Mentre è chiaro (o, almeno, sembra chiaro)
- che i giochi siano fatti: il ministro Franco dice che l’aggregazione tra Unicredit e Mps rappresenta “la soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell’interesse generale del Paese”, è “motivata sotto un profilo industriale” e ci sarebbero invece rischi gravi se il Monte imboccasse la via stand alone, che è di fatto impraticabile, anche alla luce dei recenti stress test europei che hanno messo in luce la necessità di un aumento di capitale ben superiore ai previsti 2,5 miliardi di euro;
- che Unicredit prenderebbe il buono del Monte e lascerebbe (mica strulli..) il troiaio
- che l’operazione Unicredit è in pieno svolgimento e procede parecchio “alla zittina” come qualcuno ha rilevato e come, del resto, è costume inveterato della città
- che il Comune di Siena, rappresentante istituzionale di tutto il territorio, è stato totalmente assente e non ha neppure pensato di convocare un consiglio monocratico
- che i sindacati, quasi sempre cultori del silenzio assenso (si rammenta un’unica grande manifestazione di qualche anno fa), minacciano ora di scioperare
- che la campagna elettorale delle suppletive, lungi dal chiarire, complica tutto perché, salvo Letta che ha il coraggio di fare proposte impostate al realismo, prevale la più vieta demagogia
- che, infatti, il candidato dei vari partiti di destra (che ha l’impudenza di affermarsi “civico” e nemmeno “indipendente”) appare giulivo su un terrificante manifesto secondo il quale basterà votarlo per “salvare (automaticamente) MPS”
ci appare totalmente oscuro il motivo per cui a nessuno venga in mente di contestare, una volta per tutte, sul piano tecnico scientifico o sulla fattibilità pratica o in base a qualsiasi altra stramaledetta considerazione, l’ipotesi che ogni tanto fluttua e serpeggia, subito messa da parte, che due giorni fa è stata riproposta da un quotidiano nazionale per bocca di un economista non certo sprovveduto. Qui la riportiamo:
ma, per favore non ci tenete in ansia più del necessario… dateci lumi… Ditelo chiaro… Perché non si può?
Alla fine arriva pochi minuti fa la notizia che, siccome tutti aspettano rassegnati, qualcuno ha messo su change.org una petizione diretta al Governo dei Migliori
Mps, da Siena parte una petizione: “Draghi salvi la Banca come ha fatto con l’Euro” — Siena News
per ora si può dire che è scritta con intelligenza e con passione. Vedremo l’effetto che fa.…
Ma i debiti che Unicredito non vuole accollarsi li paga lo Stato, tutti noi, perciò la cessione ha un costo non indifferente, oltre ai costi di prepensionamento e di indotto per la città di Siena. Tutto questi costi dovrebbero essere messi a confronto con il costo della soluzione di ricapitalizzazione.
Sulla nostra pagina facebook il signor “Freitag von Lautberg” (letteralmente “Venerdì a partire dalla rumorosa — o alta — montagna” — sic — nome un po’ arcaico e sul tipo del nativo nord americano) critica il nostro articolo scrivendo che abbiamo usato: “Parole un pò rozze per cercare di chiarire un argomento così complesso… no, Unicredit “non se la compra”, non è un’offerta di acquisto rivolta a MPS, è una trattazione col MEF”. Tra le cose oscure codesto Freitag aggiunge pure la “trattazione” con MEF. La vita è sempre più dura.