Dopo i risultati delle elezioni regionali nel comune di Siena abbiamo chiesto le dimissioni di Luigi De Mossi. Sappiamo bene che le elezioni regionali sono altra cosa rispetto alle comunali, ma sono anche un segnale. De Mossi governa male e se ne stanno accorgendo tutti. La sua amministrazione è strapiena di nefandezze e fa danni ingenti. Anche se i partiti che lo sorreggono fanno finta per ragioni di bottega che Siena sia ancora la città del cambiamento, la sua maggioranza si va disgregando: il gruppo Sportelli, Sena Civitas, Voltare pagina (che ha finito da un po’ il Libro della Speranza.…), si stanno accorgendo non solo della mancanza di una visione per la città, ma anche del brutto e insignificante piano operativo, dell’attacco all’ASP, del groviglio dei conflitti di interesse degli amministratori, dei burocratici Consigli di Area, delle condanne per omofobia, del ricciarello magico.…..
Tace il PD e tacciono per ora i “non partiti” come Sinistra civica ecologista o Sinistra per Siena. Se il PD tace per la recente vergogna e per qualche compromissione di sue parti non marginali con l’attuale (sotto)governo cittadino, gli altri tacciono in attesa che nasca un’alternativa credibile, attesa che dovremmo evitare che diventi En attendant Gogot.
Invece si rincorrono insistenti le voci secondo le quali “a Siena ne vedrete delle belle!” e bisognerebbe cominciare a tenerne conto. Magari non succederà niente, ma tutto fa pensare il contrario.
Idee in comune — Comunità monitorante pensa di averla individuata da tempo un’alternativa credibile. Venne formulata tre anni fa: un civismo non servile delimitato dai principi costituzionali, un metodo di governo partecipato e trasparente (si trova tutto sui manifesti in questo Blog assieme alle proposte di metodo come il Regolamento per le nomine, l’Assessorato alla trasparenza, l’agenda pubblica degli incontri degli amministratori, il bilancio partecipato, open data, collegio dei garanti ‚.…ecc) e alla fine una candidata sindaca (finalmente una donna) che se ne faccia carico appieno (questa è la legge elettorale, bellezza!) e che, quantomeno, non dica mai con tono tra il padronale e il paternalistico, “i miei dipendenti” oppure “i miei cittadini”.…
Non è sufficiente? cosa intendete in concreto per alternativa credibile? non basta uno scenario liberaldemocratico incentrato sulla difesa dei beni comuni? siamo pronti a cercare di capirlo. Alla svelta però. Il tempo stringe e, al momento, PARATI NON SUMUS.
Scusate il qualunquismo, ma quando ci vuole, ci vuole: “Guelfo non son, né Ghibellin m’appello… Chi mi dà da mangiar tengo per quello”.