Come qualche lettore ricorderà, NORMA e BRUNERO si erano incontrati alla Coop delle “Grondaie” il 3 ottobre e avevano parlato a lungo delle “nuove Commende” scambiandosi qualche informazione e commento sull’autorizzazione che il Comune di Siena ha rilasciato alla cooperativa “Sollievo” (senza tenere conto del parere obbligatorio della Società della salute senese di cui fa parte) per la trasformazione degli attuali 85 posti per autosufficienti al Pavone in 74 posti per non autosufficienti. Tra parentesi ricorderemo che l’interesse per le RSA e per le RA dei nostri protagonisti — in ragione della loro età e condizione apprezzatissima di single — è personale e diretto; Brunero, del resto, infermiere in pensione ed ex sindacalista è anche attivo nel volontariato.
I due, dunque, sguardo perso negli scaffali e mascherine d’ordinanza, si ritrovano davanti in curva ed evitano per poco lo scontro frontale dei carrelli:
NORMA: eccolo Brunero! basta venire qui e ti si trova!
BRUNERO: si meglio! tra orto e qualche scappata per funghi, erano diversi giorni che non ci venivo
NORMA: sai, l’altro giorno ho trovato Emma, quella .… ecco, lei. Sulla storia del Pavone mi ricordava di quell’uscita della nostra assessora Appolloni quando — oh, non è mica tanto tempo fa.. — fece paura a tutti parlando di tamponi positivi al Campansi e non era vero per niente tanto che la presidente di allora, la dottoressa Crociani, smentì tutto. Emma pensa che le cose siano collegate e che l’attacco falso dell’assessora sia stato solo un primo atto
BRUNERO: allora si parlò di una guerra interna alla maggioranza in Comune, ma ora, mettendo insieme i pezzi, la cosa tornerebbe: io intanto comincio a denigrare la struttura pubblica con una cannonata (anche se falsa, qualcuno ci crede sempre) e la metto in cattiva luce tanto per rosicchiare l’immagine e il prestigio che l’ASP ha conquistato tra i senesi
NORMA: e poi, diceva Emma, ci devi mettere la delibera del Comune di modifica dello Statuto dell’ASP, che non potevano fare per legge, le dimissioni del consiglio di amministrazione, la nomina dei nuovi; anche questoa potrebbe far parte di un piano complessivo per aiutare la privatizzazione a scapito del sistema pubblico
BRUNERO: in effetti queste mosse del Comune si attaccano una all’altra nella stessa direzione di ridurre l’autonomia gestionale, amministrativa e patrimoniale dell’ASP, un gioiellino pubblico cittadino. Sarebbe il Comune che si fa male da solo per obbedire a interessi che non sono i suoi, ma che altri perseguono. Che roba .…
NORMA: allora diciamola tutta: anche la nomina dei nuovi amministratori e, appena possibile, di un nuovo direttore… ti ricordi le modifiche statutarie ad personam? le nomine di questi signori, tutti più sensibili alla linea intrapresa dal Comune, dimostrerebbe la volontà precisa di soddisfare le richieste di organizzazioni private per fare impresa e profitto sui posti per anziani non autosufficienti. Con Emma si commentava anche quella notizia del 2010 o del 2012 — apparsa sul “Giornale” e sul “Corriere di Siena” — in cui si trovavano insieme, in una nuova associazione che poi sostenne la candidatura a sindaco di Ceccuzzi, tanti nomi delle persone legate allora a Mussari e che sono ancora oggi molto attive dentro e intorno al Comune. Anzi, guarda, ho qui il ritaglio e te li metto in ordine alfabetico: Bellandi, Degortes, Martini, Paglialunga, Parri, Tacconi…
BRUNERO: nomi importanti, per lo più imprenditori, stranoti. Insomma, per tornare al Pavone, si fa sempre più chiaro un buffo “progetto pubblico/privato” che utilizza le storture della “riforma” della Saccardi sui voucer di libera scelta pagati dalla Regione per fare profitto
NORMA: però non s’è capito ancora dove sarebbe il guadagno dei privati se le tariffe sono uguali.….
BRUNERO: veramente io ho chiesto ad un sindacato. Aspetta. Ecco l’appunto: le retribuzioni base annue lorde di un operatore socio sanitario del contratto degli enti locali è di euro 21.881,00, mentre lo stesso operatore socio o dipendente di una cooperativa sociale raccatta 19.071,00; per gli infermieri, poi, la differenza è anche più forte: negli enti locali prendono 23.807,00, nelle cooperative 19.643,00. Poi ci sono altre voci stipendiali…
NORMA: ah, ecco! moltiplica per il numero degli addetti e poi vedi …
BRUNERO: aspetta. Non basta: negli enti locali si lavora 36 ore settimanali mentre in cooperativa se ne fatto 38. Un centinaio di ore all’anno per ogni dipendente aumentano la differenza. Li sanno fare i conti, vai.
NORMA: te lo dicevo io che era un troiaio.….
Concordo su tutto; tuttavia, la carenza di posti disponibili nelle RSA pubbliche, con le conseguenti difficoltà di accesso, spinge a rivolgersi a quelle private. Decisione che oltretutto comporta notevoli aggravi di spesa che non tutti i cittadini sono in grado di sostenere. Ecco che allora parte dell’opinione pubblica vedrà con favore la trasformazione dei posti in atto
La questione meriterebbe approfondimento. Come ha accennato anche Omb, bisognerebbe forse porre attenzione a non mettere sullo stesso piano il concetto della compresenza/concorrenza di RSA pubbliche e private con quello della compartecipazione pubblica (della Regione, il cd “titolo” o voucer). Ci dicono infatti che il problema (non essendoci più il sistema del “convenzionamento”) non è la difficoltà di accesso alle RSA pubbliche, ma la difficoltà di ottenere la compartecipazione pubblica (voucer, appunto, oggi pari circa al 50% del totale della retta giornaliera di poco superiore ai 100 euro) che la “riforma” Saccardi consente di utilizzare sia nelle RSA pubbliche che in quelle private secondo l’accattivante slogan della “libera scelta”. Allora il problema NON si risolve aumentando i posti disponibili, ma incrementando il numero dei “titoli” (o voucer) di acquisto della regione e ampliando così la platea dei beneficiari. In altre parole, se si aumenta il numero dei posti ma non il numero dei voucer , il problema si aggrava.
La Redazione
Quindi, se ho capito bene tutti i passaggi, il quadro complessivo sarebbe questo?
- la riforma dell’ex assessore regionale Saccardi prevede dei voucher pagati dal sistema pubblico, che i cittadini meno abbienti possono utilizzare sia nelle residenze pubbliche sia in quelle private;
- alcuni cittadini pensano che ci sia carenza di posti per anziani non autosufficienti… oppure che non siano sufficienti i soldi pubblici a sostegno dei meno abbienti?… ma quesa è un’altra storia;
- il Comune di Siena, senza fare una precisa e puntuale programmazione sulle effettive necessità, ha autorizzato il Pavone, struttura privata, ad aprire posti per anziani non autosufficienti, per i quali è possibile usare i voucher pubblici;
- il Comune di Siena ha provato ad “azzoppare” il sistema pubblico cittadino (ASP) per orientare i cittadini, almeno quelli meno informati, verso la strutture private come, ad esempio, il Pavone;
- i costi di gestione delle strutture private sono più bassi, rispetto a quelle pubbliche, sulla pelle di chi ci lavora… tra l’altro da qualche tempo i lavoratori poveri, cioè coloro che hanno un lavoro e uno stipendio mensile ma non riescono ad arrivare a fine mese, sono in aumento.
In sintesi, ci sarebbe la precisa volontà di alimentare una sorta di concorrenza dei privati, il cui obiettivo è fare profitto, nei confronti del sistema pubblico (concorrenza che è il caposaldo del modello lombardo)… ma non ad armi pari… senza verificare gli effettivi bisogni della comunità e con l’utilizzo di soldi pubblici, cioè delle nostre tasse?
La risposta è sì: dai fatti emerge esattamente questa precisa volontà del Comune di Siena.
Insomma, se queste ipotesi fossero corrette, il modello “Lombardia” di servizi sociosanitari sarebbe esportato anche a Siena. Io non sono d’accordo, ma bisognerebbe che tutta la cittadinanza si rendesse conto.
Gentile “contadino”: il modello “Lombardia” o meglio la POSSIBILITA’ di adottare il modello “Lombradia”, a quanto abbiamo capito, è stato introdotto dall’assessore alla sanità uscente Stefania Saccardi (già PD, ora Italia Viva) con la sua “riforma” cd della “libera scelta” che, al di là del bellissimo nome, consente nei fatti alle amministrazioni come quella senese, di attuare tale modello. La cosa grave, peraltro, ci sembra il fatto che, durante l’assessorato Saccardi, si è fatto un gran parlare di PROGRAMMAZIONE dando nei fatti ai comuni la possibilità (attraverso il meccanismo diabolico del parere obbligatorio NON vincolante: ti chiedo che ne pensi e fo come mi pare.…) di fregarsene del parere di chi DEVE occuparsi di PROGRAMMAZIONE, nella specie la Società della Salute senese cui il Comune di Siena partecipa insieme a 14 Comuni del distretto socio-sanitario.…