svegliata!
Brunero: buffo. Si vede che, anche se ne son passati di anni, t’è rimasta addosso questa voglia di eresia utopica e rivoluzionaria: hai fuso il palio alla lunga con quello alla tonda! Stiamo zitti, per carità… Pensa al terremoto degli interessi economici che una cosa del genere potrebbe scatenare. E poi non è detto che siano in tanti a non essere contenti di queste storie di soldi e di raggiri, di questo giochino sotterraneo di corruttori e corrotti. Ne ho conosciute di persone che prendevano gusto a frodare gli altri…
Norma: sì figurati! l’ho raccontato a te perché mi fido. Sogno è e sogno rimanga.
..un sogno..si..