Appena la sindaca Nicoletta Fabio (detta de’ Miracoli per la sua comprovata capacità di conciliare la vocazione di fedele esecutrice dei dicktat di una pessima maggioranza di destra estrema con l’organizzazione di cicli di conferenze sulla legalità oppure sull’etica pubblica partecipata e condivisa a cura di qualche disinvolto intellettuale) ha nominato il presidente (Raffaele Ascheri) e i componenti del consiglio dell’Istituzione comunale Biblioteca degli Intronati, abbiamo richiesto, come la legge consente attraverso l’istituto dell’accesso civico ai documenti della pubblica amministrazione e in nome della trasparenza degli atti, di conoscere i curriculum ( o curricula) vitae di tutti coloro che avevano presentato la domanda.
Raffaele Ascheri non la prese bene tuonando dal suo Blog di ex eretico (unidirezionale) che avrebbe sempre difeso la sua privacy (incredibile per uno che ha passato la vita a spulciare quella degli altri scrivendo biografie non autorizzate (come lui stesso precisa) su Ceccuzzi, D’Alema, Enrico Rossi, Acampa, Buoncristiani, Ceccherini, Cenni, Mancini, Mussari … e, da ultimo, per inerzia, perfino Giacomo Leopardi…) .
E ha fatto bene perché il confronto del suo con altri curriculum non gli sarebbe stato favorevole e vincente. Così ha ottenuto pieno successo presso il Comune che si è rifiutato più volte di fornirci la documentazione richiesta; a seguire Nicoletta Fabio ci ha negato anche la visione dei curriculum dei richiedenti la nomina in Siena Jazz, Azienda alla Persona ASP, Santa Maria della Scala …: a Siena i cittadini non devono conoscere studi, competenze ed esperienze di chi aspira a ricoprire cariche in istituzioni, aziende, società pubbliche; tutto deve restare nascosto in modo che gli amministratori possano disporre a loro piacimento e senza controllo democratico.
Di Raffaele Ascheri abbiamo parlato (o lo abbiamo citato) almeno dieci volte con articoli del 19 novembre, 30 novembre 2023, 19 gennaio, 24 marzo, 31 maggio, 13, 14 e 15 luglio, 10 agosto, 24 agosto 2024 (salvo altri), ma lui è rimasto fermo sulle sue posizioni antitrasparenza.
Poi, all’improvviso, aprendo per caso il sito web della Biblioteca, si scopre che il consiglio, passata l’aria tempestosa, ha deciso di pubblicare i curriculum dei propri componenti
Anche se il sito, come si legge, è in costruzione, i curriculum ci sono tutti, da quelli corposi e ben attinenti al settore bibliotecario dei consiglieri Franco Cambi, Ilaria Muzzii, Azelia Batazzi, Laura Bonelli e Giulio Burresi a quelli molto politici di Ascheri, presidente e insegnante di scuola secondaria di primo grado e di Valgimigli, vicepresidente e medico legale libero professionista, fino a quelli che non risultano avere né studi, né competenze, né esperienze in materia letteraria o bibliotecaria o semplicemente in attività seppure vagamente culturali.
E’ il caso di Fiorella Mariotti che può vantare una lunga esperienza professionale di consulente del lavoro (amministrazione del personale di aziende private), ma è anche presidente di Sena Civitas, passata dal civismo di Fabio Pacciani alla destra e premiata con la nomina dell’assessora Vanna Giunti.
E’ anche il caso del ragioniere Maurizio Astori con studi ed esperienze in business e marketing, costruzioni e restauri, attività nel settore immobiliare, tutta roba che ha poco a che fare con le biblioteche pubbliche o anche private.
Ma il caso più significativo è quello di Alessandro Monaci, maturità scientifica nel 2016 e laureando in Mediazione linguistica e culturale nel 2023 con una tesi sull’Evoluzione degli studi sulla razza ariana presso l’Università per stranieri di Siena che è stato preferito ad un professore della stessa Università indicato e proposto dal rettore Tomaso Montanari: tanto, via, sempre di Unistrasi si tratta.…
Il giovane Alessandro appartiene ad una famiglia senese piuttosto nota e importante (nipote di Alberto Monaci e figlio di Alfredo) e, a parte l’interesse per la razza ariana, sembra proiettato verso attività molto concrete nel settore turistico. Egli infatti dichiara nel suo curriculum di essere Amministratore immobiliare di Antea srl, società immobiliare per fini turistici:
Ma il giovane Alessandro risulta anche amministratore di un ristorante cittadino completamente rinnovato sito in Piazza Indipendenza e di proprietà della società a r.l. La Costarella di Alfredo Monaci e Fabio Carlesi (già presidente Enoteca e suocero del vicesindaco — fino al 2023 — Andrea Corsi) , ristorante denominato Vineria Al Canape di recente censito da Forbes Italia (presidente il senese Alessandro Rossi) tra le 100 Eccellenze 2024. Così Forbes Italia descrive nel suo sito il ristorante e la figura del giovane imprenditore e consigliere della Biblioteca (pagina tratta dal profilo Instagram della Vineria Al Canape)
Bravi. Complimenti e auguri.
Un particolare, tuttavia, stona leggermente nel quadretto accattivante: la determina — reperita nell’Albo Pretorio del Comune — della direttrice della Biblioteca (di cui Alessandro Monaci è consigliere) dott.ssa Sara Centi
allorché si tratta di reperire un ristorante dove inviare gli ospiti della Biblioteca alleviandone giustamente le spese di soggiorno, sceglie proprio la rinnovata eccellenza Vineria Al Canape di Piazza Indipendenza di proprietà della società di Alfredo Monaci e Fabio Carlesi il cui amministratore è proprio il giovane e predetto consigliere dell’Istituzione comunale Biblioteca degli Intronati presieduta dall’ex eretico già apprezzato fustigatore di costumi.
Amen.
Evviva!
Facendo una breve analisi sul comportamento di tanti senesi negli ultimi 30 anni, e quindi sulla relativa evoluzione culturale di questa città, verrebbe da dire che sono stati contagiati dal virus dell’individualismo sfrenato e del servilismo verso i vari “potenti” di turno, perdendo molti anticorpi nei confronti delle varie famiglie di virus portatrici di privilegi, interessi di parte, opacità, ingiustizie, inciucio… I senesi hanno perso se stessi, i loro riferimenti identitari, il loro essere comunità. I virus invece si rinnovano e perpetuano la loro azione infetta sul bene comune e sulla giustizia sociale. Di questa decadenza identitaria e morale ne sono prova la rafforzata retorica delle Contrade, la mistificazione del concetto di tradizione, confusa con l’immobilismo di pensiero e con comportamenti e pseudo-riti che niente hanno a che fare con il concetto di tradizione, la centralità che ha assunto il Palio, giostra ludica e passionale, rispetto alla Contrada, istituzione territoriale, sociale e comunitaria. La centralità del Palio rispetto alla Contrada è stato un obiettivo della dittatura fascista, che mal sopportava piccole comunità territoriali autonome in cui si esercitava la libertà di parola, di pensiero e di organnizzazione, senza riuscire completamente nell’intento perché qualche Priore dell’epoca ebbe il coraggio di ribellarsi e il podestà, Socini Guelfi, trovò l’escamotage di mettere le Contrade “dipendenti” dal Comune
Questo commento apre ulteriori e importanti riflessioni su cui dovremo tornare. Intanto sollecitiamo altri ad intervenire.
Grazie.
La Redazione