Andrea Bilotti, ricercatore dell’Università di Siena, giudice onorario minorile e attivo componente di Idee in comune, Comunità Monitorante, lancia un appello accorato: se vogliamo un mondo migliore non possiamo che ripartire dai ragazzi.
Se la risposta ai recenti fatti di Piazza del Mercato, dove una banda di ragazzi ha aggredito violentemente un uomo, è di “ripristinare i concetti di autorità e obbedienza”, beh, direi che non ci siamo. Non ci siamo se si pensa che la questione giovanile si possa affrontare con la repressione e le telecamere, ma nemmeno con l’indulgenza, sia ben chiaro.
Il focus non può essere il ragazzo che si è perso, che subisce spesso un mondo di adulti troppo distante, solo, agganciato, o meglio,
connesso a relazioni sempre più virtuali e sempre meno vere. È necessario ‑e urgente- focalizzarsi sull’adulto, sui genitori, sugli educatori, sugli allenatori e sui maestri dei novizi, perché no?!Ormai sappiamo bene che le azioni più efficaci, con un vero impatto di cambiamento nel medio-lungo periodo sono quelle sul gruppo e non sul singolo (darebbe adito, come stiamo leggendo in questi giorni, a rigurgiti giustizialisti che non fanno altro che aumentare la distanza tra il mondo giovanile e quello degli adulti). Come ricorda il pedagogista Novara, i ragazzi hanno sotto gli occhi tutti i giorni un mondo che è in perenne rissa (basta guardare la TV all’ora di cena e ad alcuni scambi tra politici di livello nazionale) dove l’altro non è mai una risorsa, ma un’entità da assoggettare violentemente alla mia presunta superiorità.
Ho letto alcune riflessioni sui social di questi giorni, e devo essere esplicito, la mia posizione non può che essere orientata sull’inclusione piuttosto che sull’emarginazione e sulla repressione. Se ci sono delle responsabilità di azioni contro la legge, ne risponderanno gli interessati dopo l’accertamento delle forze dell’ordine e della magistratura.Non abbiamo di certo bisogno di alcuna squadra punitiva. Non a Siena (nemmeno altrove).
Mi ha sempre colpito un episodio di qualche anno fa. Era da poco arrivato a Siena e facevo l’educatore in una importante associazione della città. Mossi da spirito d’impresa avevamo accettato la proposta dei nostri adolescenti di organizzare una “festa della birra” in una zona verde della città, in collaborazione con una società di contrada. Ci sembrava una buona idea, poter organizzare una festa lasciando spazi da protagonisti ai nostri 17enni anche su un tema così complesso come l’uso dell’alcol. Purtroppo però uno di questi ragazzi ha alzato troppo il gomito e mi sono trovato a doverlo riaccompagnare a casa piuttosto alticcio. Che cosa vi sareste aspettati dai genitori del ragazzo (famiglia assolutamente “per bene”, presente in mille attività associative — ndr)? Io di certo una ramanzina al ragazzo e … anche al sottoscritto. Beh, niente di tutto questo, il padre alla porta mi disse “che ci vuoi fare Andrea, è sempre stato così, a Siena queste cose succedono spesso, ai miei tempi ne ho prese diverse di sbornie”. Fine della storia.
La banalità dell’accaduto, a distanza di tanti anni, mi fa ancora pensare che non si può e non si deve abbassare la guardia di fronte al disagio giovanile, nei suoi piccoli segnali (una sbornia, che vuoi che sia …) e ai suoi grandi accadimenti come quelli di questi giorni.
La città in cui vorrei che mia figlia crescesse è una Siena capace di accogliere e ascoltare, anche la noia degli adolescenti, capace di costruire una regia tra i gruppi giovanili delle Contrade e la Società della salute che ha un bellissimo progetto di prevenzione del disagio giovanile (forse va rilanciato!). Servono servizi educativi nuovi, capaci di affiancare la scuola, che evidentemente non riesce ad essere interlocutore di riferimento, specie in questo periodo, ma soprattutto le famiglie. Servono politiche pubbliche locali che sostengano le alleanze tra i diversi settori giovanili della nostra città, tea le Contrade e le società sportive, tra il volontariato e l’associazionismo in generale.E non per un semestre, serve un respiro più lungo (l’ha ricordato pure Mario Draghi):
«Vi è però un settore, essenziale per la crescita e quindi per tutte le trasformazioni che ho appena elencato, dove la visione di lungo periodo deve sposarsi con l’azione immediata: l’istruzione e, più in generale, l’investimento nei giovani. Questo è stato sempre vero ma la situazione presente rende imperativo e urgente un massiccio investimento di intelligenza e di risorse finanziarie in questo settore. La partecipazione alla società del futuro richiederà ai giovani di oggi ancor più grandi capacità di discernimento e di adattamento. Se guardiamo alle culture e alle nazioni che meglio hanno gestito l’incertezza e la necessità del cambiamento, hanno tutte assegnato all’educazione il ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire il cambiamento e l’incertezza nei loro percorsi di vita, con saggezza e indipendenza di giudizio».Non possiamo che ripartire di qui, per riconsegnare tra qualche anno ai nostri figli un mondo un po’ meno peggiore di quello che ci è stato lasciato dai nostri padri. Si può fare, con il coinvolgimento di tutti, con l’ascolto e serie politiche di inclusione.
Se guardiamo il mondo intorno ai giovani non possiamo fare altro che vedere lo scimmiottare del mondo degli adulti. In un mondo, quindi non solo l’Italia, dove l’obiettivo è vincere sull’altro..il risultato non può che essere una continua rincorsa verso l’anarchia..anche perché questa Società è in verità un’anarchia vestita da democrazia, dove pochi cercano di tenere le redini lasciando e volendo che molti possano comportarsi come vogliono. Così cresce la necessità anche di pochi che si rivolgeranno ai “comandanti” al fine del raggiungimento della libertà..da cosa poi..? Il mondo è sempre stato così ed adesso ci facciamo più caso perché abbiamo vissuto un periodo in cui tutti potevano ambire a star meglio..dal ’50 in poi..ma adesso abbiamo raggiunto un punto di fermo il cui passo successivo può essere o l’evoluzione verso un’uguaglianza vera lontano dalle necessità materiali o un passo all’indietro per ricadere e poi in futuro rialzarsi. Sono negativo? Può essere ma la storia si ripete..sempre..con altri personaggi ed altre storie ma la speranza è un futuro che credo non vedremo nei breve periodo (qualche decina di anni).
Concordo, ma riguardo al “Se ci sono delle responsabilità di azioni contro la legge, ne risponderanno gli interessati dopo l’accertamento delle forze dell’ordine e della magistratura” è certo che ci sono state azioni contro la legge, magari si tratta di individuare se c’è un singolo più responsabile di altri.
In ogni caso, in attesa che le forze dell’ordine (uniche a cui competono sorveglianza e repressione dei reati) e i magistrati svolgano i propri compiti, bisogna trovare delle soluzioni immediate finalizzate
a salvaguardare l’incolumità delle persone e la propietà pubblica e privata.
Non posso che condividere… anche se ovunque i discorsi di genitori senesi e non vertono soprattutto sulla sicurezza rappresentata dall’ordine costituito, non dai valori e dall’esempio che si può e si deve ogni giorno continuare a trasmettere ai nostri ragazzi e ragazze e soprattutto dalle grandi responsabilità educative che a vari livelli la famiglia, la scuola, la Chiesa, la Contrada, lo sport devono svolgere nei confronti dei giovani.
D’accordissimo con l’Istruzione scuola di vita, tutto deve partire da lì però se pensate che è stata abolita nelle scuole l’Educazione Civica ideata e voluta da Moro nel 58 ed abolita nel 90 questo la dice lunga e poi a Siena sfruttare l’enorme potenzialità delle Contrade che tutti ci invidiano
Concordo anch’io che l’istruzione-educazione dei giovani sia fondamentale ma non si può pensare di delegare tutto alla scuola. I genitori hanno un ruolo importantissimo e mi sembra che molti tendano a scaricare su altri l’educazione del loro figlio/a. Sui figli vengono scaricate tutte le ns. aspettative e si cerca di creare intorno a loro un microcosmo protettivo da tutti i problemi della vita quotidiana. I problemi dell’educazione dei figli nascono già dai primi anni di vita, non da quando sono adoloscenti, e mi fanno paura quei genitori, in particolare le mamme, che li seguono come fossero degli addetti al loro servizio.
Ad esempio, i genitori che di fronte ai problemi scolastici del figlio rivolgono le colpe agli insegnanti sono in continuo aumento, e se qualche problema ci potrebbe essere può essere molto utile sentire il parere dell’insegnante e trovare insieme la soluzione.
Certe situazioni di disagio giovanile vengono proprio dalla mancanza della presenza attiva genitori, e le politiche per l’educazione devono essere allargate alla famiglia, non si può pensare di delegare tutto agli insegnanti o agli istruttori.
Poi si dovrebbe smettere di essere omertosi, a distanza di due anni, dal raid punitivo fatto da parte di ragazzi e adulti verso ragazzi anche del tutto estranei ai famigerati episodi del caldo giugno luglio agosto 2020.
E sostenuto o quantomeno tollerato da forze dell’ordine spettatrici passive e il giorno dopo non menzionato da stampa e sindaco che ci tenne a rinforzare la dicotomia giovani contradaioli portatori di valori positivi vs giovani non contradaioli portatori di degrado. I fenomeni vanno davvero letti nella loro complessità quotidiana e strutturale, poi si individua la strategia migliore per fronteggiarli, ridurne i danni, prevenirne rischi e stereotipi valoriali. Unicuique sui, mass media, Istituzioni politiche, istituzioni educative, forze dell’ordine, Contrade.