La lunga marcia del Blog di Idee in Comune, iniziata nel 2018, è arrivata al suo epilogo col ballottaggio che opporrà, da qui a tre giorni, Nicoletta Fabio e Anna Ferretti. Idee in comune – Comunità Monitorante, associazione di cultura politica ispirata da “AnticorruzionePop” di Leonardo Ferrante e Alberto Vannucci, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2017, ha pubblicato in questi anni 309 articoli ottenendo 90.785 visualizzazioni e 752 commenti. Ora gli organi dell’associazione sono in scadenza. Perciò chiediamo al coordinatore uscente, Luciano Peccianti, di raccontarci in breve il presente alla luce della storia di questi anni vista dal versante della cittadinanza attiva.
Come siete nati e perché?
Si lesse “AnticorruzionePop”, un libretto sul monitoraggio civico che consiglierei a tutti, poco prima di un’assemblea annuale di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie; era, se non sbaglio, il settembre del 2017. Ci rimase molto impressa la conclusione della pagina 39 che definisce un nuovo concetto di anticorruzione civica intesa come
Siamo partiti da qui. S’era agli sgoccioli della triste esperienza di Siena Cambia che era stata determinante per far eleggere nel 2013 Bruno Valentini e lo aveva visto subito rientrare nell’orbita delle decisioni della segreteria del PD declinando le promesse di cambiamento. Credo che questa sia stata la ragione fondamentale della vittoria di de Mossi che prometteva a sua volta, se vogliamo rozzamente, un’alternanza democratica allora molto sentita. Per i senesi che avevano assistito alla crisi economica e morale della banca, dell’università, dell’ospedale e perfino alla morte incomprensibile di Davide Rossi, l’alternanza democratica apparve, più che un valore in sé, una necessità inderogabile.
Dunque Idee in comune ha iniziato a fare le prime esperienze di monitoraggio civico, partendo dai principi generali di trasparenza, partecipazione…, dalla descrizione degli strumenti accesso civico, whistleblowing .. e organizzando i primi incontri open space technology al Bandini ?
Si… chi avesse voglia di scorrere il Blog, troverebbe tutto il percorso in ordine cronologico. Per esempio troverebbe gli istant report degli OST del 2018, lo Statuto dell’associazione, il Codice Etico. Abbiamo continuamente controllato l’operato dell’amministrazione De Mossi in modo oggettivo e documentato e abbiamo portato in luce e diffuso le magagne essenziali, senza nascondere nulla. Abbiamo posto interrogazioni e domande tutte rimaste senza risposte. In concreto abbiamo svolto un servizio di informazione alla città che la stampa locale, non entro nei motivi, non ha voluto fare. Anzi, i partiti di destra che hanno sorretto De Mossi, oggi lo possiamo dire, pur non avendo il coraggio di scaricarlo, hanno beneficiato indirettamente del nostro lavoro e devono anche a noi se oggi la candidatura Castagnini con la lista De Mossi e con gli assessori in carica (Benini in primis) è stata letteralmente annientata dagli elettori. Il primo ricciarello magico di Bellandi e Tacconi è stato sconfitto, anche se, naturalmente, ne potrebbero risorgere altri e in varie forme. Per questo il monitoraggio civico, opera non facile, deve continuare, ovunque si trasferisca il Potere che, in primo luogo, deve provare a recuperare la fiducia perduta presso l’opinione pubblica cittadina.
E questo è il Blog, un esempio di impegno civile che i partiti hanno messo in secondo piano rispetto all’autoconservazione e alla gestione del potere. Ma veniamo al presente. Che cosa ha prodotto il monitoraggio?
Per rispondere dobbiamo fare un passo indietro. Dopo la sconfitta del 2018, Pierluigi Piccini e gli altri consiglieri di Per Siena, anziché acquietarsi come i consiglieri del PD (salvo Valentini), hanno iniziato una possente e corretta opera di opposizione insieme a In Campo (Cerretani) e, dopo l’uscita di Sena Civitas dalla maggioranza, anche con Staderini. Siena deve molto al lavoro di opposizione del civismo e a quello personale di Piccini che, se vogliamo essere intellettualmente onesti, si è prodigato senza sosta portando esperienze e competenza. Senza questo lavoro la mistificazione del ricciarello magico in combutta con settori storici del PD tuttora al comando, avrebbe portato, con ogni probabilità, al secondo mandato De Mossi. In contemporanea anche Claudio Marignani si presentò come opposizione alla destra al governo locale e come possibile co-fondatore del civismo politico, vantando legami con certi settori del PD, per esempio con Siena Post che era nato in quei giorni. Anzi, a quel tempo, Marignani ricercò contatti anche con noi; ci furono incontri, scambi di opinioni sulle strategie…. ma, iniziato il percorso, è andato per conto suo.…
Non sei tenero con la dirigenza del PD e neppure con Marignani
La tenerezza non è una categoria politica. Se si vuol fare qualcosa che superi familismi e favoritismi, ci si deve astrarre dalle relazioni personali. Cerco comunque di fornire dati oggettivi: quello che ha fatto Marignani lo abbiamo visto tutti. Ha osteggiato i documenti del civismo politico, ha disertato i convegni accusandoli di essere di sinistra, ha ironizzato sulla partecipazione reale degli open space technology, ha organizzato conferenze programmatiche separate e in concorrenza con le iniziative del Polo civico ed è stato tollerato in nome del nobile concetto di “ibridazione” culturale, di contaminazione degli ideali e delle visioni del mondo, ha tentato di inserire l’improponibile Falorni, ha firmato atti di fedeltà al Polo civico e alla sua linea politica e poi se n’è andato come niente fosse stato a cercare di prendersi ricompense da Nicoletta Fabio… Cos’altro dire?
E sul PD?
Qui il discorso è più complesso. Ha commesso errori gravissimi entrando in compromissione con il groviglio armonioso per spartirsi il Potere in città, ha combinato disastri, non ha fatto autocritica e, fino ad ora, ha goduto in città di una pessima immagine e di un’ancor peggiore reputazione. Per questo, all’inizio dell’estate del 2021, quando restò vacante il seggio alla Camera dell’on. Padoan che andava a fare il banchiere all’Unicredit, Enrico Letta per vincere alle suppletive, venne a cercarci uno per uno. Io fui avvicinato dalla segreteria dell’on.le Sassoli da Bruxelles, credo per la collaborazione con Libera.
Stai scoprendo altarini?
Macché, sono cose che sanno tutti e che abbiamo detto e ridetto: Letta aveva paura di perdere e perciò volle abbandonare i simboli di partito; dunque volle incontrarci accompagnato dal suo giovane collaboratore Tullio Ambrosone (cell.n. xxx xxx xxxxx) ma non portò con sé né Ceccuzzi né altri dirigenti senesi. Fece una promessa solenne ribadita a nostra domanda: come per le imminenti suppletive si stava presentando senza i simboli di partito, così, anche per le amministrative del 2023, per strappare la città alla destra che produceva danni su danni e che isolava la città dal suo territorio elargendo favori, assunzioni e nomine, la società civile avrebbe avuto il ruolo di protagonista e si sarebbe prodotto una sorta di comitato locale di liberazione della città. Così incassò i nostri voti….
E poi?
E poi, dopo aver vinto, continuò ad incoraggiarci da Roma mentre in loco dilagava l’orgoglio di partito del PD senese che, in quei giorni, iniziava i congressi cittadini: era il dicembre 2021 quando Roncucci, segretario uscente, notoriamente ceccuzziano, raccoglieva 175 preferenze con Mazzarelli che ne otteneva 82, data anch’essa per ceccuzziana, Leoncini 79, Petricci 56, in totale meno di 400 iscritti partecipanti. Tutti capirono che aria stava tirando. Ceccuzzi al comando dietro le quinte capovolse il ragionamento di Letta, il quale, ovviamente soddisfatto di avere vinto e per niente interessato ad intraprendere una sanguinosa battaglia locale, non mosse un dito. Roncucci mostrò le carte: la società civile, volendo, avrebbe potuto presentarsi alla corte del PD col cappello in mano e si sarebbe ripetuta la scena del 2018 con la sconfitta di allora del PD con Valentini e Piccini.
Qualcuno ha insinuato, dentro il PD, che la sconfitta del 2023 sarebbe stato il viatico per la vittoria di Ceccuzzi del 2028…
In effetti se ne sentiva parlare da più parti e sembra proprio che sia ancora questo il ragionamento di Ceccuzzi: perdere nel 2023 (tanto lui aveva gli amici ex Birreria che gli mettevano la Cresti al Santa Maria) per apparire come il salvatore della patria nel 2028. Ah, dimenticavo… Ceccuzzi, ha avuto dalla sua parte anche Giani che faceva il viottolo a casa di Tacconi arrivando a dichiarare ai giornali, senza vergogna, che De mossi aveva governato bene. Poi s’è visto: da quanto ha governato bene lo hanno cacciato tutti e la lista col suo nome e coi suoi assessori ha preso lo 0,79 dei voti.
E fu allora, dicembre 2021, che si aggregarono le forze del futuro Polo Civico?
Fu una scelta obbligata. Le prime riunioni sono avvenute pochi giorni prima di Natale ‘21. Oggi si tende a dire che il Polo Civico è partito troppo presto ma il problema politico era un altro. Di fronte al voltafaccia del PD (e di qualche utile allineato) si trattava di verificare se il civismo dovesse essere semplicemente tutto ciò che non si riconosceva nei partiti comprese le liste civetta o se fosse possibile delineare i capisaldi di un civismo politico con dignità sul piano teorico e capace di una Politica alta. Per questo il Polo Civico ha organizzato due convegni sul civismo politico e ne abbiamo pubblicato i risultati sul Blog di Idee in comune. Per questo abbiamo definito il nostro programma attraverso un percorso partecipativo e abbiamo fissato i canoni di un vero e proprio metodo di governo basato sulla partecipazione e sulla trasparenza. Per questo abbiamo adottato il percorso Strada per Strada come esempio concreto di lavoro non per … i cittadini ma fatto con … i cittadini. Idem per gli OST. Per questo abbiamo redatto i Criteri per la scelta del candidato sindaco cittadino tra i cittadini scegliendo chi fosse in grado di fare politica e buona amministrazione senza autoritarismi adottando quella che abbiamo definito una politica al femminile…
Oggi che ci sono due donne al ballottaggio sarete contenti….
Non è una questione di sesso. Anche la Thatcher era una donna. Così è donna la Meloni, ma fa politica in senso autoritario, padronale e maschilista e si fa chiamare “il” presidente e non “la”.… Nicoletta Fabio le assomiglia. Anche Anna Ferretti si mostra spesso sferzante e, come si diceva a Siena, “comandina”. Pacciani non è così. Pacciani è un uomo che riesce perfettamente ad interpretare quella che, per farci capire, abbiamo definito politica al femminile, autorevole ma non autoritaria.
Allora cos’è che non ha funzionato? Perché non siete andati al ballottaggio?
Non siamo al ballottaggio, ma lo abbiamo sfiorato. Gli osservatori imparziali, ce ne sono pochi in verità, considerano il numero dei voti per Pacciani un grande successo. Perché non siamo andati oltre? Ci sono molte piccole ragioni e una grande come una casa: il 5 di febbraio 2023 quando Ferretti ha avuto mille voti alle primarie, il Polo Civico, a quello che si capiva, sembrava saldamente destinato al ballottaggio contro qualunque candidato dei partiti di destra. Dopo venti giorni, con l’elezione di Elly Schlein voluta dagli elettori in contrasto con gli iscritti al partito (i famosi 400 dei congressi cittadini), lo scenario è radicalmente cambiato. La nuova segreteria, anche quella toscana, ha ridato fiducia; aggiungiamoci la situazione del Paese, la pandemia, la guerra, l’inflazione, questo Governo nazionale… Le persone hanno paura e quando cresce la paura quelli che non si astengono si rifugiano giocoforza nei partiti, anche in quelli che hanno sbagliato e che non sono cambiati. Così il PD ha rastrellato questi ottomila voti, una cosa che il 5 febbraio appariva impensabile.
E ora? Tra due giorni si vota. Quali indicazioni di voto ha dato il Polo Civico?
Non abbiamo fatto liste a sostegno dei partiti o di personaggi politici. Abbiamo costruito le fondamenta del civismo politico e di un progetto che ha avuto il consenso di un elettore su quattro. Ne nascono responsabilità. Saremo all’opposizione e continueremo l’opera nelle istituzioni e nella società. Dare indicazioni di voto sarebbe voler imporre dall’alto una decisione presa a tavolino. La scelta collettiva se votare l’una o l’altra o nessuna delle due sarebbe priva di senso. Ognuno deciderà con la sua coscienza. Noi abbiamo redatto un documento di 9 punti che, prossime al voto, le due candidate hanno detto di apprezzare. Tutti i documenti sono pubblici. Chi vuole farsi un’opinione ha gli strumenti per farlo e per decidere individualmente. Ora tocca ai partiti che hanno vinto. Spetta a loro convincere ciascun elettore. I cittadini vigileranno e non faranno sconti a nessuno. Ora inizia comunque una nuova fase: la politica, quella alta, non resterà dentro il Palazzo ma sarà comunque alla portata della cittadinanza attiva e responsabile.
E quale sarà il ruolo del Polo Civico? Resterete sette formazioni diverse?
Si è ipotizzato di avviare percorsi di aggregazione e federativi lasciando autonomia di elaborazione politica. La sfida del civismo nella sua unità e nelle sue articolazioni continua.
Siete consapevoli che, se Anna Ferretti perde, daranno la colpa a voi?
Di certo ci proveranno, ma i fatti forniscono un’altra versione. A ciascuno i suoi meriti, a ciascuno le sue responsabilità.
Chiarezza, coerenza, trasparenza, monitoraggio, sano civismo, rispetto delle regole: tutto questo emerge da questa intervista. L’esperienza di Idee in Comune ha rappresentato il più stimolante cammino politico che abbia mai percorso. Non dobbiamo disperdere questo patrimonio. Avanti così.
Spero che si concretizzi la possibilità di aggregazione delle associazioni più affini tra loro in un’unico soggetto, a cui potrebbero aderire anche persone esterne e, perché no, persino i candidati di Sena Civitas (ce ne sono) che non hanno condiviso le scelte di Marignani & co.
Ad addossare al Polo civico la responsabilità di un’eventuale sconfitta, ci hanno già provato sin da quando sono stati ufficializzati i risultati del primo turno, ma chi ragiona con la propria testa sa che non è così.
Abbiamo dimostrato che per noi contano le idee e i fatti concreti e non le poltrone e questo destabilizza chi è abituato a mercanteggiare tra il primo e il secondo turno, al fine di acquisire i voti di chi non è arrivato al ballottaggio.
Se anche ci allettassero con la promessa di un assessorato, spero che Pacciani rifiuti e resti in Consiglio, perché accettando di certo perderemmo il consigliere che meglio rappresenta il Polo civico nel suo insieme e ancora più perché si sottoporrebbe al rischio concreto di subire la sorte che fu 5 anni fa di Massimo Sportelli, che si ritrovò senza assessorato e fuori dal Consiglio comunale
Grazie Marcella, grazie Lucia per il vostro prezioso contributo. Sono cresciute le responsabilità ma abbiamo chiaro il percorso.
Luciano Peccianti