Era il 2013 quando Valentini divenne sindaco coi voti determinanti della società civile, cioè con una lista civica (nata come reazione agli errori del suo partito), Siena Cambia.
Al ballottaggio con Eugenio Neri egli raccolse 930 voti più del suo avversario, ma Siena Cambia, cioè la società civile che lo appoggiava e che egli utilizzò come mero strumento elettorale, gliene assicurò ben 2.534.
Ecco un titolo significativo apparso all’epoca
Ieri abbiamo pubblicato un articolo a proposito di una valutazione politica che l’ex primo cittadino ha espresso sulla “carenza di indignazione” della società civile senese e Valentini ci ha inviato la replica che pubblichiamo integralmente.
Vedo che una mia battuta su FB ha suscitato una certa discussione, sulla quale c’è anche un grande fraintendimento. Quando mi sono riferito alla carenza di indignazione collettiva che riscontro a Siena rispetto alle malefatte che sta compiendo questa Amministrazione Comunale non ho certo pensato che l’attività di opposizione si limitasse al solo Gruppo PD in Consiglio Comunale. Anzi, in questi anni le iniziative più efficaci sono state assunte di concerto con gli altri gruppi consiliari di Per Siena ed In Campo. Più recentemente anche il consigliere di Siena Civitas Pietro Staderini ha tolto l’appoggio alla maggioranza, soprattutto dopo la rottura sul ruolo della assessora Appolloni, rimasta in giunta. In quasi tutte le occasioni importanti il voto delle opposizioni è stato unanimemente contrario alle peggiori proposte del Sindaco e della giunta, seppur con una articolazione di posizioni che vede il PD più rigido nei NO. Mi viene ad esempio in mente il voto contrario del solo PD sulla nascita della Fondazione Santa Maria della Scala, che pur essendo una buona cosa in sé conteneva troppe contraddizioni (ed infatti ad oggi la novella Fondazione è solo sulla carta ed il Santa Maria della Scala brancola nel buio). Riassumendo, in questi tre anni e mezzo, tutte le forze di opposizione presenti in Consiglio hanno fatto il loro dovere attraverso una continua e martellante attività di contrasto e di informazione alla città. Quello che rilevo, però, è una sostanziale latitanza di reazione al di fuori del mondo, come dire, politico ed istituzionale. Non guardo tanto alla formale distinzione fra partiti e forze civiche, perché si tratta comunque di soggetti organizzati che si muovono nell’agone politico, quanto proprio ai cittadini che vivono e lavorano a Siena, che assistono in silenzio al degrado nell’amministrazione della città, che va dalla gestione dei servizi all’occupazione sistematica del potere, al timbro affaristico che si intravede in tante vicende. Mi ricordo, ad esempio, della funzione di critica, talvolta anche becera, che svolgevano i bloggers negli anni precedenti, ora quasi completamente rientrata. Le poche reazioni che si sono rilevate riguardano soprattutto i singoli atti di prepotenza messi in campo da questa Giunta, dove i diretti interessati si sono giustamente mossi in difesa delle proprie legittime istanze (asili, spazi collettivi, Franci, Siena Jazz, ecc.). Un esempio di quanto asserisco è quello del dibattito sulla pianificazione urbanistica. Il piano presentato ( ancora non approvato) contiene molte previsioni edificatorie disdicevoli e di grande impatto, ma è passato quasi in sordina nell’opinione pubblica, nonostante la clamorosa mancanza di trasparenza ed informazione preventiva, per la quale paradossalmente hanno dichiarato che bastavano gli incontri fatti nel precedente mandato. Ad ogni modo, se si ritiene che a Siena ci sia già un forte ed ampio movimento di opposizione a questa Giunta inconcludente e pericolosa, che sta perdendo irripetibili opportunità di finanziamento senza lasciare progettualità per il futuro, io sono il primo ad esserne contento. Perché non credo che il PD debba avere il monopolio dell’opposizione. Come ci ha insegnato l’elezione di Enrico Letta, penso invece che il PD deve razionalmente e generosamente mettersi a disposizione per costituire un “campo largo” pescando dalle migliori energie ed intelligenze disponibili, per impedire il declino al quale ci condannerebbe la conferma della cattiva politica della Giunta De Mossi.
Ci dispiace doverlo rilevare con nettezza, ma non siamo — per niente — d’accordo :
- Valentini definisce “battuta” un tentativo di ragionamento politico teso a sminuire il ruolo della società civile a vantaggio di un inesistente primato dei partiti, per ora assai al di là da venire …
- i cittadini singoli, abituati dai partiti a delegare loro ogni decisione, non si sono indignati quando si mischiarono clamorosamente affari e politica (come oggi si continua a fare con le stesse persone, allora contigue al PD), quando si abdicava alla tutela dell’interesse generale, quando si andava distruggendo la ricchezza storica e si fiaccava lo spirito di una comunità; i partiti hanno male governato e hanno svolto ancor peggio il loro compito di opposizione; senza l’apporto dei cittadini i partiti non saranno in grado di svolgere il ruolo che la Costituzione assegna loro (lo sottolineano continuamente Letta e Conte riferendosi alle Agorà e alle Piazze delle idee)
- più le materie sono complesse, come nella programmazione urbanistica, più è difficile ottenere partecipazione diffusa
- i partiti hanno lavorato per decenni per scoraggiare la partecipazione fino a cancellarla per essere liberi di autoconservarsi e di schivare ogni controllo democratico, interno ed esterno
- ogni volta che si rileva una malefatta o una nefandezza di questa amministrazione si sente il solito ritornello: “voi avete fatto peggio”; si uscirà da questa spirale perversa solo se saranno le articolazioni civiche ad assumere il compito dell’adozione di nuovi metodi di governo partecipato (v. nostra proposta del 24 marzo 21) e una nuova visione per la città
- Valentini sbaglia clamorosamente quando afferma che il PD deve costruire un campo largo “pescando” (sic) “risorse e intelligenze”: è un metodo dirigista e autoritario, vecchio e stantio, che ha portato la città alla disfatta; nessuno si illuda, sarà sempre meno facile trovare gente che si fa “pescare” impunemente (vedi astensionismo): senza consegnare potere alla società civile organizzata (composta, ci faccia caso Valentini, da cittadini attivi) le disfatte saranno sempre più gravi
- Valentini cita Letta, ma mostra di non avere colto in alcun modo il senso minimo della scelta fatta in occasione delle elezioni suppletive (nonostante il PD) di correre in una coalizione senza simboli di partito e cerca di favorire penosamente un drammatico ritorno ad un passato di gravi e dannose sconfitte.
Ottimo, una replica ad hoc, per dirla meglio una bella “bastonata sul groppone” tale da fargli abbassare un po’ la cresta.