Avendo constatato e dimostrato la crescente mole di atti di cattivo governo della giunta De Mossi, siamo arrivati a scrivere di recente parole definitive (“questa amministrazione è da buttare”.… prima se ne vanno e meglio è .…) ma non immaginavamo che in tempi rapidissimi sarebbero arrivate altre solide conferme.
Una, enorme a nostro avviso, è la defezione di una cospicua parte dei consiglieri di maggioranza dalla riunione che, ieri 30 settembre, ultimo giorno utile, era stata convocata per l’approvazione del bilancio consolidato: l’opposizione, mettendo in evidenza il proprio alto senso di responsabilità istituzionale, ha supplito alle assenze e ha consentito di avere il numero legale per l’approvazione.
Per chi ritiene — e sono sempre di più ogni giorno — che il mantenimento al governo locale di questa amministrazione sia fatto altamente pernicioso, la notizia è stata accolta — e non poteva essere altrimenti — con qualche malcelato rammarico: l’opposizione si sarebbe mostrata mite e arrendevole, laddove si trattava di colpire con decisione.
Ma le cose, come è stato già accennato, non stanno esattamente così. In primo luogo, se qualcosa non ci sfugge, in caso di mancata approvazione del bilancio consolidato non si applica la sanzione che comporta la procedura della diffida ad adempiere, nomina del commissario ad acta e comunicazione al Prefetto per lo scioglimento del Consiglio, ma si applica, invece, la norma che vieta agli enti inadempienti di procedere ad assunzione di personale… fino a quando non abbiano adempiuto.
E’ chiaro, dunque, che gli effetti non sarebbero stati affatto quelli da molti sperati, ma a noi sembra anche chiaro che l’opposizione abbia correttamente interpretato il proprio ruolo nell’interesse collettivo e che abbia le carte in regola per dimostrare l’inaffidabilità di questa maggioranza e la sua facile tendenza alla disgregazione, risultato politico di notevole rilievo: non si lavora per distruggere ma per fare meglio (e, nel caso senese, non è nemmeno difficile e sarà il civismo non servile a dimostrarlo).
La seconda solida conferma del cattivo governo senese emerge in questi giorni dalla deliberazione che ha visto l’Azienda Servizi alla Persona sovvenzionare con centomila euro il Comune per i lavori alla Biblioteca comunale degli Intronati: in pratica una “distrazione” (secondo il linguaggio comune) di soldi dalle attività istituzionali dell’ASP (anziani, farmacie, mense) a finalità non previste dallo Statuto. Ma qui, a ben vedere, non è nemmeno questione di maggioranza e di opposizione, quanto di (eventuali) verifiche di competenza della magistratura contabile.
La conferma del cattivo governo è solidissima, tanto che il “bene di Siena” sembra proprio essere l’allontanamento dell’attuale amministrazione. Il viatico a questa soluzione non è certo il sostegno caritatevolmente concesso tramite la semplice presenza, sostegno che — in nome del bene della città — si è concretizzato in:
1. il messaggio arrivato alla cittadinanza è “le solite scaramucce, ma va tutto avanti come al solito” invece che “la maggioranza è irresponsabile e non in grado di governare”;
2. è stato approvato un bilancio che lo stesso presidente della commissione bilancio (consigliere Marzucchi) ha definito “un atto che non dice nulla” per l’assoluta mancanza di informazioni (La Nazione del 01.10.2021).
Personalmente, avrei lasciato cuocere la maggioranza nel “suo brodo” dell’assenza del numero legale (condizione che — se non sbaglio — la maggioranza può garantire praticamente da sola), in modo che tutta la città potesse nuovamente toccare con mano lo scadente livello amministrativo cui siamo soggetti.
Preferisco quasi sempre una brutta verità ad una bella bugia.
La città che osserva attentamente senza pregiudizio valuta questo atteggiamento della maggioranza per quello che è: IRRESPONSABILE; per quanto riguarda gli altri, purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e preferiscono non ammettere di aver sbagliato, confidando in un cambiamento prevedibilmente inesistente
Concordo pienamente sull’analisi di Francesco Fasano.
Tra l’altro rinviare l’approvazione di questo bilancio non avrebbe comportato alcun disagio ai cittadini, ma avrebbe reso ben evidente la pochezza di questa classe politica .
La questione ASP meriterebbe un approfondimento, e spero che ci sia in questo caso un atteggiamento deciso anche da parte dell’opposizione, considerato il continuo attacco a cui questo ente cittadino sembra da tempo esposto
Condivido le opinioni di Francesco e Ombretta. Il ruolo dell’opposizione è completamente agli antipodi da quello di soccorrere una maggioranza sbrindellata
Il dibattito si fa serrato. Ci piace. Ferma restando l’unanime condanna dei consiglieri di maggioranza assenteisti, si delineano dunque due posizioni: la prima avrebbe voluto che l’opposizione lasciasse l’aula per impedire il voto e per non “soccorrere caritatevolmente” una maggioranza “sbrindellata”, la seconda, invece, anche in considerazione delle scarse conseguenze che ne sarebbero derivate, pone l’accento, oltre che sulla responsabilità istituzionale, sulla considerazione che il Consiglio Comunale (nel quale — come si sa — non ci sono rappresentanze proporzionali al voto dei cittadini, ma un enorme vantaggio numerico della maggioranza) è, intanto, l’unico organo comunale ove le opposizioni sono rappresentate e possono far sentire la loro opinione/visione, è, pertanto, il luogo massimo del confronto, è, così, espressione di democrazia istituzionale, viene snobbato dagli organi esecutivi sindaco e giunta, è mal sopportato come inutile fastidio e fardello comunque “democratico”.
Questa seconda opinione, dunque, tende a valorizzare il ruolo del Consiglio e a mantenergli DIGNITA’ anche se la maggioranza intende ordinariamente calpestarla.
Ci piacerebbe che il dibattito, civico e civile, proseguisse.
La Redazione.
Grazie Redazione,
Una piccola chiosa.
Vorrei sottolineare che il risultato è stato l’approvazione di un atto di governo evitato (assenza) o disconosciuto (astensione) anche da membri di maggioranza, pessimo, carente di trasparenza e farcito di scelte discutibili (tra cui ad esempio i famosi 100 mila euro di ASP distratti dal welfare a favore di opere edili di un altro ente, sbaglio?). In sintesi, non certo il bene della città.
Tutto questo, nel mio personale vocabolario, non rientra sotto la voce “dignità”.
Ma non sarebbe l’ora di richiamare alla responsabilità, invece, gli elettori di questa maggioranza? E magari anche quelli della minoranza che qualche colpa ce l’hanno pure loro (basti pensare a quanti dell’attuale minoranza, pochi o tanti che siano, erano invece maggioranza nella passata consiliatura. Un cane che rincorre la propria coda!).
Il sottoscritto, che era minoranza in quella consiliatura, ha lavorato con pochi altri consiglieri volenterosi nell’apposita commissione per la revisione dello statuto del Comune, ma soprattutto delle norme relative al referendum comunale. Eravamo arrivati faticosamente e unitariamente a presentare un regolamento che facilitasse quanto più possibile il processo referendario e quindi aumentasse notevolmente i contenuti democratici della politica locale, come il quorum più basso (ma io sostenevo l’abolizione del quorum), o un più ridotto numero delle firme richieste a sostegno del quesito referendario ecc.
Ma la proposta fu alla fine bocciata dalla maggioranza del Consiglio comunale, ossia bocciata soprattutto dal PD.
Risultato: non ho memoria che a Siena sia mai stato fatto un referendum comunale! E si pensi a un fatto assolutamente madornale come la privatizzazione del Monte — che apparteneva al su territorio — e le rovine che ne sono derivate senza che al popolo fosse concesso di dire la sua!
Quindi l’attuale regolamento per l’effettuazione dei referendum è sempre quello di qualche decennio fa (mi pare di ricordare, per esempio, non più di un referendum comunale all’anno e anche l’esclusione di alcune materie “delicate”).
Cosa voglio dire? In questo democraticissimo Paese al popolo “sovrano” sono concessi ben due o tre minuti di diritto alla democrazia ma solo una volta ogni 5 anni, ossia il tempo giustamente necessario per mettere una o due croci su una scheda elettorale piena di candidati non scelti dal popolo, ma dal “potere” (Lenin?). Dopodiché al popolo sovrano non rimane che aspettare altri 5 anni per godere dei soliti due o tre minuti di democrazia.
Il fatto è che in questo Paese il fascismo non è nato con Mussolini né è morto con lui.
Mauro Aurigi
PS: consiglio a tutti la lettura di un trattatello dal titolo “La democrazia diretta vista da vicino” (Mimesis Edizioni)
scritto da Leonello Zaquini, un ingegnere italiano che lavora in Svizzera (paese dove tutto funziona come un orologio svizzero!) ed è anche consigliere comunale in un piccolo comune di quella Confederazione.
m.a.
Portare acqua a questa maggioranza è sbagliato. E’ stato sbagliato garantire la presenza delle opposizioni per due motivi:
1) perché questa maggioranza è totalmente irrispettosa dei della minoranza, ed anzi ha dimostrato più volte arroganza;
2) perché si è garantito così un soccorso supplente ai doveri della maggioranza stessa, proprio sugli atti da questa proposti. Non è accettabile questo ruolo di stampella.
Sarebbe interessante sapere chi ha guidato l’iniziativa per garantire la presenza che appare, così, “interessata a trarne qualche tornaconto” anziché a far deflagrare le contraddizioni del centrodestra che sgoverna la città. Non è difficile intravederne il profilo. E su questo dico qui a “Idee in comune, comunità monitorante” che cercare di costruire il futuro poggiando l’iniziativa su personale politico così tanto interessato e consumato è un errore grave.
Siena ha bisogno di svoltare in termini di contenuti, proposte e personale politico amministrativo, riunendo il meglio che c’è sulla piazza, chi con esperienza e chi non la freschezza della novità! Ma senza tornare alle ombre e ai gioghi del passato. Chi ha guidato il salvataggio della giunta De Mossi in questo consiglio comunale ha sbagliato ed ha sbagliato chi si è accodato. Abbiamo bisogno di liberare Siena prima possibile da questa armata negativa che sta facendo arretrare la città da tutti gli scenari economici, sociali e culturali della Toscane e del Paese. Ed abbiamo bisogno di tutto men che meno di narcisisti e “prime donne”: questa vola si vincerà se sapremo mettere insieme novità, esperienza e altruismo. Soprattutto una gruppo coeso e con le idee chiare sul cosa fare e come farlo. Serve una Città aperta alle novità, e fortemente a collegare Siena al Paese e all’Europa e alle nuove dinamiche di sviluppo sostenibile e di innovazione sociale e culturale.