Che il cambiamento climatico debba prendere il suo nome più consono, emergenza climatica, è dimostrato dal susseguirsi quotidiano di eventi e di notizie stampa. Ed è proprio sottolineando questa differenza lessicale che si può assumere l’atteggiamento giusto per comportarsi di conseguenza. Ad un cambiamento si può anche semplicemente assistere, ad un’emergenza è necessario reagire, ed in fretta, e con la massima intensità.
Molte realtà di stanno muovendo in tal senso, ognuno alla propria scala e possibilità d’intervento. È proprio in questa ottica che due giorni fa, il 16 luglio 2019, i rappresentanti di 26 città italiane di varia dimensione si sono riunite a Milano ed hanno sottoscritto la “Dichiarazione per l’adattamento climatico”.
L’emergenza climatica provocherà variazioni, anche drammatiche, che sarà necessario prevenire ove possibile e mitigare altrimenti, attuando una lunga serie di piccoli e grandi interventi concreti nei settori energia, acqua, emissioni, rifiuti, efficienza energetica, rischio idrogeologico, produzioni agricole ed alimentazione in generale.
Ed in questo quadro, ogni singola mossa costituisce anche un tassello di pressione dell’opinione pubblica verso i grandi decisori nazionali e globali, sia pubblici che privati.
Avrei voluto vedere il Comune di Siena presente tra i firmatari, ma sembra che l’amministrazione locale non abbia l’emergenza climatica tra le priorità. Questo lo reputo un errore, amministrativo ed etico, frutto probabilmente di miopia politica.
Nonostante questo, auspico un crescendo nella sensibilità della cittadinanza, un aumento esponenziale degli stili di vita sostenibili a partire dalle piccole — grandi scelte quotidiane.
È emergenza, muoviamoci! (Francesco Fasano)