Interrompiamo per questa volta i Florilegi elettorali per parlare del
Ci siamo messi insieme in sette formazioni politiche autenticamente civiche a fine 2021 e, a gennaio 2022, dopo discussioni attente e spesso accanite, mai indulgenti, ci siamo accordati su un Manifesto di valori (leggasi in Appendice 1); abbiamo proseguito la discussione e un confronto senza freni proponendo insieme un accordo con l’intera società civile (Patto coi cittadini vadasi in Appendice 2), ma alcuni partiti, che si proponevano inizialmente di lasciare da parte le appartenenze e i simboli per superare i tempi bui e battere insieme la restaurazione De Mossi & Co., ci hanno invitato a porci, docili, al loro seguito per il solito accordicchio elettorale di potere. Abbiamo fatto convegni sul civismo politico e sulla rinascita civile, decine di incontri coi cittadini, open space technology, mentre altri si baloccava nelle primarie più buffe del mondo, gabellate per partecipazione. Abbiamo imparato a stare insieme sul campo e a scegliere in appassionanti processi di democrazia interna le strade migliori per il bene collettivo. Un’esperienza inedita e indimenticabile.
Qualcuno insinua con impudenza che, dopo la vittoria, litigheremo.… No grazie… noi abbiamo già “litigato” prima e in abbondanza: ora siamo compatti e fortificati non solo dal percorso compiuto, ma anche da questo PROGRAMMA costruito nel tempo, fatto da cittadini con i cittadini e non spadellato bello e cotto dalle Segreterie dei partiti.
Altri insinua che, a condizionare Fabio Pacciani
ci sia un signore esperto e navigato, molto noto, che, da solo e senza essere candidato, imporrebbe a centinaia e centinaia di persone il proprio personale volere: costoro, evidentemente, non hanno idea alcuna di cosa sia la democrazia, e, difatti, pensano di affidarsi a qualche tirannuccio (magari femmina) che ci ripete, bontà sua, di averci messo la faccia e di aspettarsi solo per questo “sacrificio” l’incondizionato sostegno dei neo-sudditi. Non hanno capito nemmeno dalla crescente astensione che i partiti hanno (cor)rotto il rapporto di fiducia e che spetta ai cittadini (ri)organizzati il compito di (ri)costituirlo non a parole, ma con azioni concrete.
Non manca poi chi sostiene che saremmo tutti uguali … traendo questa convinzione dalla banale constatazione che, da decenni, effettivamente, ci sono sempre i soliti e che questa amministrazione è stata in mano, de facto, ai medesimi personaggi che spadroneggiavano ai tempi di Giuseppe Mussari.
Non è vero. Siamo assai diversi e siamo — anzi — opposti: valutate criticamente, non vi fermate alle apparenze, ora si dichiarano civici anche coloro che sono stati scelti e sono sostenuti dai partiti, Non è bastata la frode De Mossi, noto civico un par di zeri… Non accettate il termine partecipazione da chi lo intende come mera comunicazione o, al più, paternalistica consultazione …; per capire chi vuole la partecipazione andate a vedere come sono stati fatti i documenti politici, cosa contengono e quali istituti di partecipazione propongano. Non accettate infine la mistificazione che solo i partiti siano abilitati a fare politica: la Politica — quella Alta — la fanno i cittadini attivi e artefici del proprio destino.
Diffidate di chi vi parla dalla cattedra come un qualsivoglia barone usa fare con gli studenti o come una docente imperiosa si rivolge a giovanissimi in corso di formazione; diffidate soprattutto di chi vi dice senza orrore né vergogna che il Comune sarebbe un’azienda. Il Comune, lo dice il nome e la Costituzione, siamo semplicemente noi e non abbiamo alcuna intenzione di essere eterodiretti, né dai partiti che, al momento, hanno mostrato altre tendenze, né, tantomeno, da qualche buro-tecnocrate che sia stato magari a capo di qualche carrozzone pubblico che agisce in condizioni di monopolio.
E diffidate pure da chi dice di continuo che vi vuole bene e che i problemi si risolverebbero con l’amore: sembrava che qualche cosa, via via nei secoli, si fosse imparata, specialmente in tema di laicità e dal punto di vista della tutela degli interessi prioritari, collettivi da una parte e particulari dall’altra, ma trovi sempre qualcuno o qualcuna, che, imperterrito o imperterrita, prova a rimetterli nel medesimo indistinto calderone.
Questi cui abbiamo accennato, sono, a nostro avviso, i presupposti del PROGRAMMA del Polo Civico Siena e di Fabio Pacciani Sindaco. Sembrano tante pagine, ma ci sono anche parecchie “figure”: si può leggere tutto senza troppa fatica. Ed è farina del nostro sacco.
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Appendice 1
Appendice 2
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