Ma, insomma, secondo te questo coso, questo Terzo Polo Civico che roba è? chi l’ha promosso? come lo definiresti? chi ci comanda davvero? come si fa a sapere se c’è da fidarsi?
Ma che hai furia? Hai sbagliato la dose quotidiana di cortisone?
Sii serio dai, per favore e rispondi a modo, sennò ti tiro queste mozzarelle nel capone .….
Lo scambio di battute dura un lampo. Norma sorride, Brunero sbraita con poca creanza. Poi.…
Va bene, se mi vuoi serio.… Prima e terza domanda: che roba è? come lo definiresti? Risposta: mancano molti mesi alle amministrative e quello che si sa con sicurezza è che sei formazioni civiche, sei, che sono all’opposizione di De Mossi in consiglio e in città, hanno messo in piedi non una fusione (a freddo, a caldo, a sangue misto…) — come qualcuno dice e scrive a sproposito — ma un rapporto tra soggetti distinti del civismo senese autonomo, una “aggregazione” per obiettivi comuni. Quello che si sa è che queste sei formazioni civiche hanno aperto una possibile strada non breve né facile da percorrere insieme e hanno cominciato a camminarci sopra. Sono sei formazioni distinte che provano ad andare insieme e confrontarsi. Se si fossero fuse, è banale, non sarebbero sei, ciascuna con la sua autonomia. Non ti confondere con le fantasie e le illazioni che girano.
Ma le persone vogliono sapere, hanno diritto di sapere…
Chiaro. La Nazione finora ne ha parlato correttamente, il Corriere di Siena ci ha messo qualche cosa in più, illazioni appunto, ma, complessivamente… non c’è da lamentarsi
Sui social si leggono attacchi duri. Dice che questo Terzo Polo è un regalo a De Mossi.
Ho letto, ma è roba che non viene dai cittadini come tali ma dai partiti del cosiddetto centrosinistra, cioè di un altro Polo, primo o secondo dipende da dove parti. Sembrano caduti oggi dal pero, non si sono mica accorti che, nel 2018, il 64% votò una lista civica… Boh! poi ci ritorniamo, ma, intanto, l’unica cosa che possiamo dire è che il Polo Civico sarà quello che questi cittadini attivi riusciranno a realizzare. Dice che stanno lavorando su proposte serie e qualche sorpresa.
Tipo …candidati?
No no, per niente, anzi si sente dire che hanno stabilito che i candidati scapperanno fuori solo alla fine di quella strada che hanno appena cominciato.
Allora non ha senso parlare oggi di regali a questo o a quello se non si va avanti nel cammino… Anzi, a ben veder sembra che i partiti, risultati perdenti nel 2018, se la stiano facendo sotto.… e, allora, suonano a raccolta un po’ alla disperata senza considerare che il tempo del popolo che si raccoglie docile sotto le bandiere dei partiti è finito da un po’ e che i partiti devono recuperare l’immagine di serietà e affidabilità che hanno avuto in passato. Però, scusa, pensare che i partiti si affidino loro alla società civile, non sarà un po’ troppo?
Dipende da cosa vogliono fare. Se gli piace fare un regalo a De Mossi (e alla destra) basta che facciano finta che a Siena… non è successo niente… E pensare che Letta, a settembre, quando ha messo nel baule le bandiere, l’aveva capito benissimo…
Ma tu, allora, gli stai rigirando la frittata accusandoli in pratica di una specie di “collaborazionismo”…
Oddio, non dico questo, ma, certo, se si guarda l’opposizione molto blanda che hanno fatto i partiti del Polo di centrosinistra e alla tenace opposizione di Per Siena, In Campo, Sena Civitas in consiglio e di Civici in comune, Idee in comune e LogoSiena nella società … due più due farebbe quattro.….
Ma perché, secondo te sarebbe successo questo? cui prodest, come si diceva?
Di certo è successo e penso che sia successo almeno per due motivi, comunque connessi : da una parte c’è un pezzo del PD, quello legato al gruppo della Birreria, quello del groviglio armonioso, che anela solo al potere e si metterebbe anche col diavolo; dall’altra c’è il fatto che i partiti non fanno proposte di allargamento della partecipazione democratica e si contenterebbero di mettere tutto nelle mani di qualcuno — come al solito — che li faccia ritornare al ciancico delle clientele, delle parrocchiette, delle loggette, eccetera, eccetera.
Norma non lo contraddice. Forse ci sta pensando.
Seconda e quarta domanda: chi l’ha promosso? chi ci comanda davvero? Qui le illazioni si sprecano. Le sei formazioni hanno lo stesso interesse, se uno fosse partito da solo avrebbero tutti arricciato il naso. Il Terzo Polo civico è nelle cose stesse, è una necessità politica, è un’esigenza di chiarezza e di trasparenza. Pensa anche di essere il futuro. In queste condizioni date è ovvio che non lo può comandare nessuno e che la sua forza è di essere “composito”, di raccogliere sensibilità, culture e visioni non sovrapponibili, magari con la voglia d contaminarle, renderle “ibride” col solo limite, rigoroso e inderogabile, dell’applicazione su scala locale dei principi della carta costituzionale. Chi cerca di racchiuderlo in uno steccato mostra di essere ancora sopraffatto dalle ideologie: se non sei col PD e ammennicoli in partenza sei di destra. E basta, con te non ci voglio ruzzare. Non è più così e non lo è da parecchio.
A me, lo sai, questa cosa mi convince, si chiama laicità. Resta l’ultimo quesito come si fa a sapere se c’è da fidarsi ?
Questo punto, davvero, non lo possiamo trattare oggi, non devi mica votare domattina… Per principio spererei che il Terzo Polo Civico arrivasse a dire chiaramente: non vi fidate di nessuno, mai! ci siamo fidati dei partiti e si vede dove siamo, si siamo fidati dei candidati e, almeno negli ultimi vent’anni, s’ è visto come è andata. Se ci consentite, d’ora in avanti, ci fideremo solo di noi stessi, delle nostre proposte, dei nostri progetti, della nostra voglia di democrazia.
Un fatto che un poco mi preoccupa: né Norma né Brunero hanno mai citato il termine DEMOCRAZIA. E’ proprio passata di moda (come l’IDEOLOGIA)?
Il Civismo forse potrebbe essere qualcosa che si avvicina ad una definizione che Enzo Manes (Fondazione Italia sociale) ha inserito in un articolo di giugno 21 sul Corriere della Sera: ” Civismo è la forma breve per indicare l’esperienza di una vita che sa affrontare responsabilmente la complessità sociale, anziché lasciarsene travolgere. Civico è l’esercizio con cui si apprende che a volte per perseguire la propria libertà e il proprio interesse è necessario sacrificarne una parte per realizzare un bene superiore”.