Quello che si sa, ad ora, è quello che i giornali hanno scritto una decina di volte: LUI SI CANDIDA. Punto e a capo (qui sotto: il primo gruppo dei diffusori delle varie edizioni straordinarie che si sono via via succedute).
La novità è palese. Di norma, a candidare qualcuno, sono le forze politiche — partiti, formazioni civiche, associazioni — cioè, in definitiva raggruppamenti di più persone, per quanto raccogliticci e improvvisati, che si mettono insieme per fare qualcosa, non diciamo un programma, una visione del bene comune (il più delle volte confuso col proprio particulare), un’idea, magari generica, ma, insomma, qualcosa che non sia un’impresa meramente individuale.…..
Invece, nel caso in esame è LUI, da mesi selfcandidato, che, come ha spesso precisato, sta valutando a chi concedersi.
Attenzione, non dice nemmeno che farà una sua lista. Macché! invece sta scegliendo fior da fiore tra quello che offre il mercato: lo immaginiamo alle prese con un foglio excel nel quale ha riportato con metodo scientifico pregi e difetti (e vantaggi e svantaggi nel gradimento popolare) delle formazioni dell’intero arco costituzionale (e oltre) che da tempo aspirano a sostenerlo (sarebbe più appropriato dire: bramano) e che LUI non si decide a beneficiare con la sua candidatura .…
Ma LUI, insomma, chi è e cosa fa? In verità lo sanno (quasi) tutti, ma non sarà male riepilogare, partendo da questa immagine del 2019 quando, al culmine del successo, la città plaudente lo ha insignito della massima onorificenza cittadina:
Dal suo curriculum si ricavano non solo i risultati personali conseguiti, ma anche l’elenco — davvero impressionante — delle sue innumerevoli occupazioni. L’elenco è lungo assai: docente dell’Università di Siena impegnato nella didattica e nella ricerca, direttore di master, capo di MH Montomoli Holding srl, di VisMederi srl, di VisMederi Research srl, di Accurange srl, di Biosunrise srls, è nel Cda di Sclavo Vaccine e, alla fine, anche presidente del Costone.
Dovendo star dietro a questa disumana mole di attività (e di responsabilità), c’è da pensare che, semmai, gli manchi il tempo. Invece no. Ora vuole entrare in prima persona nelle istituzioni di governo locale e al massimo livello possibile; ora vuol fare anche il Sindaco di Siena.
Invero, anche se per il tramite della propria famiglia, uno zampino nel governo locale ce l’aveva già messo perché nel 2018 De Mossi aveva assegnato alcune deleghe assessorili proprio alla signora Montomoli, dott.ssa Sara Pugliese, laurea breve in storia dell’arte, ma responsabile acquisti e fornitori nonché responsabile della comunicazione di VisMederi srl e amministratore della MH — Montomoli Holding srl
Poi, come si sa, l’assessora si è dimessa; qualcuno sostiene che è stata dimessa. E si è aperto qui il grande mistero: si sarà dimessa per tempo e volontariamente per non turbare l’imminente candidatura a sindaco del marito, oppure il marito si è candidato (con chi si vedrà.…) a prendere il posto di De Mossi perché gli ha dimissionato la moglie? Noi non abbiamo risposta e nemmeno ci interessa.
Ci interessa invece, e molto, rilevare che Siena non avrebbe bisogno di un altro superman (vero o presunto) che vuol fare tutto da solo, meno che mai ci sembra che serva un altro che fa il sindaco per figura e lascia a governare il suo “ricciarello magico” (quello solito che si perpetua in eterno, Birreria dopo Birreria) per fare l’avvocato (o, nel caso, il professore/imprenditore/presidente).
Noi pensiamo ancora che una comunità debba prima di tutto partecipare e collaborare in vista del bene comune e vorremmo un sindaco dei (e per i) cittadini, uno che metta insieme le risorse umane di cui disponiamo nei vari campi per una visione comune del futuro cittadino e del suo territorio vasto. Siena non può più accettare di essere amministrata in sudditanza affidando a chicchessia si senta onnipotente deleghe in bianco. Montomoli potrebbe essere molto utile alla città se si impegnasse a svolgere ancora meglio i compiti gravosi che si è già assunto e che gli hanno fornito riconoscimenti e gratificazioni.
Non fa una piega, nel suo piccolo Siena rappresenta gli stessi problemi atavici del governo centrale, i cittadini sono sudditi e non collaboratori. Eppure se regnasse l’ onestà e non i sotterfugi, governare sarebbe molto più facile e più costruttivo. Rimettere in funzione le Circoscrizioni come centri di ascolto dove far propri i suggerimenti e le proposte. Siena è abbandonata a se stessa e nessuno ascolta i cittadini, sembra addirittura che le loro indicazioni per governare meglio diano noia perché foriere di maggior lavoro.
Certamente le Circoscrizioni sono state uno strumento utile in tempi ormai lontani quando i cittadini non erano stati ancora scoraggiati in tutti i modi dalla partecipazione e non avevano subito il disincanto di massa e il distacco dalla Politica (con la “p” maiuscola). Poi le Circoscrizioni (come le leggi toscane sulla partecipazione) si sono burocratizzate e inaridite.
Oggi servono strumenti nuovi di partecipazione che questo Blog ha ampiamente riportato all’attenzione dei senesi.
Ma ne riparleremo presto perché il Civismo Politico senese lo ha messo nel suo Metodo Partecipato di Governo.
La Redazione
Non prenderei la cosa tanto alla leggera. Lo scopo della candidatura è un altro. E mi pare molto evidente. Fatti due conti, penso che Fabio, certamente, al ballottaggio arriva. E uno degli altri due poli sgombra. Siccome il perdente farà campagna contro il polo rimasto, Fabio è destinato a vincere. Salvo ? Salvo che non arrivi il fenomeno di turno che in nome della senesita’, del finto civismo ecc…non decida di scendere in campo e rubi a Fabio i voti sufficienti per non farlo arrivare al ballottaggio. Come uno possa prestarsi a questo mi e’ di difficile comprensione. Ma la dignità ? Occhio alle birre, questo giochino lo conoscono. Poi ci ricucchiamo 5 anni di bretelle, di scarpe a punta e di bombole del gas.
Il Montomoli non può guidare una città che ha necessità di un governo collegiale e rappresentativo di tutti i cittadini. Lui se vuole dare qualcosa alla città, deve scegliere da che parte stare e come ma poi si deve aprire al confront. Dove trova il tempo visto che ha già tanto da fare? Siena non cerca uomini potenti ma un’amministrazione che riprenda a mettere al centro delle sue azioni la parte più debole della città e faccia ripartire un dialogo aperto e democratico con tutti per rilanciare Siena. Credo che i tempi degli accordi di palazzo siano finiti e se ciò non è vero, per Siena non ci sono speranze. Io sinceramente credo che invece Siena abbia tanto da offrire e che i Senesi nativi o acquisiti, possano ancora essere protagonisti di un futuro grande.